AGRICOLTURA PUGLIA, LIPU CHIEDE MODIFICA DEL PIANO SVILUPPO RURALE (PSR)

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 “MANCANO MISURE ADEGUATE PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITA'”

Le richieste inviate all’assessore regionale Enzo Russo. Il Piano pugliese si colloca nelle ultime posizioni a livello nazionale per tutela di specie e habitat agricoli.

Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Puglia è carente sotto il profilo
della conservazione degli habitat e della biodiversità e si colloca, sotto
questo profilo, agli ultimi posti a livello nazionale. Lo afferma la
LIPU-BirdLife Italia, che in una lettera inviata nei giorni scorsi a Enzo
Russo, assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, chiede un
incontro urgente per illustrare le proposte di modifica al PSR regionale e
segnala le poche risorse per la conservazione di habitat, flora e fauna
selvatiche, l’assenza di misure specifiche per importanti habitat come le
steppe, la presenza di misure con potenziali effetti negativi sulla biodiversità.

Con la revisione di medio termine (cosiddetta “Health Check“) della Politica
Agricola Comune (PAC) – spiega la LIPU – l’Unione Europea ha stanziato di
recente più fondi per lo Sviluppo Rurale al fine di affrontare le nuove
sfide ambientali, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, la
protezione delle acque e la conservazione della biodiversità. Temi sui quali
la regione Puglia è particolarmente esposta, in particolare al rischio di
desertificazione che incombe sul 90% del proprio territorio, aggravato da un uso insostenibile dell’acqua. Nella regione risultano inoltre frammentati e
degradati habitat naturali e seminaturali di grande importanza, con costante declino della biodiversità.

“L’opinione pubblica – dichiara Patrizia Rossi, Responsabile Agricoltura
LIPU – si aspetta provvedimenti a favore di un’agricoltura sostenibile, che
offra prodotti sani e ricavati da pratiche agricole che tutelano l’habitat e
aiutano la sopravvivenza delle specie degli ambienti rurali. Questo Piano
invece – conclude – va nella direzione opposta. Chiediamo dunque un cambio netto di rotta”.

Nella lettera inviata dalla LIPU all’assessore Russo, in particolare, si
evidenzia come il PSR pugliese ignori, per esempio, la grande rilevanza
naturalistica delle steppe, formazioni erbose seminaturali che vengono
utilizzate come pascolo permanente. Ambienti però dissodati, spietrati e
messi a coltura: dagli 80mila ettari degli anni Cinquanta, si è passati ai
29mila ettari del 2000. “I pascoli permanenti o steppe – fa notare Rossi –
portano non solo benefici alla biodiversità, ma svolgono funzioni ecologiche di grande rilievo come la fissazione dell’anidride carbonica, la protezione
del suolo contro l’erosione e la desertificazione, la regolazione delle
acque e degli equilibri idrogeologici”.

Secondo la LIPU, inoltre, il PSR non prevede aiuti per la zootecnia
biologica o per le colture da foraggio in agricoltura biologica, una
pratica – sottolinea la LIPU – indispensabile per una gestione corretta e il
ripristino delle steppe, e inoltre per favorire la diffusione della rotazione delle colture, la cui semplificazione è invece all’origine dell’impoverimento dei suoli e della riduzione della biodiversità negli ecosistemi agricoli.

Un’altra critica della LIPU al PSR si rivolge alla misura per la
diversificazione del paesaggio agricolo (la n.216 “Sostegno agli
investimenti non produttivi”), che prevede la messa a dimora di siepi,
boschetti e altri elementi tipici del paesaggio, misura che non risulta
accompagnata da una specifica azione agroambientale per la copertura dei
costi di manutenzione o la compensazione del mancato reddito per gli
agricoltori. Se non si porrà rimedio a questa carenza, la LIPU teme il
fallimento della misura.