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Carabinieri Forestali:

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Dopo il vile episodio di Peschici, la LIPU auspica nomine rapide dei vertici sul Gargano.

A due settimane dall’incendio che ha distrutto due mezzi di servizio in dotazione al Comando stazione dei Carabinieri Forestali del reparto Parco a Peschici, non si è a conoscenza di sviluppi delle indagini. Tuttavia l’accaduto appare con ogni probabilità ascrivibile ad atti intimidatori maturati nel difficile contesto di contrasto a interessi poco ortodossi per le risorse territoriali del comprensorio garganico e alle consuete e permanenti minacce al patrimonio ambientale (tagli boschivi, bracconaggio, abusivismo, gestione illecita dei rifiuti, ecc).

Nel riservarsi la costituzione di parte civile in eventuali procedimenti a carico dei responsabili di questo deprecabile gesto, la LIPU auspica una rapida definizione degli ufficiali al vertice dell’Arma dei Carabinieri Forestale che sovrintendono il Comando del reparto Parco (ex CFS – CTA con sede a Monte S. Angelo, specifico per la vigilanza dell’area protetta del Parco Nazionale del Gargano) e il Comando del reparto Biodiversità (ex CFS – reparto ex ASFD con sede in Foresta Umbra, specifico per la vigilanza delle Riserve Naturali dello Stato in Capitanata).

Il 15 novembre scorso andava in pensionamento il comandante Claudio Angeloro, a capo del reparto Biodiversità. Ancor prima, ormai da circa 4 mesi, il comandante Mario Palmieri non era più al vertice del reparto Parco. In entrambi i casi non sono stati nominati i nuovi ufficiali per questi incarichi apicali.

Per quanto tali ruoli siano assicurati in via temporanea da facenti funzione – evidenzia Enzo Cripezzi della LIPU –, appare importante assicurare il pieno assetto di comando e di coordinamento, con incarichi ai vertici di questi due reparti”. Reparti che, unitamente al reparto dei Carabinieri Forestali del Comando Provinciale, svolgono un ruolo assolutamente cruciale per il controllo del territorio, la repressione delle criminalità ambientali e soprattutto per la prevenzione e deterrenza dei fenomeni illeciti.

Foggia, 28.12.2022                                LIPU odv – Sezione prov.le Foggia


	

Smaltimento illecito di rifiuti nelle campagne

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Il Prefetto incontra le associazioni ambientaliste

Hanno chiesto e ottenuto un incontro in Prefettura le Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, LIPU e ARCI, per rappresentare la crescente preoccupazione delle comunità di Capitanata rispetto ai reiterati episodi di smaltimento illecito di rifiuti nelle campagne del foggiano.

Facendo seguito alle denunce depositate da Italia Nostra in Procura e DDA, consapevoli dell’apertura di un fascicolo di indagine recentemente aperto dalla procura, gli esponenti delle Associazioni hanno enumerato una serie di illeciti verificatisi  già da tempo (fanghi contaminati da rifiuti speciali), ma accentuatisi negli ultimi tempi, con abbandono di ecoballe, inerti edilizi, scarti di produzione agricola, all’interno dei quali non si escludono rifiuti speciali.

Alla luce della loro decennale esperienza nel monitoraggio e presidio del territorio, a danno del quale da gran tempo denunciano gli attacchi, sia a livello di consumo di suolo, diventato dissennato con la proliferazione incontrollata di  impianti industriali di energie rinnovabili, sia a livello di sversamenti di reflui nei terreni, nei canali e negli alvei dei fiumi, hanno esposto un ampio dossier delle emergenze che attanagliano le comunità riguardo al rischio di pesante contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo.

Si paventa, infatti, che la deprecabile pratica di smaltire rifiuti nelle campagne e ai bordi delle strade rurali rischia di replicarsi, diventando una pratica ricorrente e diffusa, senza che si possa ragionevolmente ipotizzare un controllo a tappeto, notte e giorno, da parte delle forze dell’ordine su un territorio di enormi dimensioni quale è la piana del Tavoliere.

Gli ambientalisti, dopo aver richiamato i fenomeni simili verificatisi nel passato da cui sono derivati diversi procedimenti penali, che, purtroppo, non hanno impedito agli stessi soggetti di proseguire le attività di raccolta rifiuti grazie a un semplice cambio della ragione sociale dell’azienda, al contempo, hanno inteso esporre le loro proposte di soluzione che, inevitabilmente vanno nella direzione della prevenzione, atteso che ogni intervento di repressione è compito della Procura che sta già procedendo anche per risalire agli autori degli sversamenti, partendo dall’esame della tipologia di rifiuti, senza escludere traffici transregionali di probabile matrice mafiosa.

Tra le ipotesi prospettate quella avanzata dal rappresentante della LIPU, Enzo Cripezzi, che suggerisce di potenziare il controllo del territorio con l’ausilio più estensivo e preventivo delle nuove tecnologie di monitoraggio (foto/video trappole) per agevolare le indagini in caso di illeciti nelle aree rurali, anche a garanzia di una maggiore sicurezza nelle campagne e per gli agricoltori, nonché attraverso un monitoraggio più esteso su webgis per mezzo di droni, chiedendo il coinvolgimento dell’aeronautica militare della base di Amendola in occasione dei momenti di esercitazione di volo di questi particolari mezzi.

Ad avviso di Pino Maccione, Legambiente, e Tonino Soldo, Arci “Maria Schinaia”, atteso che la provincia di Foggia è tra quelle maggiormente interessate da fenomeni di illeciti in campo ambientale, lo stato di insicurezza delle campagne risulta tanto più inquietante in quanto rispecchia lo stato di degrado della città e dintorni, dove l’accumulo di rifiuti sparsi intorno ai contenitori o sversati nella periferia ha raggiunto ultimamente livelli insostenibili. Questo accade perché non si riesce a chiudere il ciclo dei rifiuti e ad attuare finalmente una seria raccolta differenziata che comprenda anche la frazione organica.

In conclusione, Pina Cutolo, Consigliere Nazionale di Italia Nostra, ha richiamato la specificità e rilevanza del territorio di Capitanata per le sue eccellenze nella produzione agricola, oltre che per il suo paesaggio agrario,  la cui peculiarità è stata rimarcata in una recente pubblicazione curata dalla stessa; un paesaggio che rischia di sparire sotto un cumulo di rifiuti e una distesa nera di pannelli fotovoltaici e agrovoltaici che sottraggono suolo fertile a un territorio vocato da secoli all’agricoltura.

Foggia 26.10.2022

Pina Cutolo, Consigliera Nazionale e Presidente Italia Nostra Foggia

Enzo Cripezzi, responsabile LIPU Capitanata

Pino Maccione, Legambiente Circolo Gaia

Tonino Soldo, ARCI “Maria Schinaia”

Eolico. Puntata Imma Tataranni realistica e fondata !

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Da Anev attacchi intollerabili.   LIPU alla RAI:  solidarietà alla fiction, basta 20 anni di omertà mediatica.

Nell’ultima puntata (13 ottobre) della  serie TV su Rai1 “Imma Tataranni – Sostituto procuratore (disponibile su RaiPlay ), è riportato magistralmente in chiave romanzata e sintetica (4 minuti – link) un frammento realistico dei caratteri invasivi dell’eolico, emblematico dell’agonia paesaggistico territoriale, dell’ingiustizia e dell’inquinamento morale con cui questa tecnologia colpisce vaste aree del Mezzogiornofoto tataranni eolico

Modalità aggressive e senza concertazione sociale degli insediamenti eolici, rumore assordante per quanti lavorano o addirittura sono costretti a viverci in prossimità, bellezza del territorio rurale trasformato in una “via crucis”, uccelli colpiti dai rotori eolici…. sono stati il dialogo descrittivo degli attori.

Un passaggio di verità più unico che raro sullo schermo TV, considerando 20 anni di omertà dei grandi media e del servizio pubblico RAI sullo scempio del Sud, con un qualunquismo imperante nei talk nazionali, estromettendo dalla parola chi è costretto ad ospitare questi impianti. Un contesto falsificato in nome della “energia pulita” usata (a torto) come ricatto per imporre centinaia e centinaia di questi impianti industriali, con annessi sbancamenti, elettrodotti, stazioni elettriche.

Sconcertante, quindi, la reazione scomposta dell’Anev (l’Associazione degli industriali del vento) che, per una volta (!), ha visto minato il condizionamento mediatico che esercita e ha attaccato la serie televisiva RAI sciorinando ipocrisie a sostegno dell’eolico, addirittura con la pretesa minacciosa di “… provvedimenti in modo tale da riparare a quanto trasmesso”. Una richiesta di censura intollerabile!

Altro che le bufale dell’Anev! Non c’è che l’imbarazzo della scelta per constatare di progetti eolici, massivamente autorizzati e in autorizzazione a danno delle comunità rurali, con procedimenti privi delle più elementari attenzioni in materia di tutela territoriale e della biodiversità, o con piani paesaggistici, cosi come pianificazione di “Aree non idonee”, tenuti in ostaggio.  E questa NON E’ FICTION !

Quella dell’ANEV è un’offesa per una situazione inqualificabile che dilaga in tutto il Sud grazie a una iper deregulation regalata dalla mala politica, è la reazione di chi ha le mani nella marmellata e difende un business lucrosissimo (tra sussidi ed extra profitti) irrispettoso di una crisi economica senza precedenti. Per di più con la maschera da “salvatori del mondo”, a dispetto di una analisi energetica sull’eolico che in Italia è impietosa: gli 11.000 MW di capacità eolica contribuiscono per circa l’1,5% di tutto il fabbisogno energetico complessivo della Nazione (elettrico, termico, trasporti, ecc). E di scarsa qualità poiché intermittente, con costi aggiuntivi per compensarne la produzione aleatoria.

Esprimiamo gratitudine per i 4 minuti che hanno interpretato la realtà e il diffuso risentimento delle popolazioni meridionali sull’eolico – dichiara Enzo Cripezzi, referente LIPU per Puglia e Basilicata –, nonché piena solidarietà a regia, sceneggiatori e interpreti della fiction di Imma Tataranni per il deprecabile attacco dell’ANEV”.

Anche noi – concludono alla LIPU – per ragioni opposte all’ANEV, chiediamo un riscontro urgente ai vertici RAI e alla prossima Commissione parlamentare di Vigilanza della TV pubblica : paradossalmente quella tratteggiata nella fiction è stata solo una goccia di verità, troppo poco nell’irrispettoso mare di narrazione fiabesca sull’eolico, con le conseguenze che oggi presentano il conto”.

Foggia, 18.10.22                         LIPU odv – coord Puglia e Basilicata

Dal 1° ottobre caccia anche ad allodole e acquatici. Oltre al bracconaggio

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LIPU: 3 Oasi di Protezione per la ZPS del manfredoniano

appostamento di caccia
appostamento di caccia

Con la cosiddetta “pre-apertura”, in Puglia la caccia è iniziata per diverse specie già al primo di settembre. Ai sensi del Calendario Venatorio, dal 1 ottobre è aperta la caccia anche ad Allodole e uccelli acquatici (anatre in particolare). La ZPS (Zona di Protezione Speciale) Paludi presso il Golfo di Manfredonia, definita ai sensi delle direttive comunitarie, ospita zone umide tra le più importanti del Mediterraneo ed  è particolarmente esposta  a questo genere di attività venatoria, sia a carico delle specie interessate che di molte altre che subiscono disturbo, se non caccia di frodo.

Sebbene la politica delle istituzioni sia tutt’altro che all’altezza delle necessità di tutela (link) delle emergenze faunistiche, la ZPS e la Capitanata può ora beneficiare di 3 Oasi di Protezione richieste ed ottenute dalla LIPU nel Piano Faunistico Venatorio regionale (link).

Si tratta di 3 aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della ZPS nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria , da anni invocate dalla LIPU alla Regione.  Precisamente si tratta di :

Oasi di Protezione Lago Salso (link) –  per circa 589 Ha, realizza una fascia di rispetto ampia fra 300 e 650 m sui versanti sud ed est  della omonima zona umida, funzionale a prevenire il fenomeno del bracconaggio sull’area Parco del lago Salso ma anche a tutela di mosaici agrari  e dell’area costiera (al netto delle urbanizzazioni turistiche), particolarmente frequentati in inverno da aironi, anatre, Allodole, Gru e Chiurli. L’Oasi era stata prevista su iniziativa dalla stessa Regione già nella bozza di Piano Faunistico Venatorio (maggio 2018) ma con un perimetro inadeguato e modificato (bozza di Piano rev maggio 2019) sposando la proposta della LIPU.

Moretta tabaccata zapponeta
Moretta tabaccata uccisa da bracconaggio

Oasi di Protezione Foce Carapelle (link) –  per circa 82 Ha. L’area è caratterizzata da un ambiente lagunare costiero con acqua salmastra e pantani retrodunali a sud del villaggio Ippocampo. Annovera specie faunistiche nidificanti (Fraticello, Fratino, Cavaliere d’Italia, Gabbiano roseo, ecc) di prioritario interesse oltre che molte specie di passo e svernanti (limicoli, anatre, fenicotteri). La presenza faunistica purtroppo è sempre stata  precaria a causa della caccia di frodo con appostamenti fissi sulla spiaggia, oltre che disturbo e alterazioni delle preziose praterie di salicornia (habitat di interesse comunitario).

Oasi di Protezione Canale Regina (link) –  per 237 Ha a sud di Zapponeta, contigua alle Riserve Naturali Statali “Combattenti” e “Saline di Margherita di Savoia” e alla Azienda Faunistico Venatoria “S. Floriano”. Di assoluta importanza sia per strategica posizione nella prevenzione del pesante bracconaggio alle zone umide confinanti che per la spiccata vocazione faunistica annoverando, a seconda dei periodi, falchi di palude, grillai, anatre, occhioni, chiurli e centinaia di Gru.

La ZPS e queste Oasi di Protezione ricadono in uno dei peggiori Black Spot italiani del bracconaggio (Coste e zone umide pugliesi), individuati nel  “Piano d’azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici” (sottoscritto in conferenza Stato Regioni). Non a caso anche i Carabinieri Forestali (Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Ufficio Comando di Roma), impegnati nella gestione delle Riserve dello Stato e in attività di controllo e repressione degli illeciti contro la biodiversità, nel 2018 si esprimevano autorevolmente a favore della protezione di tali aree nei confronti della Regione, evidenziando tra l’altro che queste “…costituiscono territori cruciali per la tutela dell’avifauna presente nelle Riserve di eccezionale valore zoologico. L’istituzione delle oasi di protezione renderebbe più efficaci i controlli e le azioni per prevenire il bracconaggio e avrebbe cosi sensibili ricadute positive anche sullo stato di conservazione delle aree protette.”.

Un risultato di estrema importanza per la biodiversità in Capitanata, – commenta Enzo Cripezzi della LIPU pugliese – frutto di un impegno volontaristico, qualificato e decennale con cui sono state ricercate, istruite e trasmesse le argomentazioni, dimostrando il valore esponenziale delle aree sul piano conservazionistico oltre che le minacce da bracconaggio e usi impropri”.

Sebbene non sia giuridicamente vincolante ai fini del divieto venatorio (il cacciatore è tenuto a conoscere i confini delle aree protette) si spera che al più presto sia realizzata la tabellazione perimetrale di tali aree.

Foggia, 4.10.22                                       LIPU OdV – sezione prov.le Foggia