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Eolico. seminari a porte chiuse, solo per i sindaci: le critiche della LIPU

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Gestire la risorsa eolica per il territorio”, un seminario di formazione gratuito A PORTE CHIUSE organizzato dall’Istituto Nomisma lunedì 6, presso il palazzo Amgas in Foggia, rigorosamente riservato ad Amministratori locali, allo scopo di comprendere i “reali” impatti sull’ambiente e sul paesaggio, i rischi e le prospettive dopo il Regolamento eolico regionale e in vista del PEAR, la bontà dei progetti rispetto alla giungla di offerte delle aziende… con tanto di relazioni di istituti bancari e di esponenti di società eoliche.

E quindi A PORTE CHIUSE si discuterà in realtà di come fare soldi con l’eolico, demandando la soluzione degli impatti alle …. stesse società (!) in un perfetto CONFLITTO DI INTERESSI ormai gravemente consolidato sull’argomento.

Questo accade in uno scenario, la Capitanata, che ha perso già migliaia di ettari devastati dall’ingordigia “eco-compatibile” dell’eolico industriale sovvertendo ogni ordine urbanistico.

Eolico industriale che, ancor più gravemente e silenziosamente, si appresta a divorare ulteriori migliaia di ettari e ogni angolo di ruralità con centinaia e centinaia di torri eoliche industriali grazie alla farsa di pareri ambientali positivi già emessi dagli uffici regionali senza contare tante altre valutazioni in dirittura d’arrivo.

Uno scenario fin troppo silenzioso che ha visto soccombere miseramente la politica, con l’imposizione e l’addomesticamento delle regole (PRIE docet) e l’aggiramento illegittimo delle norme. Uno scenario dove faccendieri senza scrupoli si aggirano nelle campagne per strappare contratti di concessione, generando timore negli agricoltori con lo spauracchio degli espropri e proponendo un piatto di lenticchie rispetto all’affarone (milioni e milioni di euro).

Dov’è la politica?  Dove le istituzioni?

E’ proprio vero: quando arriva la speculazione indotta dagli affari della ”torta” eolica la Politica vacilla ed esce rovinosamente dalla scena mentre la democrazia partecipata abdica in favore dei giochi economici. Rimane solo la “copertina” patrocinante del Assessorato Regionale all’Ecologia e di quella del Comune di Foggia.

Quest’ultimo, forse, dovrebbe (pre)occuparsi non solo di patrocinare eventi opinabili come questo ma anche di aprire il confronto sulle due centrali eoliche industriali (e non solo) progettate nel capoluogo Dauno e su cui permane da tempo un alone di black-out informativo. Almeno fino a quando saranno riservatamente approvate in consiglio comunale.

Ma si può stare tranquilli, ironizza la LIPU: l’iniziativa si realizza nell’ambito di “energETICAmente”, settimana dell’educazione all’energia sostenibile.

ALLA FACCIA DELL’ETICA !

Foggia, 05 nov 2006                          LIPU – Sezione  Prov.le Foggia

Relitto Eden V. ULTERIORI, INQUIETANTI NOVITÀ RILEVATE DA LIPU, VAS E WWF

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relitto edenV ortofoto 

A conferma dei timori espressi da LIPU, VAS e WWF della provincia di Foggia per la Duna di Lesina in relazione al progetto di rimozione del relitto navale “Eden V”, le stesse Associazioni segnalano una gravissima, inquietante novità.

Si tratta dell’apertura di piste e pericolosi movimenti terra, da parte d’ignoti, con distruzione sistematica e rimozione della macchia mediterranea, sulla duna di Lesina e proprio all’altezza del relitto navale presso la pista esistente.duna lesina pista aperta

Il tutto è stato già segnalato al Corpo Forestale dello Stato e da questi riscontrato con la  richiesta di conoscere gli esiti delle indagini.

Quella che era una pista impervia che conduceva a mare nei pressi della Eden V ora sta per trasformarsi in una pista larga e a  “doppia corsia”, preludio all’assalto temuto dalle associazioni ambientaliste da parte del turismo di massa e del bracconaggio, nel cuore di una delle aree più integre e meglio conservate del Parco.

La domanda che sorge, evidenziano LIPU, VAS e WWF, è inquietante. A chi interessa che si aprano comode strade d’accesso fino al cuore della duna?

Le Associazioni sottolineano come l’area di Lesina, e l’istmo lagunare in particolare, sia una zona “caldissima”, al centro di appetitosi interessi mai sopiti di assalti edilizi e di pseudo-turismo di rapina, nati negli anni 70 e 80 con i progetti di lottizzazione “Karumba” e ancora oggi tornati alla ribalta, ad esempio con il progetto di lottizzazione “Lesina 2”.

Incuneare strade, piste e strutture antropiche sulla duna di Lesina, significa fare un colossale regalo a qualcuno e avviare al degrado uno dei fiori all’occhiello del Parco Nazionale del Gargano. Questo è il pericolo più grave cui si va incontro con la rimozione della Eden V.

LIPU, VAS e WWF considerano come un primo positivo segnale la disponibilità  al confronto da parte dell’assessore all’ambiente della Provincia in seguito al loro intervento sulla vicenda, non mancando però, al pari dell’avviso emesso per la vendita e rimozione del relitto, di “avvisare” pubblicamente le società interessate che l’intervento in questione va assoggettato alla Valutazione d’Incidenza come previsto da precise normative di riferimento e in alcun caso aggirabili e che su questa procedura faranno valere le proprie ragioni.

Foggia, 19.10.2006 

LIPU – Sez. di Foggia        VAS – Sez. di Foggia        WWF – Sez. di Foggia

Dall’Oasi LIPU in Puglia al Mali in Africa, un balzo migratorio di 4mila chilometri per due avvoltoi

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Successo per la liberazione dei due giovani capovaccai effettuata in agosto nell’Oasi LIPU Gravina di Laterza nell’ambito di due progetti condotti da LIPU (Progetto POR Puglia su capovaccaio e altri rapaci) e WWF Toscana (Progetto Capovaccaio), con la Provincia di Grosseto, la Regione Puglia, il Comune di Laterza e l’INFS.

Erano partite dall’Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA) lo scorso 23 agosto, dopo un breve periodo di ambientamento. Poi Arianna ha volato per oltre 4mila chilometri ed è giunta, il 16 settembre, in Mali, Africa.  Barbara, invece, si è fermata in Sicilia, in attesa di compiere il grande balzo verso il continente africano. Soddisfazione, dunque, per LIPU e WWF, le due associazioni che hanno portato avanti questo progetto, insieme a Provincia di Grosseto, Regione Puglia, Comune di Laterza e l’ Istituto Nazionale Fauna Selvatica, teso a reintrodurre e rafforzare l’esigua popolazione di Capovaccaio in Italia, ridotta ormai a poche coppie. Giunta la terzo anno consecutivo (dopo il rilascio di Laerte nel 2004 e di Ali e Turchino nel 2005), la collaborazione tra gli enti sta dando quindi buoni frutti, e fa ben sperare per il futuro della specie nel nostro Paese. La speranza – dicono i ricercatori coinvolti – è che questi esemplari possano tornare a riprodursi in quest’area dopo alcuni anni trascorsi in Africa.

Nati da genitori spagnoli nell’ambito del progetto Capovaccaio del WWF Toscana e Provincia di Grosseto, Arianna e Barbara, all’età di due mesi, sono state portate nello spettacolare scenario dell’Oasi LIPU Gravina di Laterza e dotate di anelli di riconoscimento, microchip e radio satellitari, fornite dalla Provincia di Grosseto e dal Comune di Laterza, nell’ambito del progetto POR-Puglia “Piano d’azione per la conservazione del Capovaccaio nella ZPS pSIC Area delle Gravine”. Qui, grazie al progetto avviato dalla LIPU, sono state abituate gradualmente alla libertà, dopo alcuni giorni passati in una cavità idonea ricavata nella roccia, già attrezzata per poterle rifornire di cibo e acqua, sotto lo sguardo attento di una telecamera e la costante attenzione dello staff di ricercatori. Il 23 agosto, come già descritto, il volo che le ha portate verso Sud, l’una in Sicilia, l’altra fino in Mali. I dati pervenuti dalle due radio satellitari sono di grande interesse scientifico: per la prima volta si conosce la rotta che seguono i capovaccai italiani e l’area di svernamento, costituita, appunto, dal Mali, nei pressi di  Timbuctu.

Il primo successo dell’operazione Capovaccaio si ebbe già nel 2004. Il giovane Laerte, 20 giorni dopo aver lasciato la gravina di Laterza, era stato osservato da alcuni volontari della LIPU sull’isola di Marettimo (Egadi), in compagnia di altri capovaccai giovani ed adulti. “L’avvistamento a Marettimo ha un significato speciale – spiegano i ricercatori Guido Ceccolini, Anna Cenerini, Vittorio Giacoia, Filippo Bellini e Marco Gustin –  perché quell’isola è l’ultima tappa italiana per molti migratori prima di attraversare il mare e raggiungere l’Africa. Nel 2006 – aggiungono – abbiamo iniziato a fare le cose in grande, con l’applicazione di radio satellitari ai due soggetti liberati alla gravina, con lo scopo di seguire passo dopo passo i loro spostamenti sino in Africa”.

“La giovane Arianna, grazie alla radio satellitare a zainetto – concludono – ci ha dato un’inconfutabile riprova che le liberazioni sono una validissima misura di aiuto per evitare l’estinzione del capovaccaio in Italia”

Per seguire la rotta migratoria dei capovaccai e il dettaglio delle tappe della migrazione: www.capovaccaio.it

17 ottobre 2006                          Ufficio stampa      LIPU-BirdLife Italia

GRAVE PERICOLO PER LA DUNA DI LESINA DALLA RIMOZIONE DEL RELITTO NAVALE “EDEN V”

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La denuncia di LIPU, VAS e WWFrelitto edenV ortofoto

Grave pericolo per la Duna di Lesina a causa di un mostro che dorme nel mare e che inaspettatamente si decide di eliminare. Si tratta della rimozione del relitto navale “Eden V” con progetto dell’assessorato all’ambiente della Provincia di Foggia da promuovere con finanziamenti dello stesso Ente e a mezzo bando di gara pubblico, già discusso e stilato nell’ambito di una conferenza di servizio tra Enti a vario titolo coinvolti.

Le Associazioni ambientaliste della provincia di Foggia LIPU, VAS e WWF intervengono sulla vicenda, considerando la cura così come concepita, ovvero  la rimozione della nave naufragata, più nociva della malattia ovvero della presenza del relitto stesso.

Le Associazioni ambientaliste hanno, pertanto, inoltrato un atto di diffida, con richiesta d’accesso agli atti, all’Assessorato Ambiente della Provincia di Foggia, Parco Nazionale del Gargano, Capitaneria di porto di Manfredonia, Comune di Lesina, Ispettorato Forestale, Settore Ecologia della Regione Puglia e Corpo Forestale dello Stato.

Le associazioni denunciano il grave impatto su fauna, flora e paesaggio determinato dal cantiere di non poco conto che sarà realizzato sulla spiaggia finalizzato ufficialmente a favorire la rimozione graduale del relitto navale.

Ma aspetto di gran lunga più grave è la frequentazione e l’incremento della mobilità viaria determinata, quanto meno, dai mezzi pesanti interessati dal cantiere che dovranno trasportare lungo il delicato istmo dunale la nave pezzo per pezzo.

Senza contare, evidenziano ancora LIPU, VAS e WWF, le conseguenze, gravissime determinate dalla prevista  “stabilizzazione” e “consolidamento” delle attuali piste che si sviluppano sul cordone dunale sabbioso e che così diventeranno delle vere e proprie carreggiate.

È evidente che a margine di tale intervento, già di per sé deleterio, vi sarà una nuova esposizione dell’istmo dunale, del tutto incontrollabile e ingestibile, al turismo di massa nel cuore della spiaggia più integra, per non parlare del bracconaggio, diurno e notturno, paradossalmente con un danno ben superiore rispetto alla presenza del relitto navale.

Il tutto si traduce, denunciano LIPU, VAS e WWF,  in una vera e propria modifica permanente dell’assetto territoriale, con la realizzazione d’opere finalizzate alla mobilità, per altro di mezzi pesanti, vietate nelle “Zone 1” dalle misure di salvaguardia del decreto istitutivo del Parco e a nulla può valere la secondaria utilizzazione come piste taglia fuoco allo scopo di giustificare speculativamente le opere.

L’iniziativa si tramuterà in un irreversibile colpo al cuore di una delle aree più integre e meglio conservate del Parco Nazionale del Gargano e per questo in gran parte ricompresa come Zona 1 dello stesso.

L’intervento proposto, evidenziano le Associazioni ambientaliste,  non rispetta neanche  le prescrizioni del regolamento d’attuazione del piano di gestione del pSIC “Duna e Lago di Lesina – Foce del Fortore” approvato dal Parco del Gargano nel 2002 che vieta <<qualsiasi intervento che possa provocare la perdita o la diminuzione delle caratteristiche naturali delle aree>>. Il piano di gestione è anche a conoscenza dell’Unione europea in quanto era stato realizzato nell’ambito di un progetto Life attuato dal Parco.

LIPU, VAS e WWF  ritengono che il Piano di rimozione del relitto possa contemplarsi esclusivamente via mare e con l’insediamento di un cantiere nei pressi del relitto, dal carattere assolutamente temporaneo e che contempli il perfetto ripristino dello stato dei luoghi alla fine dei lavori. Il tutto non senza aver rispettato le vigenti normative di riferimento dell’area protetta e dei siti Natura 2000 presenti, ovvero del SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) che insistono proprio sull’area d’intervento, e rispetto ai quali Regione ed Ente Parco assumono particolari responsabilità nei confronti dell’Unione Europea.

Per LIPU, VAS e WWF un progetto con tali conseguenze ambientali non può essere affrontato e risolto nella sconcertante disinvoltura di conferenze di servizio.

Secondo un copione tipico dell’improvvisazione, il piano di rimozione del relitto in questione appare definito senza prevedere le prescrizioni derivanti dall’assoggettamento dell’intervento alla “Valutazione d’Incidenza”,  prevista e non aggirabile dalla attuale normativa.

Per questi motivi, le Associazioni, riservandosi di adire alla Autorità Giudiziaria in caso di prosieguo dell’iniziativa, hanno chiesto all’Ente Parco e all’Ente Provincia di Foggia  i verbali e le risultanze delle sedute della conferenza di servizio relativa alla rimozione del relitto, alla Capitaneria di Porto di Manfredonia di sospendere la pubblicazione dei bandi per i lavori, al Corpo forestale dello Stato la verifica e la vigilanza preventiva dei luoghi allo scopo di prevenire ogni manomissione dell’ecosistema dunale, all’Assessorato  Ecologia della Regione Puglia  di conoscere le istanze dei procedimenti di Valutazione d’Incidenza che saranno eventualmente intrapresi dai proponenti l’intervento di rimozione del relitto.

Foggia, 10.10.2006

LIPU- Sez. di Foggia         VAS– Sez. di Foggia         WWF- Sez. di Foggia

Seconda diga sul Fortore: il Presidente Stallone regista della solita coreografia.

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Ambientalisti chiedono a Giunta e Consiglio Provinciale di pronunciarsi sulla compiacenza ad un progetto inutile, dannoso e costoso.

Che la Provincia di Foggia non brillasse per attenzione e rispetto del territorio e per serie politiche di tutela ambientale era ormai assodato…. Ma che la sua massima figura rappresentativa, il Presidente Carmine Stallone, si adoperasse per scendere ancora più in basso, questo rappresenta il fondo in cui si sta grattando !

Non può che essere senza appello il giudizio espresso dalle Associazioni Ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF a proposito del nuovo incontro tenuto dal Presidente Stallone a Palazzo Dogana con alcuni enti locali interessati dal progetto della famigerata, quanto inutile, seconda diga sul fiume Fortore.

L’incontro si è configurato con il solito copione di promesse per gli enti locali purché ammorbidiscano le posizioni di diniego, fino ad affermare con grande ambiguità la necessità di considerare un approccio globale “tenendo conto dell’impatto ambientale”….

Traspare tutto il maldestro senso dello sviluppo adottato dalla politica nostrana della Provincia di Foggia: disastrare il territorio in cambio di qualche sistemazione stradale e un po’ di soldi e infrastrutture. Ma lo sviluppo armonico del territorio non dovrebbe essere prima di tutto un diritto delle piccole comunità piuttosto che mera merce di scambio?

Le questioni relative alla seconda diga progettata sul Fortore sono ben altre, ben più serie e non a caso ben tenute a margine.

Ad avviso delle Associazioni Ambientaliste si tratta di un percorso inutile e senza via di uscita, che si caratterizza per essere privo di merito, come dimostrato, e che sta solo consolidando la possibilità di perdere i pur insufficienti finanziamenti previsti da una delibera del CIPE di circa un anno fa, allorché il progetto fu spacciato per immediatamente cantierabile !

Eventualità di cui gli attori improvvisati di questo processo dovranno assumersi le responsabilità, per essersi arroccati su posizioni qualunquiste senza esplorare, alternative alla diga sbarra-soldi, valutando il colossale spreco di risorse idriche e la eventuale interconnessione dei bacini idrografici.

Ancora una volta la Provincia di Foggia e il suo Presidente si caratterizzano per mancanza di rispetto e di trasparenza nei confronti delle Associazioni Ambientaliste quando si tratta di temi “scottanti”. Un pezzo di società civile, infatti, fin dal gennaio di quest’anno aveva chiesto un confronto per rappresentare le proprie posizioni.

E’ evidente: Stallone conferma di temere il confronto con gli ambientalisti e preferisce non incontrarli.

Gli ambientalisti non elemosineranno più incontri. Hanno inoltrato una richiesta del verbale dell’incontro di lunedì scorso, riservandosi di trasmettere un esposto alla Corte dei Conti per spreco di denaro pubblico.

Gli Ambientalisti chiedono pubblicamente ai membri di Giunta e di Consiglio dello stesso Ente di non rimanere dietro le quinte ma di esprimersi pubblicamente sull’atteggiamento del Presidente Carmine Stallone alla luce delle dichiarazioni di Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF che ribadiscono come l’opera sia assolutamente inutile, enormemente costosa e gravemente impattante su vaste aree territoriali.

Italia Nostra                        Legambiente             LIPU               VAS                WWF

Foggia, 27.07.06