Archivi categoria: Biodiversità, fauna, flora e habitat

#AdocchiaunFratino!

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E’ la campagna LIPU per il simbolo delle spiagge di Capitanata, grazie a un poster con il CSV Foggia.

Il Fratino Charadrius alexandrinus, fa parte dei “limicoli”, uccelli che vivono principalmente in ambienti umidi caratterizzati dall’acqua bassa (spiagge e paludi fangose, come le saline) nutrendosi di insetti e piccoli organismi che trova nel limo.poster Fratino

Questa specie è ormai in drastico crollo numerico e rischia seriamente di scomparire  da molte spiagge italiane e, in particolare, della Capitanata. Oltre che dalle poche zone umide idonee, la vita del Fratino dipende in gran parte dalla spiaggia. Qui trova il suo cibo e nidifica in una semplice conchetta nella sabbia, riparata da frammenti di conchiglie e sassolini, su suoli salini e fangosi con poca vegetazione (altre volte tra i ciottoli), vicino all’acqua ma al riparo da possibili inondazioni, come le dune.

Per avere successo nella riproduzione il Fratino confida nel mimetismo del piumaggio e delle sue uova ma nulla può contro l’alterazione dei litorali o la distruzione dei nidi a causa della “pulizia” meccanica delle spiagge in periodi sbagliati o la disattenzione dei bagnanti, e a volte dei loro cani.

Queste minacce causano la distruzione delle nidificazioni incidendo sempre più negativamente sulle esigue popolazioni della specie.

Mentre questi simpatici animali stanno iniziando a occupare i siti dove cercheranno di nidificare, un bellissimo poster realizzato dalla LIPU in collaborazione con il CSV – Centro Servizi al Volontariato di Foggia è, quindi, il fulcro della campagna di sensibilizzazione all’insegna dell’ hashtag

#AdocchiaunFratino!

Il poster, impreziosito dalle foto di Luigi Sebastiani e Roberto Sauli, è in diffusione e sarà esposto presso gli uffici comunali costieri, scuole, stabilimenti balneari, istituzioni culturali, aree protette…. e ovviamente sarà regalato a simpatizzanti e soci LIPU che vogliono sostenere questa importante attività di volontariato, partecipando direttamente alle azioni di monitoraggio e tutela o veicolando il poster nei punti più utili allo scopo oppure iscrivendosi all’Associazione.

La LIPU di Capitanata intende cosi consolidare il lavoro pluriennale dei volontari per la protezione del Fratino e dei suoi ambienti, nella speranza che, unitamente ad altre simili azioni concertate in Italia nell’ambito del CNCF (Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino), il Fratino possa evitare di estinguersi e continui ad animare le nostre spiagge nel segno di una armonia tra Uomo e Natura

Tutti sono quindi invitatati a contattare la LIPU provinciale per collaborare.

Foggia, 28.01.22                                   LIPU OdV – Sezione prov.le Foggia

ennesima Lontra morta sulla litoranea

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Purtroppo ancora una Lontra uccisa dal traffico veicolare sulla maledetta litoranea della riviera sud di Manfredonia.

lontra morta 14.1.21
Lontra morta 14.1.21, ph F. Rinaldi

La carcassa è stata rinvenuta da Franco Rinaldi , volontario della LIPU, che l’ha prontamente segnalata e successivamente è stata conferita sempre dalla LIPU all’Istituto Zooprofilattico di Foggia per le indagini necroscopiche (ph F. Rinaldi) .

Salgono quindi a 7 gli esemplari morti su questa triste arteria stradale.

Foggia 15.1.21

LIPU odv – Sez. prov Foggia

un Falco pellegrino, caro a Federico II, rinvenuto il giorno della nascita dell’Imperatore

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26 dicembre 1194, nasceva Federico II, il Puer Apuliae. Federico II
Questo 26 dicembre un Pellegrino, tra gli animali più amati dall’imperatore naturalista, è stato rinvenuto in difficoltà nel centro storico di Bovino, a breve distanza da quel Castello ampliato proprio da Federico II.   Tutto torna !
pellegrino dic2020
Un bel lavoro di squadra della comunità bovinese e questo splendido esemplare ci è pervenuto in sole 2 h di coordinamento.
Un sincero grazie a Lea Durante, Sebastiano Cagna, Michele Russo, Fernando Scapicchio (Ass. Amici dei randagi), il comandante della polizia locale Antonio Sgambati e il Sindaco Vincenzo Nunno.
Il Pellegrino sta bene, tornerà  prestissimo alla vita selvatica dopo un po’ di degenza presso il centro recupero della Regione.
Foggia 26.12.20      LIPU odv -Sez prov Foggia

Recupero fauna in difficoltà in Capitanata. LIPU e OIPA:

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 Disinteresse insopportabile di Regione e Provincia, nessun rispetto per il volontariato.

Quello degli animali selvatici feriti o in difficoltà, in Capitanata sta IMG_20200627_203112603ormai diventando una piaga caratterizzata da totale disinteresse istituzionale. Decine e decine di rondoni, falchi, aironi, rondini, civette, gufi, verzellini, cardellini, passeri, ricci, testuggini, volpi….  in difficoltà perché giovani individui o perché feriti… Un lavoro pesante e oscuro: solo da marzo sono centinaia (!) le richieste di soccorso da tutta la Provincia di Foggia a cui le onlus ambientaliste LIPU e OIPA sono costrette a fare da parafulmine, sacrificando ore e ore di volontariato quotidiano, risorse finanziarie per l’alimentazione, il primo soccorso e lo spostamento degli animali, cercando di veicolarli per prenderli in carico e poi di conferirli all’unico Centro di riferimento e previsto per legge per il recupero, quello presso l’Osservatorio Faunistico Regionale di Bitetto (Ba). A 140 km dal capoluogo dauno!!

Un onere decisamente insostenibile – afferma Linda Tortorelli dell’OIPA -. Ma anche intollerabile, se si pensa che malgrado responsabilità istituzionali questa situazione ormai va avanti da qualche anno”. Anche con la presenza del Centro Provinciale di prima accoglienza fauna presso il lago Salso. Sulla carta !

Già da qualche anno – precisa il responsabile della LIPU, Enzo Cripezzi – LIPU e OIPA avevano già e più volte posto la questione sempre più grave alla Regione Puglia, al Governatore Emiliano e al Dipartimento Agricoltura – Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali, responsabile del Servizio di soccorso fauna, nonché  alla Provincia di Foggia, maldestramente delegata in proposito dalla Regione con decine di migliaia di euro, che non è dato sapere come siano stati spesi, malgrado reiterate richieste!”. Rimane, quindi, solo una responsabilità del tutto formale in capo alle Polizie locali che dovrebbero prendere in carico gli animali in base alla competenza territoriale e conferirli al più vicino Centro, quindi a Bitetto (*).

Prassi che di fatto non funziona: in quasi tutte le città daune la polizia locale si sottrae a tale obbligo. E se si presta, spesso lo fa programmando una trasferta dopo giorni. Oppure tergiversa come a S. Severo, dove l’Amministrazione comunale chiede dati e documenti per assumersi responsabilità, senza però concretizzare alcuna sinergia. Ed è anche una prassi irrazionale e irragionevole, almeno in Capitanata alla luce delle distanze da coprire: si immagini se nel giro di qualche giorno si dovesse trasferire al Centro regionale di Bitetto un airone da Lesina, un rondone da Foggia, un gufo da S. Severo….  Ognuno per le rispettive competenze, più viaggi separati, con rispettive pattuglie, con centinaia di km, con un irrazionale spreco di risorse e di inquinamento. Insomma una follia !

Eppure nell’ambito della vertenza, anche con incontri in Regione Puglia, LIPU e OIPA avevano prospettato, oltre alla situazione inaccettabile e insostenibile, anche una possibile soluzione (tra le altre) almeno temporanea ma immediata: coinvolgere una figura istituzionale come il Servizio Vigilanza Ambientale della Regione (personale ex Polizie provinciali, dislocate sui territori) o la Provincia di Foggia (beneficiaria di fondi legati allo scopo su cui sembra vigere il “segreto di Stato”) o una figura privata come un corriere o una associazione, delegata almeno a trasportare la fauna in difficoltà pervenuta in stallo alle associazioni ambientaliste, dalla Capitanata (almeno da Foggia) al centro di Bitetto. Il tutto con una spesa decisamente irrisoria e una razionale gestione degli spostamenti!

Niente di niente! Risposte zero. Coinvolgimento zero. Riscontri zero. A fronte di responsabilità istituzionali della Regione e di una Provincia latitante, il peso insostenibile di tale onere è ancora scaricato sul volontariato, non già chiamato a contribuire nel segno della sussidiarietà ma lasciato ad arrangiarsi a far fronte a innumerevoli sollecitazioni invocate dai cittadini che, alla fine, non si fidano e non provano nemmeno più ad approcciare con le istituzioni affidandosi solo al volontariato. E forse hanno ragione !

Foggia, 31.7.2020                          LIPU  e  OIPA   –  Sezioni  prov.li  Foggia

(*)   DGR 1558 del 2.8.19, art.8

DGR 1558 del 2.8.19, art.8

Lago salso: l’altra verità !

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Sta diventando stucchevole il tam tam lanciato in questi giorni per evitare la liquidazione della “SpA lago Salso”, con l’obiettivo di cedere l’intero pacchetto azionario della società in quota all’Ente Parco del Gargano a vantaggio del socio privato di minoranza, Centro Studi Naturalistici. Si può comprendere l’enfasi di quest’ultimo, più che “interessato” alla vicenda, ma non è etica la mistificazione oltre ogni limite ergendosi quasi a padreterni dell’ambientalismo, nei confronti di una opinione pubblica non strutturata sia culturalmente che sul piano della conoscenza. “E’ bene riportare almeno qualche informazione più aderente alla serietà – evidenzia Enzo Cripezzi della LIPU pugliese -“.

cicogne sequestrate lago Salso

I falchi Grillai al lago Salso ci sono arrivati grazie a una dinamica di espansione spontanea della popolazione che ha interessato questa come altre zone daune, cosi come dimostrano indagini sulla specie. Semmai il Centro Studi con uno dei suoi Life avrebbe dovuto insediare due colonie di questa specie a Monte S. Angelo e S. Giovanni… Ma quando il fallimento di tali obiettivi era evidente si liberarono individui presso il lago Salso per vantare impropriamente qualche merito confidando in realtà nell’espansione spontanea della specie sul Tavoliere.

La Cicogna iniziò anch’essa a nidificare spontaneamente in zona e decine di individui ormai estivavano sulla pedegarganica lasciando presagire nuove nidificazioni cosi come stava avvenendo in altre zone d’Italia. L’oneroso programma di insediamento della specie nell’oasi lago Salso ha avuto solo il merito di accellerare questa dinamica, per altro con tecniche di detenzione di animali vivi mentre altrove si ottenevano gli stessi risultati con sagome per simulare gli animali. Animali vivi che rimasero in una detenzione penosa, anche a fine progetto: con la pretesa che potessero rimanere in cattività (con relativi costi di gestione) senza alcuna finalità conservazionistica oggettiva, furono spostati a zimbello delle scolaresche nelle voliere (anch’esse nell’Oasi) del centro recupero della Provincia che cosi rimase con il “cerino” in mano, fino alla morte di qualche esemplare, il subentro della Magistratura e l’affidamento di 11 esemplari alla LIPU con relativa riabilitazione e liberazione.

Le roboanti 1500 Gru che “svernano a lago Salso” vanno anch’esse raccontate: lo svernamento di migliaia di esemplari in Italia è un recente fenomeno che localmente non è affatto circoscritto al lago Salso ma, anzi, ha epicentro (dormitori) in un ben più vasto comprensorio che comprende tutte le zone umide costiere del Golfo e aree interne, come ben sanno esperti e appassionati. Cosi come la Lontra non è giunta a lago Salso con la bacchetta magica di qualcuno bensì grazie alla dinamica espansiva della specie che, dopo i degradi ambientali anni 60, sta lentamente ripopolando areali storici tramite, ma non solo, il reticolo idrografico, come dimostrano anche i 5 esemplari deceduti (di cui 4 rinvenuti e recuperati dalla LIPU) sulla litoranea tra lago Salso e torrente Cervaro.

I prati allagati realizzati nella superficie aziendale del lago Salso con il Life “lago Salso rappresentano una azione di rispristino ambientale di indubbio interesse rispetto ai seminativi preesistenti. Tuttavia non si può sottacere che la vocazione all’impaludamento di quei terreni avrebbe favorito un analogo progetto condotto da qualsivoglia altro soggetto radicato nella gestione dell’area. Per contro con quel progetto furono realizzate anche opere di regolazione idraulica che paradossalmente hanno determinato la sofferenza e il prosciugamento nella “valle di mezzo” con gravi conseguenze.

Ancora con il vantato Life “zone umide sipontine sarebbe stato più coerente se nella zona Riservetta non si fossero cancellati quasi 10 Ha di prezioso habitat prioritario a salicornieti per realizzarci un altro habitat prioritario poi da celebrare. Lo stesso Life si prefiggeva di recuperare 110 Ha dell’originario habitat alofilo (steppe salate mediterranee) nella Riserva Frattarolo. Al contrario oggi si può prendere atto perfino di un peggioramento del trend di riduzione di quell’habitat e l’area continua a evolvere in un immenso canneto.

Tra i meriti vantati vi è poi la conversione in pascolo di 280 ettari agricoli aziendali del lago Salso. Questa fu una delle misure concordate anni fa da Comune e Regione (con ½ Mln di euro) per ottemperare alla condanna comunitaria e compensare il danno perpetrato nella ZPS pedegarganica dall’industrializzazione del contratto d’area. Alla LIPU fu proposto di collaborare per definire azioni per chiudere l’infrazione comunitaria. “Declinammo l’invito – ricorda Cripezzi – consapevoli che quella che doveva essere una azione esemplare sia per coerenza scientifica che deterrente per evitare futuri degradi, era invece una operazione finalizzata a chiudere la partita con la medaglietta della legittimazione”. Realizzare pascoli aridi in una zona soggetta a naturale impaludamento era come pretendere di compensare un campo di patate con una risaia! Ci pensò il Centro Studi a fare da salvagente e a prestarsi anche per quella misura (consolidandosi nella SpA). E come temuto dalla LIPU, la goffa chiusura della vertenza comunitaria richiamò in carreggiata Energas con la pretesa di poter industrializzare l’area a sud di quella già compromessa.

Ennesimo vanto fuori luogo al lago Salso, il Life “Tetrax” per la reintroduzione delle Galline prataiole, che la Commissione Europea ha troncato, respingendo anche le controdeduzioni,  con la chiusura anticipata (!) e taglio dei finanziamenti per incapacità gestionali, non senza richiamare mancanze e responsabilità riconducibili al beneficiario Centro Studi, con affermazioni eloquenti: … Dopo più di 4 anni dall’inizio del progetto non è disponibile nemmeno una gallina prataiola allevata nella nursery, in quanto i tentativi di riproduzione sono falliti…. Appare inverosimile che 12 delle 14 uova non fossero fertili… I rapporti di monitoraggio sono insufficienti in quanto la descrizione contenuta al loro interno è povera e generica E quindi il Centro Studi non solo, grazie all’affair “compensazione” da condanna comunitaria, aveva già “ripristinato” (!?) un presunto habitat prioritario di pascolo steppico (habitat 6220*) nell’area lago Salso, dove non potrebbe mai essere realizzato, ma…. prevedeva nella stessa area (!!!!) il ripristino di 280 Ha del medesimo habitat (di nuovo !) tra gli obiettivi ufficiali del Life “Tetrax”. E oggi si ha la pretesa di chiedere il sostegno a titolo di “post-Life” anche se il Life è stato chiuso anticipatamente dalla CE senza il raggiungimento di uno solo degli obiettivi dichiarati nel progetto!

Infine, la minacciosa previsione: senza la SpA 100% al Centro Studi, il lago Salso sarebbe preda di speculazioni con svendita della proprietà comunale a privati. Grottesco quanto comico se si pensa che l’area è plurivincolata, gravata perfino da usi civici e non ha più grandi superfici agricole “produttive”.

La politica ambientale è una cosa seria! – conclude Cripezzi – Ancor più seria dovrebbe essere quella ambientalista di una “associazione”.  Definizione opinabile se come nel caso del Centro Studi Naturalistici si  fa dell’ambiente un prioritario settore di guadagno, forse legittimo ma non senza conflitti di interesse, con operazioni disinvolte, perfino con studi ambientali al servizio di numerosi piazzisti di pale e pannelli. Che sarebbe già discutibile per un professionista, se tali studi si prestassero indebitamente a legittimare impianti in territori delicati o oltre misura. E’ deprecabile se fatto come “associazione” di tutela ambientale.

E’ quindi stonato e fuorviante il tam tam per “salvare” NON il lago salso ma la sua SpA (!!), strumento spiccatamente privatistico (non soggetto alla trasparenza di un Ente pubblico) e quindi discutibile per gestire un’area pubblica, che inizialmente fu creato non per quali lungimiranti obiettivi gestionali del compianto Fusilli (chiamato strumentalmente in ballo), bensì per dare impulso al coinvolgimento di una coop di 40 LSU di Manfredonia a cui poi subentrò il Centro Studi nel 2009. E’ legittimo parteggiare per qualunque posizione ma non è tollerabile che si predichino narrazioni romanzate (spesso prive di fondamento) come realtà assolute dietro le quali ci sono altre verità.

Foggia, 18.12.2019                                       LIPU onlus – coord della Puglia