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Gargano: da Parco nazionale a Parco giochi per armieri e cacciatori

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Pareri sconcertanti di Provincia ed Ente Parco legalizzano sparatorie e provocazioni venatorie. La LIPU denuncia alle Autorità preposte.

Si scrive Game Fair, si legge promozione di armi, munizioni e caccia, con tanto di attività di tiro e contorno di falconeria.pianadiCalenella

E’ la fiera autorizzata il 6 e 7 settembre prossimi nella baia di Calenella, a Vico del Gargano, dentro l’area protetta e proprio dall’Ente Parco !

Il tutto con l’ormai solito, superficiale parere ambientale positivo (Valutazione di Incidenza) rilasciato dal dirigente dell’ufficio VIA della Provincia di Foggia, con una valutazione di merito di 2 righe. Anzi, una riga e mezza !!!!

“A pagare – precisa Enzo Cripezzi della Lipu pugliese – sarà proprio il principio fondante di “area protetta”, sovvertito e umiliato da una iniziativa  diseducativa per la crescita culturale e fuorviante per il rispetto di un Parco Nazionale. E’  prevista perfino una tavola rotonda sulla “gestione della fauna selvatica”, proprio in questo che è tra i comprensori più caldi d’Italia in quanto a caccia e bracconaggio !”

Alla tavola rotonda siederanno a braccetto il Presidente del Parco Pecorella e quello di Federcaccia, la rappresentanza di Legambiente nazionale e quella del Comitato Nazionale Caccia e Natura, organizzazione di armieri e cacciatori. Oltre al Presidente di Federparchi, Sammuri, noto per le sue sensibilità verso il mondo venatorio.

Ma a pagare saranno anche l’ambiente della zona e le regole, per l’occasione buttate nella spazzatura.

E’ del 22 agosto scorso la nota di denuncia con ogni effetto di legge trasmessa dalla LIPU agli Enti che direttamente hanno autorizzato (Comune di Vico, Ente Parco, Provincia di Foggia) e al Ministro dell’Ambiente, al Corpo Forestale, alla Protezione Civile regionale e ai Vigili del Fuoco, fino al  Servizio Territorio della Regione.

La LIPU ha contestato la pericolosità per il rischio di incendio e le attività espressamente vietate dalle norme di salvaguardia e dai regolamenti in area parco, quali le attività di sparo, il disturbo alla fauna selvatica, il trasporto di armi, l’introduzione in aree aperte di animali alloctoni e l’uso di rapaci da falconeria in attività di liberazione/predazione di animali equiparate ad attività di caccia.

La fiera, infatti, sarà realizzata con stand, parcheggi, postazioni di tiro e tutto quello che ne consegue per l’assistenza ai visitatori (ristorazione, impiantistica, gestione dei rifiuti, bagni chimici… ) in un luogo del tutto privo di strutture antropiche. Investirà una superficie di 30 ettari ricadenti in area IBA e Area Parco, di cui 15 ettari anche in Sito di Importanza Comunitaria (SIC della Pineta Marzini), dopo 15 giorni di lavori di cantierizzazione.

Ognuno può avere le proprie legittime posizioni sull’attività venatoria e non ci siamo mai sottratti al confronto– conclude Cripezzi- ma non si possono cosi platealmente sovvertire le regole e mistificare la caccia al punto da arrivare a forzature di questo genere”.

E’ chiamato a risponderne politicamente il presidente Pecorella dal quale non si possono accettare posizioni ambigue: se gradisce farsi coinvolgere dalla lobby dei cacciatori e dall’industria di armi e munizioni può farlo ma non trascini il Parco del Gargano che rappresenta a nome della Nazione.

Ma anche il dirigente D’Attoli, più che a capo dell’ufficio Valutazioni Ambientali della Provincia sembra ormai guidare un ufficio “Regali Ambientali”.

Intanto questo fine settimana si vedrà se e quali esiti avrà avuto l’istanza di legalità (e moralità) invocata dalla LIPU, tutt’ora senza riscontro.

Foggia 04.09.2014                                                LIPU -Sezione prov.le Foggia

Capitanata: ancora bracconaggio

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Nuovo intervento del CFS coordinato con la LIPU

Nuovo intervento del Corpo Forestale dello Stato per la repressione degli illeciti nelle campagne Daune e precisamente di quella odiosa pratica che è la caccia di frodo: in questo caso caccia in periodo platealmente vietato.

Anche nella prima mattinata di domenica attivisti della LIPU erano impegnati nel consueto monitoraggio a specie e habitat di interesse conservazionistico sui territori rurali.

Zone frequentate massicciamente dagli animali in questo periodo migratorio con l’arrivo di Allodole, falchi, Quaglie e altre specie che passano sulle nostre zone o si insediano per nidificare.

In aree prossime alla zona di Amendola gli attivisti notavano con binocoli e cannocchiali due bracconieri intenti a sparare liberamente con tanto di cani da caccia al seguito.

La LIPU quindi chiedeva l’intervento del Corpo Forestale dello Stato. Cosi una pattuglia, rapidamente intervenuta e dopo una articolata azione di avvicinamento, sorprendeva i due soggetti in chiaro atteggiamento di caccia.

Questa azione fa il paio con altre azioni già condotte dal CFS tra gennaio e febbraio per contrastare la piaga del bracconaggio a ridosso delle zone umide e nelle campagne della Capitanata. Poi contro danni al patrimonio e abusivismo sul Gargano a metà marzo.

Questa volta è prontamente intervenuto il Comando Stazione di Manfredonia.

Ovviamente, l’accaduto conferma che il fenomeno è quanto mai preoccupante e attivo. “Cacciare in periodi vietati o di notte, con reti, registratori o altri mezzi illeciti, uccidere specie protette o cacciare in aree protette… rappresentano forme di bracconaggio fortemente lesive del patrimonio naturalistico del nostro territorio e, oseremmo dire, perfino dell’immagine degli stessi cacciatori.- afferma Enzo Cripezzi della LIPU pugliese, che prosegue – Sparare proprio ai riproduttori selezionati dalla migrazione, in questo periodo di inizio nidificazione e di passo pre-riproduttivo, è deprecabile poiché determina danni aggiuntivi a quelle popolazioni di uccelli più vulnerabili e agli esemplari che hanno il compito di perpetuare la vitalità di queste popolazioni.”

Senza contare che queste pratiche inducono anche un forte disturbo in periodo delicato a specie di grande importanza e tipiche delle nostre campagne come falchi Grillai, Albanelle, Occhioni.

La LIPU esprime apprezzamento per l’impegno del Corpo Forestale in compiti e zone tutt’altro che semplici. Ma la LIPU ringrazia anche quegli agricoltori sensibili che spesso insieme alla LIPU sono parte attiva e propositiva per un migliore controllo e gestione del territorio.

Foggia 07.04.14                                                         LIPU – Sezione prov.le Foggia

Caccia, in Puglia stanno per votare una legge vergogna.

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In discussione la nuova legge regionale, tra illegittimità costituzionali e contenuti inaccettabili, quali il rilancio dei richiami vivi, l’aumento della stagione venatoria, la libera caccia su tutto il territorio agli uccelli migratori. “Il Presidente Vendola fermi questa deriva da ultrà della caccia”.

“La Puglia si appresta a votare una delle peggiori leggi sulla caccia d’Italia, infarcita di illegittimità costituzionali e ricca di contenuti intollerabili. Il Presidente Vendola intervenga immediatamente per fermare questa legge vergogna ed evitare che la Puglia si candidi a maglia nera d’Italia”.

E’ il commento di Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf alla proposta di legge a firma del Consigliere Pentassuglia di modifica della legge regionale sulla caccia, la n. 27/98, che andrà a breve in Consiglio.

“La filosofia con cui Pentassuglia ha impostato la sua proposta aumenta ancor più la distanza tra la legge pugliese e la legge statale per la tutela della fauna (la legge 157/92), recependola in modo confuso e contraddittorio e in alcuni casi infrangendola palesemente. Una proposta all’insegna della pessima caccia, che genererà immediati ricorsi alla Corte Costituzionale, ai TAR e alla Commissione europea.

La proposta conferma la caccia libera agli uccelli migratori in tutta la Regione (modifica all’art. 25 comma 4), spiegandola con la motivazione della caccia di necessità (oggi inesistente) e senza alcuna pianificazione e gestione sostenibile delle specie di uccelli migratori. Tutto ciò, in macroscopica violazione della legge 157 e della recente sentenza della Corte Costituzionale. 

Ancora, la proposta prevede le squadre di cacciatori per esercitare il controllo faunistico (modifica all’art. 34 comma 10), una condizione incompatibile con le esigenze di rigore del controllo che nulla dovrebbe avere a che fare con la caccia.

Inoltre, la proposta incrementa l’uso dei richiami vivi (modifica all’art. 36 comma 7bis), una delle pratiche più vergognose e intollerabili che si possano immaginare nell’attività venatoria.

Vengono poi incrementati i permessi di caccia giornalieri negli ATC (modifica all’art.14 comma 5), di fatto equiparando il territorio agrosilvopastorale al territorio delle aziende private la cui prevalente finalità è vendere la “selvaggina pronta caccia” a chi paga per sparare.

Incredibilmente, la proposta prevede poi recinzioni alte 2 metri (contro gli 1,20 previsti dalla legge nazionale) per poter istituire i fondi chiusi alla caccia (modifica all’art. 38 comma 2), rendendo economicamente impossibile ai cittadini che desiderassero il proprio terreno escluso da attività di caccia.

La proposta non manca di autorizzare l’anticipo della caccia a partire dal 1° settembre (modifica all’art. 31 comma 3), mentre sono in pieno svolgimento le attività turistiche degli agriturismi, è alto il rischio incendi (divieto di accensione di fuochi fino al 15 settembre) e la maggioranza delle specie animali ha ancora gli ultimi piccoli da svezzare. Così come prevede la possibilità di estendere la caccia anche a febbraio (modifica dell’art. 31 comma 4), quando la maggioranza delle specie di uccelli è in migrazione pre-nuziale e sarebbe opportuno un divieto totale di caccia.

Dulcis in fundo, Pentassuglia riduce drasticamente le risorse destinate alla tutela della fauna (modifica dell’art. 54 comma 1), facendo passare dal 40 al 10% le risorse trasferite dalla Regione alle Province per tale finalità.

Un quadro sconfortante, se non incredibile, che offende i milioni di pugliesi non cacciatori e appunto fa della Puglia una delle peggiori ragioni italiane in materia venatoria. Il nostro appello a tutte le forze politiche di buon senso e al Presidente Vendola: intervenga, rimettendo un minino di gerarchia tra la bellezza della natura, la tranquillità dei cittadini e lo strapotere dei fucili e per evitare di far spendere inutilmente  sodi alla collettività in ricorsi e contenziosi.

Roma, 8 novembre 2013

Ufficio stampa Lipu

Tel. 0521.1910706

Aprire la caccia alle Tremiti ?

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LIPU e VAS : Pessima trovata elettorale, avulsa dalla legge e fuori dal tempo.

Quali politici accoglieranno la proposta di aprire la caccia alle isole Tremiti ? A chi viene lanciata questa brutta proposta in periodo elettorale ?

Il piccolo arcipelago delle Tremiti, oltre che una perla paesaggistica, è una delle zone di più elevato interesse per gli uccelli selvatici, intenso crocevia di flussi migratori trans-adriatici. L’importanza faunistica le è valso l’inserimento nella Rete Natura 2000 come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) oltre che nella Riserva Marina omonima e nel Parco Nazionale del Gargano.

Ora la trovata dell’Amministrazione comunale di Tremiti, capeggiata dal Sindaco Fentini, di chiedere l’apertura della caccia sulle isole (vedi delibera).

Per altro con confusa contraddizione : da un lato si chiede che l’attività venatoria possa essere aperta ai soli residenti, oggi “ghettizzati” (!), e dall’altra si magnificano le conseguenze positive, “attraendo cosi altre più importanti, numerose presenze invernali”, lasciando intendere un “turismo” legato alla caccia, tutt’altro che riservata ai soli residenti.

In realtà cosa penserebbero le migliaia di turisti di una isola che non riconosce questi valori e li consegna all’attività venatoria?

Infatti la caccia in isole cosi piccole e strategicamente collocate nel mezzo dell’Adriatico, costituisce una gigantesca trappola per gli uccelli stremati che vi sono inevitabilmente attratti per sostare durante la traversata migratoria. Animali sfiancati che, invece di un rifugio e possibilità di alimentarsi, trovano una accoglienza “esplosiva” e senza scampo.

Le “aree contigue”, rivendicate per le Tremiti su quasi metà delle isole maggiori – fanno notare LIPU e VAS – sono in realtà zone da individuarsi sull’esterno del perimetro dei parchi cosi come prevede la L.394/91 sulle aree protette, allo scopo di conciliare e regolamentare l’attività di caccia per i residenti, appunto, delle zone interessate.

Al tempo stesso, queste aree contigue aperte alla caccia sarebbero tutelate da un regime di gestione territoriale che impedirebbe usi impropri o speculativi del territorio, promovendone invece un utilizzo sostenibilite.

Ciò avrebbe dovuto essere perseguito sul Gargano come invocato da anni dagli ambientalisti e invece si è assistito a disordinate espansioni del cancro edilizio, favorite da una perimetrazione deforme.

Non è possibile realizzare aree contigue “dentro” la perimetrazione esistente, come invece si vorrebbe proporre per le Tremiti, perseguendo di fatto una modifica della stessa perimetrazione con la fuoriuscita dall’area protetta, evidentemente vero obiettivo dell’amministrazione comunale .

Una proposta irricevibile, improvvisata per interessi di bottega – concludono le Associazioni ambientaliste LIPU e VAS – che non tiene conto delle autentiche vocazioni dell’arcipelago e che sarà avversata nelle sedi regionali e ministeriali.

Il Sindaco e il Consiglio comunale dovrebbero prendere atto che la caccia alle Tremiti, purtroppo, è già e da sempre illegalmente aperta, sotto forma di bracconaggio, una piaga di plateale illegalità a giudicare dagli spari che si odono in certi periodi e che ben difficilmente possono essere attribuiti a cacciatori non residenti !

Ma il Sindaco, che dovrebbe essere primo garante della legalità sul proprio territorio, va in direzione opposta !

Foggia, 28.01.13

LIPU – sezione prov.le Foggia                          VAS – sezione prov.le Foggia

Caccia : in punta di piedi arrivano modifiche alla Legge Regionale pugliese

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Pentassuglia (PD), l’antiparco inventore del Parco “non protetto” delle Gravine in cui cacciare liberamente, propone ora un Disegno di Legge che peggiorerebbe la norma in materia venatoria.

ENPA, Italia Nostra, LAV, LIPU e Legambiente intercettano un nuovo tentativo di deregolamentazione venatoria. A firma del noto consigliere Pentassuglia (PD), approda nella Commissione Regionale interessata un Disegno di Legge per modificare la Legge regionale in materia di caccia.

E come è ovvio non prevede un quadro roseo.

Che Pentassuglia (PD) fosse dalla parte di “caccia selvaggia” e non da quella dei Parchi lo si era capito: qualche settimana fa destava le proteste del mondo ambientalista per un emendamento “ammazzaparco” introdotto a tradimento con un poco elegante colpo di mano nella legge di bilancio. Si voleva consentire cosi la caccia DENTRO l’area, cosiddetta “protetta”, del Parco delle Gravine, in contrasto con altre leggi quadro, anche dello Stato e quindi sovraordinate.

Su Youtubehttp://www.youtube.com/watch?v=DqEchBCIV0g – è possibile ammirare il consigliere Pentassuglia mentre passa dall’improbabile ruolo di paladino degli agricoltori raccoglitori di olive a quello di difensore di chi trasporta armi NEL parco, non mancando di tirare in ballo la mancanza di democrazia, le vessazioni e il “fare cassa” con i verbali. Da parte di chi? … di chi rappresenta lo Stato e le Istituzioni facendo doverosamente rispettare le leggi? Affermazioni che rischiano di legittimare il bracconaggio (!).

Ma in attesa che sia rimossa la norma “ammazzaparco” per le Gravine, le Associazioni ambientaliste registrano invece il tentativo di peggiorare la Legge Regionale n.27/98 e quindi la caccia in tutta la Puglia.

Naturalmente non è stata prevista alcuna audizione preventiva mentre, nel merito, spiccano :

– la rimozione del divieto di caccia nella fascia di rispetto di 100 m. dalle aree protette;

– la mancanza del principio di divieto venatorio durante la riproduzione e la migrazione primaverile (pre-riproduttiva) come previsto dalla legge quadro nazionale;

– l’eliminazione delle misure accessorie rispetto alle violazioni penali, quando si ricorre all’oblazione, disattendendo la potestà esclusiva dello Stato in materia di disposizioni di carattere penale;

– la penalizzazione delle oasi di protezione, dirottando le percentuali dei fondi previsti e svincolando le Province da precisi obblighi sull’utilizzo di detti fondi;

– l’imposizione illegittima e contro la legge quadro nazionale con cui i terreni agricoli interdetti alla caccia dagli agricoltori debbano essere provvisti di recinzioni più alte e quindi più onerose;

– l’eliminazione del tetto massimo di cacciatori provenienti da fuori dell’ambito territoriale di caccia (ATC) favorendo cosi un eccessivo ingresso di cacciatori non legati a quel territorio e quindi avulsi  dal mantenimento delle risorse faunistiche.

ENPA, Italia Nostra, LAV, LIPU e Legambiente hanno perciò immediatamente presentato le proprie osservazioni al Disegno di Legge indirizzandole ai membri della Commissione interessata, chiedendo una audizione, ma anche trasmettendole al Governatore Vendola e all’Assessore al ramo Stefàno.

Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà dialogo e soprattutto se ci sarà la concreta volontà di evitare peggioramenti di una legge che già alcune Associazioni avevano da tempo condannato per alcuni contenuti deprecabilmente aggravati negli anni scorsi.

Bari, 31.01.2011
ENPA
Italia Nostra Puglia
LAV Puglia
LIPU Puglia
Legambiente Puglia