Soccorso Fauna

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  • INFORMAZIONI UTILI
    PER IL PRIMO SOCCORSO AD ANIMALI SELVATICI IN DIFFICOLTÀ
    (testi in parte tratte da siti LIPU di altre sezioni)

  • In Puglia la LIPU non ha centri di recupero e pertanto, in caso di necessità, può apportare un primo soccorso nell’attesa di cure specifiche che per legge sono demandate al più vicino centro recupero o di prima accoglienza fauna. Al momento quello più vicino è il Centro di recupero della Regione presso l’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto (Ba). Il Centro di prima accoglienza in provincia di Foggia è al momento chiuso.
  • Questa attività di soccorso fauna avviene attraverso soci che, senza alcun compenso, impegnano ore del loro tempo, con i limiti che questo comporta. La LIPU non è, come spesso si ritiene, l’Ente obbligato a intervenire comunque ed in ogni dove, anche se lo fa con enormi sacrifici sostituendosi all’inefficienza delle istituzioni preposte per legge.
  • E’ opportuno sapere DGR 1058 del 2022 estratto su recupero faunache per legge la polizia locale sarebbe tenuta a conferire l’animale selvatico rinvenuto, presso il più vicino centro recupero fauna, sebbene spesso tali enti siano riluttanti o impossibilitati a intervenire
  • Ricorda, inoltre, che alcune specie (es. i  falchi) sono particolarmente rare e rivestono particolare importanza per gli equilibri naturali. Sarebbe utile trasmettere in ogni caso alla LIPU segnalazioni di queste specie indicandone località e altre circostanze del rinvenimento (o della semplice osservazione), allo scopo di avere maggiori conoscenze che in ogni caso saranno mantenute riservate.
  • Ti invitiamo preliminarmente a valutare la tua situazione specifica tramite questa applicazione https://animaliferiti.lipu.it/ con cui comprendere se prendere l’animale (in caso di Rondoni, sempre) e contattare la LIPU o la Polizia locale, o se cercare di ricollocarlo dove rinvenuto (magari in una situazione meno vulnerabile, nel raggio di qualche decina di metri), come nel caso di giovani di gazza, piccione e passeriformi vari, cosi da non sottrarli ai genitori in zona che continuano ad alimentarli fino a quando diventano autonomi


Il contenitore ottimale per il trasporto e una prima degenza

Materiale
Scatola di cartone con alcuni fori praticabili con una penna o un punteruolo. sistemare carta assorbente sul fondo cosi da evitare che le deiezioni possano sporcare il piumaggio
Dimensioni
Adeguate all’animale, né troppo strette per garantire una certa libertà, né troppo ampie per evitare che si dibatta, soprattutto nei casi di frattura agli arti
Collocazione
Luogo in penombra e tranquillo
EVITARE
Gabbie (possono rovinare il piumaggio, sacchetti di plastica, troppi spostamenti, luoghi rumorosi, contatto con la gente.
Per il trasporto
In assenza di scatola di cartone per gli uccelli usare un panno che copra bene ma delicatamente la testa dell’animale o lo avvolga interamente in maniera ordinata, rispettando piumaggio e posizione degli arti.
ATTENZIONE
Mammiferi roditori, scavatori o dotati di robuste dentature possono facilmente bucare il cartone. Alla lunga anche rapaci, Corvi e Cornacchie possono forare le scatole. Per una degenza non immediata o in presenza di animali estremamente eccitati è preferibile impiegare trasportini in plastica per cani / gatti eventualmente oscurati con un panno. Per prevenire fughe è utile collocare la scatola in una stanza chiusa e senza comunicazioni con l’esterno.
 

Motivi più comuni per cui
un animale non riesce a reggersi in piedi

UCCELLI
Cause Descrizione e diagnosi
Fratture, traumi colonna vertebrale e bacino ala/i abbassate, zampa/e a penzoloni, scrosci alla palpazione
Traumi cerebrali Perdita di coscienza. Testa piegata, diametro diverso delle pupille
Infezioni al cervello torcicollo
Avvelenamenti abbattimento, movimenti scoordinati, diarrea
Enteriti diarrea, penne pericloacali sporche
Denutrizione abbattimento, debolezza
MAMMIFERI
Cause Descrizione e diagnosi
Fratture se interessano più arti
Debilitazione animale poco reattivo, con sensorio abbattuto
Trauma cerebrale animale svenuto, diverso diametro pupille, ferite/ematomi
Trauma midollare animale sveglio, mancanza di sensibilità e/o motilità zampe

 


Pronto soccorso per i pulcini e giovani

In primavera spesso capita di trovare pulcini caduti dal nido o bisognosi di aiuto. Nel 90% dei casi non sono affatto caduti dal nido e non hanno bisogno di aiuto. Infatti i piccoli di molti uccelli, quali i passeriformi, escono dal nido anche prima di essere perfettamente in grado di volare come gli adulti. Sono pertanto goffi e impacciati e fanno tenerezza; in realtà quasi sempre non sono caduti dal nido ma semplicemente sono involati e non sono ancora in grado di cavarsela da soli. Infatti vengono accuditi dai genitori, che sicuramente sono nei pressi ed attendono che vi allontaniate per tornare da loro per accudirli. In questo caso non bisogna assolutamente portarli via, perché difficilmente ci si può sostituire ai genitori nel difficile compito di allevarli e farli crescere correttamente. Al massimo è possibile toglierli da pericoli immediati, quali vicinanza di strade, predatori o altro, ponendoli in un luogo appartato e riparato ma non lontano; in questo modo i genitori in contatto con i richiami, quando vi allontanerete, potranno tornare ad accudirli. Non è vera la diceria secondo cui non bisogna toccare gli uccellini perché altrimenti i genitori, sentendo il nostro odore potrebbero abbandonarli: questo può valere per i mammiferi, ma non per gli uccelli, in cui l’olfatto non è particolarmente sviluppato.
Allontanatevi presto, per evitare che i genitori abbandonino i piccoli, non potendo tornare a causa del pericolo che la nostra presenza costituisce: quasi sempre l’istinto di sopravvivenza è più forte dello stimolo alle cure parentali.

Se però il pulcino è molto piccolo, non ha penne sviluppate o mostra ferite ha bisogno di aiuto e allora dobbiamo intervenire. Spesso un pulcino ritrovato dopo ore dalla caduta è disidratato e infreddolito. È necessario riscaldarlo e reidratarlo. Se si tratta di un pulcino nidicolo di passeriforme e non ha penne, deve stare a temperatura di 30-32C mentre dopo circa una settimana di vita, quando ha già le penne sviluppate, necessita di 21-27C. Altre specie coperte di piumino o nidifughe sono meno sensibili alla temperatura ed è sufficiente utilizzare un sistema di riscaldamento con lampada in una “scatola a due camere”.
Per reidratarlo non bisogna mai dargli latte, indigesto. Piuttosto che acqua tiepida sarebbe ottimale somministrare delicatamente, con una siringa senza ago o un contagocce, circa 0.5 ml di soluzione isotonica facendo attenzione a non spruzzarla troppo violentemente, facendola così penetrare nelle vie respiratorie. In questo caso è molto alto il rischio di soffocamento. Nel caso i pulcini già impiumati siano bagnati e infreddoliti, li si può asciugare e riscaldare ponendoli vicino ad una stufa, o esponendoli a una lampada.

Soluzione isotonica per uccelli denutriti e disidratati
Acqua calda 1 litro
Zucchero 1 cucchiaio da minestra
Sale fino 1 cucchiaino da tè colmo
Reidratare giornalmente l’animale con una quantità di soluzione tra il 4% e il 10% del peso corporeo ripartita in almeno 3 somministrazioni
Menu per granivori denutriti
Farina gialla 2 cucchiai
Pastone all’uovo per canarini 1 cucchiaio
Farina bianca 1 cucchiaino
Omogeneizzato di carne 1 cucchiaino
Omogeneizzato di verdura 1 cucchiaino
Acqua calda quanto basta per rendere fluido
Già dal primo giorno lasciare cibo ed acqua a disposizione
Menu per insettivori e carnivori denutriti
Omogeneizzato di carne
Acqua calda quanto basta per rendere fluido
Già dal primo giorno lasciare cibo ed acqua a disposizione

 


Pulcini nidifughi e nidicoli

Se proviamo a raffigurarci un pulcino sorgerà l’imbarazzante dubbio di immaginarlo implume con la bocca spalancata e implorante cibo dal soffice giaciglio del nido, oppure a correre dietro madre chioccia pigolando e becchettando. E infatti non tutti i pulcini degli uccelli sono uguali.

Esistono due categorie principali:

  • Pulcini inetti o tardivi o nidicoli: nascono in un nido e sono per lo più implumi, con occhi chiusi alla nascita, incapaci di muoversi e accuditi interamente dai genitori;
  • Pulcini precoci o nidifughi: nascono coperti di piumino, attivi, con occhi aperti. Sono capaci, spesso nel tempo record di poche decine di minuti dalla schiusa dell’uovo, di abbandonare il nido e muoversi autonomamente seguendo i genitori che spesso vigilano solo contro i predatori e si limitano ad indicare le fonti di cibo in quanto in certi casi i piccoli sono capaci di nutrirsi autonomamente (per esempio Cigni, Oche, Anatre, alcuni trampolieri).

Esistono poi due categorie intermedie:

  • Pulcini semi-inetti: nascono con un rivestimento di piumino, occhi aperti (con la sola eccezione dei pulcini di rapaci notturni che nascono con gli occhi chiusi) e capaci di una certa attività, restando però nel nido e interamente accuditi dai genitori;
  • Pulcini semi-precoci: nascono in un nido coperti di piumino, occhi aperti e una certa attività. Restano nel nido i primi giorni e poi si allontanano, ma sempre nelle vicinanze e sono interamente accuditi dai genitori.

 


Imprinting e “animali imprintati”

L’imprinting è un processo di apprendimento che avviene per lo più nei primi stadi di vita di un animale e i cui effetti possono perdurare per tutta la vita. È il fenomeno per cui in risposta a precisi stimoli visivi, olfattivi, acustici, tattili, ecc. si produce un apprendimento in molti casi irreversibile in altri casi soggetto a maturazione e cambiamento con la crescita. L’imprinting è il responsabile in molti animali della definizione del riconoscimento della propria specie, sessuale, filiale, delle preferenze alimentari, di ambiente e molti altri aspetti ancora non ben investigati.
Se nelle delicate fasi dell’imprinting i messaggi sono errati si possono avere con la crescita aberrazioni comportamentali. Una di queste è il caso degli “animali imprintati sull’uomo” e capita quando si allevano sin dalla prima età pulcini o cuccioli. questi scambieranno l’uomo per il proprio genitore, o partner, reagendo in maniera anormale ai segnali dei membri della stessa specie.
Alcuni di questi individui “erroneamente imprintati” non potranno mai più riacquistare la libertà una volta svezzati, in quanto legati all’uomo piuttosto che alla loro specie di appartenenza. In altri individui l’effetto è meno potente e sono in grado, col tempo, di riacquistare in parte o in tutto la propria identità. In questo sembra giocare un ruolo importante il contatto graduale con membri della loro specie. Succede spesso con animali allevati fin da cuccioli e che una volta liberati in natura riducono gradualmente i contatti con i “genitori umani” acquistando l’indipendenza.
 

Ho trovato un Rondone

Spesso confuso con rondini, è interamente nero, più grande,  incapace di sostenersi sulle zampe e incapace di spiccare il volo da terra

All’arrivo della bella stagione giungono nei nostri cieli anche questi bellissimi migratori. Foggia è ricca di colonie di questo insettivoro: è presente anche il rondone pallido, una specie affine. Simili alla rondine ma neppur lontanamente parenti (la rondine infatti è un passeriforme), a volte persone inesperte li scambiano addirittura per rapaci.
Sono abilissimi volatori ma se cadono a terra hanno grossi problemi, in quanto le zampe cortissime e la ali lunghe gli rendono molto difficile decollare dal suolo. Se si tratta di esemplari abili al volo e sani, è sufficiente provare a tenerlo sul palmo della mano sollevata in alto, in luoghi aperti e senza ostacoli nelle vicinanze.
Questa tecnica funziona, ma se si tratta di individui immaturi caduti prematuramente dal nido bisogna aspettare che crescano: un buon indizio per capire se si tratta di individui adulti è l’osservazione della lunghezza delle ali chiuse rispetto al corpo. Se le ali superano in lunghezza la punta della coda di circa 2 centimetri, si tratta di un individuo in grado di volare autonomamente.
Spesso si ritrovano individui infreddoliti e provati dalla migrazione. Tenendoli al riparo per qualche ora solitamente si riprendono e possono essere liberati.

Ecco alcune istruzioni per aiutare i piccoli rondoni affamati caduti dal nido.

Chi é: il Rondone è una specie migratrice, nidificante comunemente nelle città. Il colore è nerastro, è lungo 16 cm, le ali sono a forma di falce ed a punta. I nidi vengono allestiti in buchi di muri o di altre costruzioni umane. Le uova, 2 o 3 di colore bianco, vengono in genere deposte tra Maggio e primi di Giugno; il periodo di cova varia dai 18 ai 25 giorni. E’ possibile trovare i nidiacei di Rondone per terra, soprattutto in primavere piovose e fredde, che impediscono agli adulti di trovare il cibo. A causa delle abitudini dei genitori e delle modalità di nidificazione, i piccoli di Rondone caduti non possono né essere rimessi nel nido né vicino di esso, al contrario di tutte le altre specie.

Sistemazione del piccolo di Rondone. Porre il rondone in una scatola (es per scarpe o simili) di dimensioni sufficienti affinché i piccoli non si rovinino le lunghe ali, rivestendo il fondo con carta da sostituire periodicamente.

Alimentazione. Il Rondone è insettivoro, e si nutre di “plancton” aereo, cioè insetti raccolti volando con il becco spalancato. Se alla vista del cibo i Rondoni aprono spontaneamente il becco, è sufficiente introdurre il cibo il più vicino possibile alla gola; se questo non dovesse accadere occorre forzare delicatamente l’apertura del becco, magari con l’aiuto di una seconda persona che introduce il cibo in gola. Dopo le prime volte, utilizzando pollice e medio per aprire la bocca e l’indice per infilargli il cibo, l’operazione diventerà facile anche per una sola persona.

Il cibo indicato per i rondoni è costituito da grilli (acquistabili in rete, poi da congelare e utilizzare poco alla volta, più volte al giorno.

In caso di estrema necessità e di irreperibilità dei grilli si può cercare (temporaneamente!) di far fronte con tarme (della farina o del miele), reperibili in negozi per la pesca oppure palline di carne macinata di manzo. Sarà anche necessario somministrare durante la giornata qualche goccia d’acqua con un contagocce avvicinato al becco (senza spruzzarlo nel becco aperto) o più semplicemente integrarle nel pasto. Nel caso in cui l’uccello tenda a non voler ingoiare il cibo, si dovrà tenere la bocca chiusa e fargli colare una goccia di acqua così da costringerlo a deglutire. Questa “mancata collaborazione” da parte dell’uccello è dovuta spesso alla paura che gli incutiamo e pertanto tenderà a diminuire nel corso dei giorni successivi.
E’ opportuno ricordare che in natura i Rondoni acquisiscono il loro fabbisogno di acqua già dall’alimentazione. E’ importante inoltre verificare giorno per giorno se l’animale dimagrisce perché ciò è evidente sintomo di non sufficiente nutrizione, per fare ciò una leggera palpazione del petto dell’uccello permette di verificare lo stato dei muscoli pettorali che in condizioni ottimali sono compatti e gonfi, mentre in stato di denutrizione avanzata si assottigliano, sono più flaccidi e lasciano sentire le ossa dello sterno con una forte sporgenza della carena.

Liberazione. I piccoli Rondoni dovranno essere messi in libertà solo quando il piumaggio sarà completo e le ali chiuse supereranno la coda di circa un paio di centimetri e dimostreranno una spiccata propensione alla fuga. Allora si deve andare in un prato abbastanza ampio nella mattina ed incitarli al volo lanciandoli in alto. Può risultare necessario eseguire più tentativi, ed a volte occorre qualche giorno di “allenamento”.

In caso di difficoltà nello svolgere queste operazioni, potete chiederci consiglio contattandoci.

 


Ho trovato un piccolo di piccione

Allevare un Piccione è facilissimo, anche se è ancora con pochissime penne. Acquista o procurati del comunissimo mais o granturco e aprendogli con attenzione il becco, nè infili in gola 3-5 chicchi alla volta per  cinque-otto  volte al giorno. Questo alimento può essere integrato con preparati e pastoni per granivori disponibili in commercio.

 


Uccelli e pipistrelli entrati in casa

Inseguendo una preda, o distrattamene durante un volo di perlustrazione, uccelli e pipistrelli potrebbero entrare nelle abitazioni, per lo più attraverso finestre aperte. Nel caso dei pipistrelli vale subito la smentita sulle supposte credenze di una loro pericolosità. Sono creature timide che reagiscono aggressivamente solo se messe alle strette. Falsa anche la credenza che amino attaccarsi ai capelli della gente!
Se entra un pipistrello in casa la soluzione migliore è spalancare ogni finestra della stanza che offre una possibilità di uscita all’esterno, chiudere ogni apertura che non conduca all’esterno e lasciarlo tranquillo per un po’. Troverà da solo la strada per uscire. Se dovesse incontrare difficoltà lo si può dirigere verso l’uscita agitando una scopa in alto e sfruttando la sua capacità di ecolocazione.
Lo stesso vale per gli uccelli. Anche in questo caso la miglior cosa è aprire ogni via di uscita e dar loro il tempo e la tranquillità per trovarla. In certi casi, e se è di notte, è consigliabile spegnere la luce. È possibile che con piccoli uccelli si incontrino delle difficoltà. In tal caso si può cercare di operare come per i pipistrelli agitando degli oggetti in alto per spingere l’animale verso l’uscita. In casi estremi si deve cercare di stancare l’uccello facendolo continuamente volare fino a che questo non atterra al suolo. Lo si può catturare gettandogli sopra un telo leggero e facendo attenzione al piumaggio.

 


Ho trovato un riccio in letargo

Può capitare di trovare ricci in inverno, ripulendo il garage o il giardino. I ricci in inverno vanno in letargo, ovvero rallentano il loro metabolismo (cioè le loro funzioni vitali) in attesa della buona stagione.

Capita anche che durante periodi particolarmente caldi in inverno i ricci interrompano il letargo per concedersi qualche uscita. Se si rinviene un riccio in letargo conviene lasciarlo dov’è senza alterare il suo “giaciglio-nascondiglio”. È infatti importante che durante il letargo le temperature non scendano costantemente sotto i 6C, seppure siano tollerate punte sottozero. Il riccio sceglierà la tana invernale con questo criterio, e non dobbiamo alterarne la struttura che garantisce questo essenziale e vitale “microclima”. Freddo troppo intenso può stimolare il riccio ad uscire per trovare nuovi ripari più adatti. Se trovato in questa fase è possibile offrire del cibo per rifocillarlo (chiocciole e lombrichi, di cui è ghiotto, uova, carne cruda o alimenti per gatti, talvolta mela, carota, ecc.) e poi lasciarlo tranquillamente tornare in letargo.

Pesi indicativi ed età dei ricci
Stadio Peso Note
Neonato 15-20 g rosa e senza aculei, sordo, cieco
Pochi giorni 20-30 g aculei morbidi e bianchi
Una settimana 30-40 g aculei grigi
Due settimane 60-80 g occhi cominciano ad aprirsi, primi peli sul muso e sul ventre
Tre settimane 100-150 g primi denti da latte
Adulto 400-1000+ g maturo dopo circa 9 mesi

 


Indirizzi utili


Indirizzi e numeri di telefono a cui rivolgersi in caso di ritrovamento di animali selvatici feriti o in difficoltà

 
Dove deve pervenire l’animale:
Se non è possibile provvedere al trasporto dell’animale presso il Centro recupero dell’Osservatorio faunistico regionale di Bitetto (Ba) Tel. 080/9920283
contattare per il trasporto
 
  • Polizia municipale del tuo Comune (per legge tenuta al conferimento della fauna selvatica ferita o in difficoltà presso il Centro recupero)
  • In ogni caso puoi contattare anche la LIPU andando alla pagina “contatti” di questo sito. Nei limiti del possibile ci faremo carico del primo soccorso.

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua