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“CACCIA NO LIMITS” APPRODA ALLA CAMERA. La LIPU pugliese scrive ai deputati.

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caccia selvaggiaApprovata in Commissione Agricoltura la norma che permette di estendere la stagione venatoria. Martedi’ 20 aprile sara’ in aula alla CAMERA.

FERMIAMOLA !

PIAZZA MONTECITORIO A ROMA  –   PRESIDIO DALLE ORE 9 di martedi

Anche la LIPU pugliese si mobilita e scrive ai Deputati eletti in Puglia

La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato un articolo, il 43 della legge Comunitaria, che contiene una pessima norma.

E’ il comma 2 lettera b,  che permette alle regioni di estendere la stagione di caccia oltre l’attuale limite del 31 gennaio.

La stagione venatoria, che già oggi si protrae per cinque mesi arrecando non pochi danni alla Natura ma anche danni e disturbi alle persone, potrà dunque essere estesa al delicatissimo mese di febbraio.

Un grave danno agli animali.

La caccia nel mese di febbraio ha un impatto molto negativo sugli uccelli migratori che proprio in quei giorni partono per il nord Europa, dove si riprodurranno, o arrivano dall’Africa per nidificare in Italia.

Permettere la caccia, anche a poche specie, significa danneggiare gli individui più robusti e importanti per la riproduzione,  arrecando un danno molto rilevante alla conservazione delle specie e alla natura.

2010, ANNO DELLA BIODIVERSITA’

Questo, peraltro, avviene nel 2010, che è l’anno mondiale della Biodiversità.

L’Italia dovrebbe promuovere sempre migliori politiche di tutela della natura.

E invece, se il parlamento approvasse definitivamente questa legge, il primo provvedimento del 2010 sarebbe la riduzione delle tutele per la Natura e la Biodiversità!

Un danno e un serio disturbo alle persone.

Ma l’emendamento è grave anche perché va considerato che in Italia, caso quasi unico in Europa, i cacciatori hanno libero accesso nei terreni privati delle persone, senza che queste possano realmente opporsi (salvo realizzare costosissime recinzioni intorno alla proprietà).

Questo arreca grande disturbo e danno alla tranquillità delle persone, che per cinque mesi all’anno (da settembre fino alla fine di gennaio), devono tollerare questo fastidio e anche sopportare i non pochi rischi comportati dalle armi dei cacciatori.

Ecco: non basta ancora che questa sorta di “tortura” (tale è per molte persone) duri per cinque mesi all’anno. Se l’emendamento sarà definitivamente approvato, la stagione di caccia sarà ancora più lunga.

Cosa ne pensano gli italiani che vivono in campagna o quelli che passeggiano o vanno in bicicletta per i boschi e i sentieri escursionistici? saranno contenti?

IGNORATO IL PARERE SCIENTIFICO.

Nella norma è previsto che le regioni, prima di estendere la stagione di caccia, debbano chiedere il parere dell’ISPRA, che è l’autorità scientifica nazionale preposta alla materia.

Il punto è che l’ISPRA, sulla caccia a febbraio, ha già dato parere negativo, ricordando quanto sia dannosa per gli uccelli migratori.

Dunque, verosimilmente, accadrà che le regioni, su pressione delle lobby venatorie, chiederanno parere all’ISPRA, che sarà quasi certamente negativo e dunque sarà ignorato.

MA LA BATTAGLIA NON E’ PERSA.

L’emendamento è stato approvato in Commissione Agricoltura della Camera ma non è ancora legge.

Martedì 20 aprile si voterà in aula alla Camera.

Bisogna fermare questa brutta norma, farla cancellare dall’articolo 43 della legge Comunitaria.

La LIPU promuove un presidio di protesta a Montecitorio dalle ore 9 di martedì 20.

Al contempo la LIPU pugliese CHIEDE pubblicamente ai deputati eletti nella Circoscrizione Puglia fare proprie le preoccupazioni della LIPU e di oltre l’80 % delle persone che non condivide la deregolamentazione sulla caccia, impegnandoli a votare e a votare NO a questo emendamento sull’articolo 43 della legge comunitaria.

Ovviamente la LIPU pugliese commenterà a consuntivo del voto l’atteggiamento espresso per l’occasione dai parlamentari pugliesi, riservandosi di “divulgare” alle successive tornate elettorali la posizione da essi assunta.

18.04.2010             LIPU  Puglia

CACCIA: LE DELEGAZIONI LIPU SI MOBILITANO IN TUTTA ITALIA CONTRO “CACCIA SELVAGGIA”

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Appello per la natura alla società civile, al mondo della scienza e agli amministratori:

“Si cancelli subito l’articolo 38 della legge Comunitaria, che ha eliminato

i limiti temporali alla stagione venatoria”

 “Non permetteremo lo stravolgimento delle leggi sulla natura in Italia, che sono il frutto del ventennale impegno ambientalista e rappresentano la garanzia per un’Italia migliore”.

Lo dichiara il vicepresidente della LIPU-BirdLife Italia, Fulvio Mamone Capria, a nome delle 110 delegazioni LIPU di tutta Italia.

“L’approvazione in Senato dell’articolo 38 della legge Comunitaria è l’ennesimo segnale di quel tentativo, ormai palese, di assalto alle storiche leggi nazionali sulla tutela della natura. Prima il disegno di smantellamento della legge 157/92, la normativa nazionale che regola l’attività venatoria nel nostro Paese, da parte del senatore Orsi, con le sue anacronistiche richieste sull’ imbalsamazione, i richiami vivi, l’uso di uccelli come zimbelli, la caccia lungo le rotte di migrazione o la concessione del fucile a sedici anni.

Poi i tentativi di svilire gli strumenti di conservazione della Rete Natura 2000, la rete di protezione della biodiversità dell’Unione europea. E ora questa pessima norma della legge Comunitaria, che apre un baratro sui calendari venatori, dando alle regioni la possibilità di ampliare la caccia oltre i limiti attuali compresi tra il 1° settembre e il 31 gennaio e di praticare la caccia ai migratori aggravando le infrazioni comunitarie già aperte dall’Unione Europea contro l’Italia.”

“Questi attacchi – prosegue il vicepresidente LIPU – vogliono colpire quella cultura del rispetto della natura largamente condivisa dagli italiani, per i quali, anche grazie al nostro lavoro di educazione rivolto agli adulti e ai più giovani, la natura è un prezioso patrimonio da conoscere e difendere.”

“In decenni di azione attenta e appassionata sul territorio, gli attivisti della LIPU e gli ambientalisti in genere hanno creato oasi naturali, protetto e curato animali selvatici, difeso il territorio dall’incuria e dalla distruzione, promosso l’educazione ambientale. Insomma hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese migliore, più bello e civile.”

“Anche e soprattutto per questo non assisteremo passivi al concretizzarsi di questi tentativi:  abbiamo già avviato in tutta Italia la mobilitazione di delegati e attivisti, perché diffondano ovunque la petizione LIPU per il Presidente del Consiglio, presente anche su www.lipu.it, e coinvolgano chiunque in questa battaglia per la natura: dal mondo della cultura a quello della scienza, dalle istituzioni locali alle associazioni e all’intera società civile.”

La LIPU di Capitanata ricorda che localmente, importanti aree naturali, come le zone umide ad esempio, sono esposte alla vergognosa piaga del bracconaggio, vale a dire l’attività di caccia eseguita secondo metodi, mezzi e periodi non consentiti.

Ecco: una deregulation cosi sconsiderata permetterebbe la pratica di attività venatorie oggi non consentite legalizzando di fatto quello che oggi è bracconaggio, con danni irreparabili per patrimoni di inestimabile valore ancora oggi presenti in provincia di Foggia e in Puglia. 

Foggia, 4 Febbraio 2010

LIPU – Sezione prov.le Foggia www.lipucapitanata.it

Caccia allo Storno? La Puglia rischia una nuova procedura di infrazione

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Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la legge che disciplina il prelievo in deroga. Il provvedimento legislativo approvato dall’assemblea pugliese risponde alla necessità di uscire dalla procedura d’infrazione in cui la Regione Puglia si era trovata.

Preoccupano alcune dichiarazioni secondo le quali già nei prossimi giorni sarà consentito esercitare la caccia nei confronti dello Storno, afferma Paola Lodeserto della LIPU. Questo non è possibile perchè, sia la legge appena approvata, sia la legge quadro nazionale, sia la Direttiva Uccelli prevedono che prima di adottare il provvedimento della deroga si debbano cercare altre soluzioni e, solo se queste non dovessero essere soddisfacenti, si può ricorrere al prelievo in deroga.

Inoltre, prosegue Elvira Tatulli di Italia Nostra, c’è da aggiungere che, anche se si dovesse ricorrere alla deroga, va seguita la procedura indicata dalla legge e le motivazioni date dal parere motivato sulla procedura di infrazione. Nel caso specifico si deve circoscrivere la zona interessata dalla deroga senza indiscriminatamente applicarla su tutto il territorio e non basta menzionare l’esigenza di prevenzione dei danni alle colture, bisogna dare una esauriente descrizione dei rischi e una spiegazione del nesso causale tra l’esigenza di prevenzione e l’abbattimento di individui di una determinata specie di uccelli.

Se la Regione Puglia, conclude Pasquale Salvemini del WWF, dovesse applicare in modo scorretto la deroga, gli sforzi fatti per uscire dalla procedura di infrazione risulterebbero del tutto vani, la probabilità di condanna sarebbe più elevata e le conseguenze ricadrebbero su tutti i cittadini.

Paradossalmente la Regione Puglia si troverebbe nella posizione di avere una buona legge che disciplina l’esercizio delle deroghe ma al contempo una applicazione pessima.

Bari 20.10.2007          Italia Nostra Puglia          LIPU Puglia          WWF Puglia

FERMO NO DI LIPU E WWF ALLA NUOVA LEGGE REGIONALE SULLA CACCIA

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LA PUGLIA DIVENTERÀ UNA IMMENSA RISERVA DI CACCIA E IL CIMITERO DEGLI UCCELLI D’EUROPA

 Le modifiche alla legge regionale sulla caccia  approvate dal consiglio regionale trasformano di fatto la regione Puglia in un’immensa riserva di caccia.

In base alla nuova legge, infatti, evidenziano LIPU e WWF Puglia, i cacciatori pugliesi potranno liberamente sparare alla fauna migratoria su tutto il territorio regionale.

In ossequio ad un criterio di caccia anarchica e consumistica e alle spinte d’armieri e di lobby di cacciatori senza scrupoli, con la complicità di partiti sulla cui miopia politica c’è da riflettere, la nuova normativa regionale si configura come gravemente illegittima in quanto rappresenta un attacco frontale alla legge nazionale sulla caccia n. 157 del 1992 , violandone alcuni fondamentali principi come quello di “caccia programmata”.

In base a tale principio, infatti, il territorio destinato alla caccia è stato suddiviso in aree denominate Ambiti Territoriali di Caccia. I cacciatori, per esercitare l’attività venatoria, devono iscriversi a tali ATC. La logica sottesa a questa scelta consiste nel voler legare il cacciatore  al proprio territorio, ponendo un freno al cosiddetto nomadismo venatorio cioè a cacciatori che percorrono in lungo ed in largo gli ambienti naturali con effetti devastanti sia per il territorio sia per la fauna che, essendo a loro estranei, ancor di più sono vissuti in un’ottica predatoria.

Dimenticando, osservano LIPU e WWF, volutamente che più vasto ed estraneo è il territorio in cui si può sparare meno responsabile diventa il cacciatore e le raccomandazioni dell’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) di istituire Ambiti Territoriali di ridotta estensione, la nuova legge al contrario, per la caccia alla fauna stanziale, li amplia, facendoli coincidere con l’intero territorio provinciale, riducendoli così da otto a cinque (uno per provincia).

Per la caccia alla fauna migratoria addirittura prevede un unico ambito di caccia coincidente con l’intera regione.

LIPU e WWF evidenziano che né la differenziazione fra fauna stanziale e migratoria né ambiti di caccia di tale estensione sono previsti dalla legge nazionale.

Stupefacenti per le due Associazioni sono le dichiarazioni dell’assessore regionale alla caccia a sostegno di tali scelte “si evita così la concentrazione di cacciatori”.

In realtà, per LIPU e WWF, i cacciatori pugliesi, potendosi invece muovere liberamente, affolleranno le aree dove è presente la selvaggina, esercitando una pressione venatoria incompatibile con la conservazione della fauna e dell’ambiente e tutto ciò anche contro gli interessi dei cacciatori locali.

La nuova normativa aggrava inoltre la pressione venatoria da parte dei cacciatori extraregionali in quanto, in ossequio all’obiettivo di incassare la loro quota di partecipazione, elimina il limite massimo sul loro numero del 4% in ciascun ATC previsto dalla precedente legge.

Un altro aspetto gravissimo della legge, evidenziano ancora LIPU e WWF, è la guerra che dichiara alla fauna migratoria.

La liberalizzazione di tale caccia è giustificata nella Relazione alla legge approvata in base all’osservazione “che non è possibile censire la fauna che arriverà con la migrazione autunnale né le aree che andrà a popolare”. È come dire, osservano LIPU e WWF, che ,siccome non conosco la reale consistenza di questa preziosa risorsa, ne facilito la distruzione.

Anche questa scelta è in totale contrasto con i principi della legge nazionale sulla caccia che ha recepito la direttiva internazionale sulla conservazione degli uccelli selvatici ( CEE n. 409/79 ). Mentre quindi l’Europa ci chiede di contribuire a salvaguardare la sempre più rara e preziosa risorsa ecologica rappresentata dagli uccelli selvatici, il governo regionale, anziché istituire ad esempio “zone di protezione” lungo le rotte di migrazione, compie scelte che trasformeranno sempre di più la Puglia nel cimitero degli uccelli d’Europa.

Inoltre, rilevano LIPU e WWF, considerata l’attuale limitata possibilità di controllo di un territorio di caccia così vasto, chi garantirà che i cacciatori, che si muovono liberamente in Puglia sparando alla selvaggina migratoria, non inseriranno nel proprio carniere anche qualche capo di selvaggina stanziale?

In definitiva, per LIPU e WWF, l’approvazione della legge conferma la politica filovenatoria del governo regionale pugliese ma anche che rispetto alla caccia i politici sembrano perdere ogni buon senso e si sentono particolarmente succubi dei cacciatori. Accade così che la disponibilità e l’apertura, sempre dichiarata, nei confronti delle istanze ambientaliste sia subitamente dimenticata. Diventano, dunque, sottomessi a questa minoranza, ignorando la stragrande maggioranza rappresentata da tutti gli altri cittadini che vorrebbero vedere la nostra fauna ed il nostro ambiente tutelati.

Bari, 26.07.2004                          LIPU Puglia               WWF Puglia

ECCO  COME  HANNO  VOTATO  I  CONSIGLIERI  REGIONALI  SUL  PEGGIORAMENTO  DELLA  NORMATIVA  REGIONALE  VENATORIA  :

  • FITTO  Raffaele (Forza Italia)                                                               SI
  • ALOISI  Vito Leonardo (Forza Italia)                                                 SI
  • BALDASSARRE  Raffaele (Forza Italia)                                              SI
  • BELARDI  Raffaele (Forza Italia)                                                         SI
  • BRIZIO  Simone (Forza Italia)                                                              SI
  • CAMILLI  Fabrizio (Forza Italia)                                                         SI
  • CARRIERI  Mario (Forza Italia)                                                           SI
  • CRASTOLLA  Danilo (Forza Italia)                                                      SI
  • D’AMBROSIO LETTIERI  Luigi (Forza Italia)                                   SI
  • GRECO  Salvatore (Forza Italia)                                                           SI
  • LOPERFIDO  Luigi (Forza Italia)                                                          SI
  • MAZZARACCHIO  Salvatore (Forza Italia)                                        SI
  • MINCUZZI  Mattia (Forza Italia)                                                         SI
  • PALESE  Rocco (Forza Italia)                                                                SI
  • PIROLO  Francesco (Forza Italia)                                                        SI
  • ROLLO  Marcello (Forza Italia)                                                             SI
  • SALINARI  Donato (Forza Italia)                                                         SI
  • SANTANIELLO  Enrico (Forza Italia)                                                 SI
  • PEZZUTO  Marco (Forza Italia)                                                             SI
  • TAGLIENTE  Nicola (Forza Italia)                                                        SI
  • TARQUINIO  Lucio (Forza Italia)                                                         SI
  • ATTANASIO  Tommaso (Alleanza Nazionale)                                  SI
  • CONGEDO  Saverio (Alleanza Nazionale)                                          SI
  • DE CRISTOFARO  Mario (Alleanza Nazionale)                                SI
  • LOSPINUSO  Pietro (Alleanza Nazionale)                                         SI
  • MARINOTTI  Giuseppe (Alleanza Nazionale)                                   SI
  • MARMO  Nicola (Alleanza Nazionale)                                                SI
  • ORLANDO  Vito (Alleanza Nazionale)                                                 SI
  • RUOCCO  Roberto (Alleanza Nazionale)                                             SI
  • SACCOMANNO  Michele (Alleanza Nazionale)                                SI
  • SILVESTRIS  Sergio Paolo Francesco (Alleanza Nazionale)          SI
  • TUNDO  Roberto (Alleanza Nazionale)                                               SI
  • CARROZZO  Gaetano (Democratici di Sinistra)                                SI
  • DIPIETRANGELO  Carmine (Democratici di Sinistra)                     SI
  • FRISULLO  Alessandro (Democratici di Sinistra)                           SI
  • LOIZZO  Mario Cosimo (Democratici di Sinistra)                            SI
  • MANIGLIO  Antonio (Democratici di Sinistra)                                SI
  • MARINO  Leonardo (Democratici di Sinistra)                                  SI
  • MINEO  Luciano (Democratici di Sinistra)                                         SI
  • VENTRICELLI  Michele (Democratici di Sinistra)                                NO
  • CERA  Angelo (UDC)                                                                                      SI
  • COPERTINO  Giovanni (UDC)                                                                     SI
  • MELE  Cosimo (UDC)                                                                                     SI
  • SILVESTRI  Andrea (UDC)                                                                          SI
  • PELILLO  Michele (i Democratici)                                              ASTENUTO
  • SANNICANDRO  Emanuele (I Democratici)                            ASTENUTO
  • FIORENTINO  Tina (Partito Popolare Italiano)                                SI
  • PEPE  Pietro (Partito Popolare Italiano)                                             SI
  • RUSSO  Enzo (Partito Popolare Italiano)                                            SI
  • POTI’  Vittorio (Socialisti Autonomisti)                                               SI
  • TEDESCO  Alberto (Socialisti Autonomisti)                                        SI
  • MAGARELLI  Pantaleo (Cristiano Democratici Uniti)                       SI
  • VALENTE  Giovanni (Comunisti Italiani)                                             SI
  • LOSAPPIO  Michele (Partito Rifondazione Comunista)                        NO
  • SANNICANDRO Arcangelo (Partito Rifondazione Comunista)           NO
  • PISICCHIO  Alfonsino (Rinnovamento Puglia)                                    SI
  • MAFFIONE  Leonardo (UDEUR)                                                               SI
  • LOMELO  Domenico (Verdi)                                                                           NO
  • MADARO  Carlo                                                                                             SI
  • BALDUCCI  Enrico                                                                                         SI

Regione e Provincia sulla Caccia: Fauna selvatica svenduta al potere venatorio

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E’ di pochi giorni fa la notizia del varo da parte della regione Puglia di un Ddl volto a peggiorare la situazione sul territorio: con la scusa di applicare il concetto di “caccia programmata” infatti si esaspera l’aumento della densità venatoria e si favorisce l’accesso di cacciatori esterni alle province di residenza. In altri termini sarà aumentato il numero di cacciatori provenienti da altre regioni che potranno cacciare liberamente nel nostro territorio, con il risultato di aumentare gli incassi in barba alla protezione del patrimonio faunistico e, evidentemente, anche contro gli interessi dei cacciatori locali.

Questo determinerà una ulteriore concentrazione venatoria non già sull’intero territorio agro-pastorale ma più pericolosamente in aree critiche già esposte al rischio di un pesante bracconaggio.

Giova ricordare che una attenta politica di gestione faunistico – venatoria deve farsi interprete del concetto di “caccia programmata”, che rapporta il numero dei cacciatori al territorio e la consistenza del prelievo venatorio, ma lo fa sulla base di censimenti faunistici che non possono essere a pannaggio di una parte in causa come quella venatoria. Tale politica deve anche legare il cacciatore al territorio, allo scopo di evitare la tendenza alla “rapina” faunistica da parte di chi non risiede nello stesso territorio con successivi, costosi e dannosi tentativi di ricostituzione delle popolazioni di animali di interesse venatorio attraverso il continuo drogaggio dei ripopolamenti.

Tale peggioramento normativo, a cui le associazioni ambientaliste si riservano ogni azione di contrasto, non è però l’unico ad affacciarsi sul panorama estivo, notoriamente congeniale a silenziosi colpi di mano!

All’ordine del giorno del Consiglio Provinciale del 30 giugno scorso è comparso un punto, in cui si chiedeva l’innalzamento dal 4 al 20 % della soglia percentuale di cacciatori non residenti che possono essere ammessi da oltre regione. Tale richiesta è anche assurdamente giustificata con la promozione del “turismo” venatorio e delle ricadute economiche sulle zone interessate.

Le associazioni ambientaliste invitano i consiglieri provinciali a sottrarsi a queste prese in giro che mirano solo a favorire l’interesse di alcuni a scapito di un vero interesse collettivo che non può essere certo quello del degrado della risorsa naturalistica.

Il turismo, quello vero, quello culturale che costruisce con le realtà locali e mantiene inalterato il capitale ambientale, ha l’esigenza di destagionalizzare la propria offerta e di arricchirsi con la promozione delle aree interne. Questa esigenza non può essere compromessa da miopi iniziative che vanno in direzione del tutto opposta. Ricordiamo che intere aree sono precluse al turismo naturalistico proprio dalle pratiche venatorie ivi esercitate.

E, assurdamente, i fautori di tali proposte non fanno neanche gli interessi dei cacciatori locali dal momento che la risorsa faunistica viene depauperata da cacciatori d’oltre regione e quindi meno interessati, se pur per motivi non protezionistici, a che tale risorsa si mantenga nel tempo.

Ovviamente anche per tale iniziativa le associazioni si riservano ogni azione ivi compresa quella di informare l’opinione pubblica.

Foggia, 05.07.04

Legambiente Foggia        LIPU  Foggia        VAS   Foggia        WWF  Foggia