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Dimissioni Rotice dall’Autorità Portuale

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Siamo soddisfatti delle dimissioni dell’ing  Rotice,  un atto dovuto, in linea con la volontà popolare espressa dal referendum comunale contro ENERGAS. Le sue dimissioni da un ruolo consultivo nell’Autorità di Sistema Portuale seguono le richieste che abbiamo posto pubblicamente anche nell’incontro avuto con i commissari prefettizi.
Ora chiediamo ai commissari di nominare un tecnico del territorio che si schieri esplicitamente contro il progetto ENERGAS e che garantisca lo sviluppo ecosostenibile del territorio.

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Energas/Q8 a Manfredonia

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LIPU: A ridosso delle sentenze TAR ancora qualunquismo da Rotice. E da Emiliano aspettiamo atti concreti.

In 20 anni di vertenza contro l’impianto industrialesteppe-spiriticchio che Energas/Q8 vuole realizzare in aree plurivincolate alle porte di Manfredonia Confindustria di Capitanata non si era mai esposta prima. Lo fa da alcuni giorni il suo rappresentante protempore, il Manfredoniano Rotice che improvvisamente esterna il suo appoggio a Energas, replicando la sua identica litania: la solita disponibilità al confronto, le solite rassicurazioni sulla non pericolosità dell’impianto, la solita preoccupazione da benefattore (!) per il territorio, fino a mettere in guardia da “sciocche strumentalizzazioni”.

Irricevibile: Rotice ha avuto 20 anni per dire la sua, avrebbe potuto decantare le lodi di Energas in occasione del Referendum cittadino o ancora prima, magari alla presentazione del progetto,  quando sarebbe stato corretto farlo, anzitutto come cittadino prima ancora che come imprenditore.

Non c’è più margine di negoziato: le procedure sono alle battute finali, malgrado pareri autorizzativi partoriti con pressioni legali, costruiti su mastodontici errori di valutazione ambientale di 20 anni fa, con le prime sentenze sfavorevoli della magistratura amministrativa, con le speculazioni dell’allora confine “ballerino” del Parco Nazionale del Gargano, con compensazioni ambientali farlocche per chiudere una condanna comunitaria che oggi rischia seriamente di riaprirsi. E infatti su tutto questo si basano le tesi che hanno portato alle sentenze del TAR Bari appena pubblicate, sfavorevoli a LIPU, Comune e Caons che hanno fatto ricorso contro il parere di VIA.

La cittadinanza ha fatto una scelta saggia, ben comprendendo, a differenza di Rotice, che non si può conciliare schizofrenicamente un’industria invasiva sui valori ambientali, paesaggistici e di sicurezza con il turismo, che proprio nella integrità territoriale basa il suo presupposto.

Nossignore – esplicita Cripezzi della LIPU – i tempi del confronto sono finiti, il matrimonio sconcio tra Energas/Q8 e Manfredonia “non s’adda fare” ! Con gli avvocati e le altre associazioni e gruppi NoEnergas stiamo valutando nuove azioni di opposizione, a partire dall’appello al Consiglio di Stato”.

Non senza chiedere concretezza al Governatore Emiliano, che ha sempre dichiarato di voler attenersi alla  la volontà popolare sulla vicenda. Bene, sarebbe ora di agire: al di là di altri pareri endoprocedimentali pendenti alla Conferenza di Servizi presso il MISE, il Presidente Emiliano intanto esprima per parte sua il diniego alla intesa stato regione sull’impianto industriale, cosi come richiesto dalle disposizioni per le infrastrutture energetiche e come atteso da oltre un anno nell’ambito della stessa Conferenza di servizi.

Intanto un consiglio a Rotice. Se, come afferma, proprio non riesce a capire perché questo impianto sia pericoloso malgrado tutte le evidenze poste dalle associazioni cittadine, la LIPU suggerisce un corso accellerato sulla pericolosità da incidente rilevante: presso la procura di Viareggio. Che la ferrocisterna che in quella città causò la nota tragedia, in confronto all’impianto Manfredoniano fa quasi tenerezza!

Foggia, 23.12.19                  LIPU onlus – coord. della Puglia

Plastica (quasi) killer

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Questa volta è toccato alle Cicogne. 

Dovrebbe essere noto a tutti: la plastica abbandonata finisce per essere un killer silenzioso! Rimane li, per un tempo indefinito, magari smembrandosi in frammenti minuscoli ma non per questo meno deleteri. Invade gli ambienti, dalle campagne fino al mare, entrando nella catena alimentare degli animali selvatici o ostacolando i processi ecologici negli habitat.

Questa volta a farne le spese è stata una giovane Cicogna nel

cicogne-j-e-plastica

Manfredoniano.   Nelle ultime settimane i giovani nati si sono involati dai nidi ma purtroppo uno di questi presentava una zampa completamente avvolta da filamenti di plastica, come quelli usati in agricoltura!  Infatti la plastica è talmente diffusa nelle campagne che ormai è raccolta anche dagli uccelli selvatici per realizzare i nidi determinando problemi non trascurabili per le nidiate.

Dopo aver valutato una possibile cattura della giovane Cicogna nel nido, d’intesa con Vigili del Fuoco e  Carabinieri Forestali, gli attivisti della LIPU hanno però preferito evitare tale, complesso intervento: vi era uno scarso margine di successo a fronte di un rischio di incolumità troppo elevato per l’animale e gli altri cicognini, tutti ormai prossimi all’involo, a causa delle reazioni di fuga e dei  movimenti scomposti.  cicogne-j-e-plastica-2

Il nido è stato comunque seguito costantemente dagli attivisti della LIPU per valutare un intervento in caso di impedimento all’involo. Involo che dopo qualche giorno è regolarmente avvenuto per tutti i giovani. Si è potuto cosi constatare che la cicogna volava e si muoveva regolarmente al suolo ma trascinandosi dietro il corredo di plastica che avvolgeva la zampa. E’ intuibile come ciò possa anche comportare il rischio di rimanere incastrata in ambienti più aspri.

La morale di questa triste vicenda – afferma Enzo Cripezzi della LIPU – è evidente quanto banale: la plastica è un materiale importante ma ne facciamo un uso assolutamente sconsiderato. Abbandonarla in natura è un doppio delitto: non reimmettiamo questi materiali nel prezioso circuito del riciclo e, letteralmente, soffochiamo la Natura”.

Foggia 3.8.18                                    LIPU onlus – Sezione prov.le Foggia

Cicogne nell’abitato di Manfredonia: grazie a un cittadino e Polizia locale riprendono il volo

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Storia a lieto fine ma non è sempre cosi !

Nei giorni scorsi ha destato curiosità e attenzione la presenza di due Cicogne nell’abitato di Manfredonia, tra strade, rotatorie e il rischiocicogne 1 manfr 13ago di atti poco ortodossi. Negli stessi giorni, sul Gargano ci sono state altre segnalazioni di Cicogne in situazioni anomale. E’ probabile che il mal tempo (temporali e vento forte) abbia messo in difficoltà alcuni individui durante la migrazione da oltre adriatico costringendoli a soste forzate.

Dal tardo pomeriggio del g.13, quando sono stati rinvenuti gli animali, la LIPU è rimasta in contatto con la Polizia Municipale di Manfredonia per concordare le azioni più opportune e affinché si optasse per lasciare che passassero la notte in tranquillità, pur predisponendo un eventuale intervento di cattura con il servizio veterinario della ASL. Gli animali sono stati “spinti” nel vicino giardino del sig. Pasquale Rignanese, la cui disponibilità è stata provvidenziale, permettendo agli animali di bere e alimentarsi ma soprattutto di riposare durante la notte senza disturbi.cicogne 2 manfr 13 ago

Intorno alle 9 del giorno successivo le Cicogne hanno ripreso il volo sfruttando le correnti termiche della città e, questa volta, tutto si è concluso per il meglio.

Al sig. Rignanese “amico” delle Cicogne, nonché al personale della Polizia locale di Manfredonia, in particolare al Tenente D’Anzeris, va la sincera riconoscenza della LIPU. Un grazie va anche ai tanti manfredoniani che hanno manifestato la loro sensibilità, contattando la LIPU preoccupati che alle Cicogne non succedesse nulla. cicogne 3 manfr 13ago

La LIPU coglie l’occasione di estendere la conoscenza di questo evento per stigmatizzare come in altri simili casi gli esiti siano tutt’altro che a lieto fine o caratterizzati da spirito di collaborazione !

E’ bene sapere che i Carabinieri Forestali, ieri il Corpo Forestale, cosi come il Parco del Gargano o altri Enti in genere richiamati in questi casi (LIPU compresa), NON SONO PREPOSTI ad intervenire per legge in situazioni analoghe.  Le competenze in materia faunistica, che pure prima erano perfettibili, erano in capo alla Provincia che gestiva anche il Centro di prima accoglienza per la fauna selvatica in difficoltà, presso il lago Salso.

La maldestra chiusura di gran parte delle funzioni della Provincia e il loro trasferimento alla Regione, ha generato ulteriore caos in materia: oltre alla Polizia Provinciale (che contribuiva alla vigilanza in materia faunistico ambientale) anche il Centro di lago Salso è stato chiuso mentre il personale dell’Osservatorio Faunistico della ex Provincia, passato alla Regione non interviene.

Gli animali selvatici rinvenuti, feriti o in difficoltà, dovrebbero essere conferiti alla Polizia municipale competente per territorio che a sua volta dovrebbe provvedere  al trasferimento verso il più vicino Centro di prima accoglienza. Nel caso della Capitanata era la struttura della Provincia presso il lago Salso. Venuto meno questo riferimento, la destinazione più “vicina” (a 130 km!) diventa quella del Centro di Recupero della Regione a Bitetto (Bari). La Regione non ha preso in considerazione nemmeno il suggerimento della LIPU di convenzionarsi con un servizio di corrieri, cosi da semplificare con bassi costi il trasferimento alla bisogna di animali convergenti su Foggia.

Troppo spesso la Polizia Municipale di turno, perfino quella di grossi centri e dotata di maggiori risorse, non si mostra disponibile, nemmeno ad adempiere agli obblighi di trasferimento di quegli animali selvatici già recuperati verso il Centro regionale.  E sempre che si tratti di animali gestibili o di piccola mole e per i quali non occorrono particolari mezzi o conoscenze, come nel caso delle Cicogne, e sui quali in passato si chiedeva appunto l’intervento del personale dell’Osservatorio faunistico della Provincia.

Ad aggravare la situazione contribuisce la schizofrenia istituzionale con il trasferimento di funzioni e personale alla Regione ma a quanto pare… non di mezzi e strumenti che sembrano rimasti ancora nelle disponibilità dell’Ente Provincia! Infine, il Centro di Recupero regionale di Bitetto rimane chiuso nelle giornate di sabato, domenica e festivi, con intuibili conseguenze per cittadini ed enti (temporaneamente, in questi mesi, è aperto anche in queste giornate grazie alla presenza di studenti universitari).

Ecco il contesto in cui la LIPU si trova spesso a fare da parafulmine nei confronti dei cittadini privi di riferimenti certi, pur non essendo nemmeno autorizzata alla detenzione di fauna selvatica !

Foggia, 16.08.2017                              LIPU Onlus – sezione prov.le Foggia

PUGLIA, MEGA IMPIANTO ENERGAS:

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 IL13 APRILE SI CONCLUDE IL PROCEDIMENTO DELL’OPERA CONTESTATA.

Lipu: “Si rischia una nuova TAP, il MISE non conceda autorizzazioni”.

12 aprile 2017 – “Se dovesse essere concessa l’autorizzazione all’impianto Energas si comprometterebbero siti ad alto valore di biodiversità e un pezzo del Parco nazionale del Gargano”. Così la Lipu-BirdLife Italia alla vigilia della conclusione (13 aprile) del ciclo di conferenze di servizi presso il ministero allo Sviluppo economico relativo al procedimento per la eventuale autorizzazione del gigantesco impianto di stoccaggio Energas, previsto sulla costa di Manfredonia ma che avrebbe una ripercussione su tutta la Capitanata.

Un grande impianto industriale con opere annesse, caratterizzato da rischio di incidente rilevante e che, se realizzato, stravolgerebbe un sito della rete Natura 2000 e comprometterebbe un pezzo del Parco nazionale del Gargano, umiliando inoltre le vocazioni territoriali del manfredoniano e l’intera comunità Sipontina, che ha sonoramente rigettato la proposta progettuale con una civile consultazione referendaria.

Non si può continuare a erodere la ricchezza naturalistica di queste zone, aree di interesse comunitario che ho avuto più volte la fortuna di frequentare e apprezzare – critica il presidente della Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone CapriaIndustrializzare anche l’area agropastorale a sud della strada statale 89 sarebbe un scempio che inevitabilmente aprirebbe nuove vertenze comunitarie”.

Dopo aver ottenuto dal Ministero dell’Ambiente un “rocambolesco” parere di Via, poi impugnato da Comune, Lipu e Comitato di associazioni locali, Energas preme ora alle porte del ministero dello Sviluppo per avere anche qui via libera, in contrasto con le esigenze del territorio e della società civile.

Dal 13 aprile i funzionari del MISE potrebbero autorizzare clamorosamente l’impianto – precisa Enzo Cripezzi della Lipu pugliese anziché, come giusto e auspicabile, respingerlo a causa dei numerosi e insormontabili problemi sulla sicurezza e in ossequio ai pareri urbanistici negativi espressi da Regione Puglia e Comune di Manfredonia”.

C’è poi una terza via, nel caso in cui i funzionari non ritenessero di poter assumere una decisione univoca: la rimessione della decisione al Consiglio dei Ministri.

La politica, che si era mossa nei mesi passati in occasione della consultazione referendaria sull’opera, faccia ora azione di lobbying, riequilibrando il peso contrattuale che Energas fa valere nei confronti del MISE – conclude Cripezzi – Parlamentari e rappresentanti delle istituzioni agiscano con urgenza in modo pubblico e concreto a vantaggio delle comunità locali e della salvaguardia del bene collettivo”.

UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA