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Aprire la caccia alle Tremiti ?

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LIPU e VAS : Pessima trovata elettorale, avulsa dalla legge e fuori dal tempo.

Quali politici accoglieranno la proposta di aprire la caccia alle isole Tremiti ? A chi viene lanciata questa brutta proposta in periodo elettorale ?

Il piccolo arcipelago delle Tremiti, oltre che una perla paesaggistica, è una delle zone di più elevato interesse per gli uccelli selvatici, intenso crocevia di flussi migratori trans-adriatici. L’importanza faunistica le è valso l’inserimento nella Rete Natura 2000 come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) oltre che nella Riserva Marina omonima e nel Parco Nazionale del Gargano.

Ora la trovata dell’Amministrazione comunale di Tremiti, capeggiata dal Sindaco Fentini, di chiedere l’apertura della caccia sulle isole (vedi delibera).

Per altro con confusa contraddizione : da un lato si chiede che l’attività venatoria possa essere aperta ai soli residenti, oggi “ghettizzati” (!), e dall’altra si magnificano le conseguenze positive, “attraendo cosi altre più importanti, numerose presenze invernali”, lasciando intendere un “turismo” legato alla caccia, tutt’altro che riservata ai soli residenti.

In realtà cosa penserebbero le migliaia di turisti di una isola che non riconosce questi valori e li consegna all’attività venatoria?

Infatti la caccia in isole cosi piccole e strategicamente collocate nel mezzo dell’Adriatico, costituisce una gigantesca trappola per gli uccelli stremati che vi sono inevitabilmente attratti per sostare durante la traversata migratoria. Animali sfiancati che, invece di un rifugio e possibilità di alimentarsi, trovano una accoglienza “esplosiva” e senza scampo.

Le “aree contigue”, rivendicate per le Tremiti su quasi metà delle isole maggiori – fanno notare LIPU e VAS – sono in realtà zone da individuarsi sull’esterno del perimetro dei parchi cosi come prevede la L.394/91 sulle aree protette, allo scopo di conciliare e regolamentare l’attività di caccia per i residenti, appunto, delle zone interessate.

Al tempo stesso, queste aree contigue aperte alla caccia sarebbero tutelate da un regime di gestione territoriale che impedirebbe usi impropri o speculativi del territorio, promovendone invece un utilizzo sostenibilite.

Ciò avrebbe dovuto essere perseguito sul Gargano come invocato da anni dagli ambientalisti e invece si è assistito a disordinate espansioni del cancro edilizio, favorite da una perimetrazione deforme.

Non è possibile realizzare aree contigue “dentro” la perimetrazione esistente, come invece si vorrebbe proporre per le Tremiti, perseguendo di fatto una modifica della stessa perimetrazione con la fuoriuscita dall’area protetta, evidentemente vero obiettivo dell’amministrazione comunale .

Una proposta irricevibile, improvvisata per interessi di bottega – concludono le Associazioni ambientaliste LIPU e VAS – che non tiene conto delle autentiche vocazioni dell’arcipelago e che sarà avversata nelle sedi regionali e ministeriali.

Il Sindaco e il Consiglio comunale dovrebbero prendere atto che la caccia alle Tremiti, purtroppo, è già e da sempre illegalmente aperta, sotto forma di bracconaggio, una piaga di plateale illegalità a giudicare dagli spari che si odono in certi periodi e che ben difficilmente possono essere attribuiti a cacciatori non residenti !

Ma il Sindaco, che dovrebbe essere primo garante della legalità sul proprio territorio, va in direzione opposta !

Foggia, 28.01.13

LIPU – sezione prov.le Foggia                          VAS – sezione prov.le Foggia

MARE, STUDIO LIPU SULLA BERTA MAGGIORE ALL’ARCIPELAGO DELLE TREMITI (FG)

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Preziose informazioni sulle aree marine utilizzate dalla specie sono state ricavate da un dispositivo elettronico applicato sul dorso di 16 esemplari

Pesca intensiva, predatori, inquinamento, distruzione dell’habitat. Sono i principali fattori che da alcuni decenni stanno causando un forte declino degli uccelli marini, a livello globale così come nel Mediterraneo. A denunciarlo è la LIPU-BirdLife Italia, che durante la scorsa stagione estiva ha effettuato nell’isola di Capraia, nell’arcipelago delle Tremiti (Parco Nazionale del Gargano) una ricerca sulla Berta maggiore, una specie marina tra le più importanti che nidificano nel Mediterraneo e classificata come “Vulnerabile” dalla Lista Rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione.

La specie è dal 2008 sotto stretta osservazione della LIPU nell’ambito del progetto “IBA marine”, volto a studiare le aree marine più significative per l’avifauna. Partito l’anno scorso (con il supporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare) con un articolato studio nell’isola di Linosa, in Sicilia, dove vive una grande colonia di Berta maggiore formata da 10mila coppie, lo studio è proseguito quest’anno con fondi propri dell’associazione appunto nell’arcipelago delle Tremiti, dove la Berta maggiore nidifica sia sull’isola di San Domino e che su quella di Capraia.

Obiettivo del progetto IBA marine è quello di studiare le aree di nidificazione e alimentazione in mare aperto utilizzate dalle specie marine indicate nell’allegato I della direttiva comunitaria “Uccelli”, che in Italia sono per esempio la Berta maggiore, la Berta minore, il Marangone dal ciuffo e alcune specie di gabbiano come il Gabbiano corso, il Gabbiano Roseo e il Gabbiano corallino.

Nelle tre settimane di lavoro passate nell’isola di Capraia, scelta come sede dello studio, i ricercatori della LIPU hanno inserito sul dorso di 16 esemplari di Berta maggiore un dispositivo elettronico (chiamato Gps logger) che ne ha ricostruito i movimenti in mare aperto, dal momento in cui l’animale si allontana dal nido per recarsi in mare aperto e alimentarsi, fino al ritorno, dopo qualche giorno, al nido stesso. In collaborazione con l’Osservatorio faunistico della Regione Puglia, gli uccelli sono stati inoltre pesati, misurati e dotati di anello identificativo.

Con questa ricerca – dichiara Giorgia Gaibani, responsabile settore IBA e Rete Natura 2000 LIPU-BirdLife Italia aggiungiamo un altro tassello importante sulla strada della conoscenza e della tutela delle specie marine. Ci auguriamo – conclude – di poter proseguire il nostro progetto anche nei prossimi anni per poter arrivare nel più breve tempo possibile a un quadro più preciso della situazione”.

In media, i viaggi delle berte in mare aperto sono durati oltre sei giorni, da un minimo di due giorni fino a un massimo di 12. Durante l’incubazione – spiega Jacopo Cecere, del Dipartimento Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italiail maschio e la femmina di Berta maggiore fanno i turni: mentre uno dei due rimane sull’uovo, l’altro compie un viaggio di diversi giorni durante i quali si alimenta accumulando depositi di grasso che gli permetteranno di sopravvivere per diversi giorni una volta rientrato al nido”.

E’ stato osservato come le berte, in mare aperto, si spostino lungo una direttrice distante tra i dieci e i 20 chilometri dalla costa, e si concentrino per alimentarsi prevalentemente in quattro aree marine: due si trovano presso l’arcipelago delle Tremiti, una di fronte al primo tratto di costa Sud delle Marche, e un’ulteriore più a Nord quasi all’altezza del Monte Conero. Un esemplare ha anche effettuato un tragitto più lungo spingendosi fino alle isole della Dalmazia (Croazia), sul lato opposto del Mar Adriatico, per poi rientrare al nido.

Oltre ai pericoli che le berte incontrano in mare a causa della pesca industriale con “palamiti”, dove gli uccelli rischiano di rimanere impigliati e morire per annegamento, all’inquinamento e al disturbo dell’uomo dovuto anche al turismo (il Mediterraneo ospita il 32% del turismo internazionale), è stato inoltre identificato all’isola di Capraia, ma il problema è diffuso anche in altri siti di nidificazione della specie, la minaccia del Ratto nero, che preda le uova al nido. Un danno enorme, considerato che l’uovo depositato dalla berta è l’unico nell’intera stagione riproduttiva.

13 ottobre 2009      Ufficio Stampa  LIPU-BIRDLIFE ITALIA

PARCO, PER NATALE REGALA UNA MORATORIA PER LE COSTRUZIONI SULLA COSTA DEL GARGANO

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LA RICHIESTA DI LIPU E WWF 

Le sezioni LIPU e WWF di Foggia propongono all’Ente Parco un regalo di Natale da fare ai cittadini che, sempre più numerosi, si mobilitano nella campagna  “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare”.

Il regalo richiesto dalle Associazioni consiste nell’adozione di una moratoria sulle edificazioni in zona costa, nell’attesa dell’approvazione del Piano del Parco. Con un circostanziato documento LIPU e WWF hanno chiesto, infatti, che il Consiglio dell’Ente Parco del Gargano adotti uno specifico Ordine del Giorno prescrittivo con cui la costa sia oggetto di una particolare attenzione, evitando di concedere nuovi pareri autorizzativi per l’edificazione entro i 2000 metri dalla linea di battigia marina, anche per i terreni elevati sul mare, e questo fino all’adozione del Piano del Parco.

A sostegno della loro richiesta, le Associazioni hanno evidenziato che nell’ultimo periodo il Gargano sta conoscendo una proliferazione di proposte progettuali d’impianti turistici, lottizzazioni, centri alberghieri che interessano particolarmente la fascia costiera del Parco Nazionale, all’interno della perimetrazione o immediatamente a ridosso della stessa. La lottizzazione Gusmaj e i nuovi impianti alberghieri nella stessa baia, il Pirt Manaccora, il villaggio Lesina 2, la lottizzazione turistica di Capojale, la variante al PRG alle Isole Tremiti con le recenti strutture edilizie realizzate su Capraia, le nuove strutture turistiche in loc. Sfinale (centro turistico Paglianza e villaggio La bombarda), tre porti turistici, la lottizzazione Marcegaglia di Pugnochiuso, i vari villaggi turistici proposti in agro di Vieste (valle della Grotta e loc. Merino), il Pirt di Torre Mileto, …… e altri progetti sono in dirittura d’arrivo.

Sono tutte iniziative, evidenziano LIPU e WWF, emblematiche di un momento critico in cui si cerca di portare a compimento disegni improvvisati che prescindono da una programmazione urbanistica oculata che tenga maggiormente conto del prezioso e non infinito bene che è la costa.

Anche se tutte queste realizzazioni risultassero un giorno autorizzate e, pertanto, sul piano formale, regolari, le scriventi Associazioni dichiarano la propria assoluta contrarietà a tali progetti che rivelano, a dir poco, un enorme ritardo “culturale”. La strada che vorrebbero percorrere i fautori degli stessi è, infatti, ancora quella di uno sviluppo economico basato sulla privatizzazione di luoghi e risorse, sui grandi investimenti infrastrutturali con effetti disastrosi sull’ambiente naturale e sul paesaggio.

Per questi progetti l’Ente Parco è chiamato ad esprimere i pareri di competenza (Valutazione Impatto Ambientale, Valutazione di Incidenza) tramite la propria struttura tecnica e il momento appare assolutamente nevralgico: da un lato l’assalto alla costa assume vigore dall’altro si profila l’adozione del Piano del Parco, che dovrebbe garantire uno sviluppo armonico e sostenibile del territorio, capitale irrinunciabile di ogni prospettiva di futuro. Per questo motivo, affermano LIPU e WWF, appare urgente, doveroso e improcrastinabile che il Consiglio dell’Ente Parco si faccia carico delle responsabilità indotte da tale situazione e adotti la moratoria proposta per la costa.

Le Associazioni ambientaliste hanno chiesto, pertanto, al Presidente, massima espressione politica dell’Ente Parco, di farsi carico di promuovere con forza e autorevolezza l’adozione dell’ordine del giorno prescrittivo volto a garantire una moratoria sui procedimenti autorizzativi  limitatamente all’ambito costiero e ciò in difesa dell’ambiente e della meravigliosa natura della costa del Gargano ma anche nel rispetto delle autentiche istanze dei cittadini. L’adozione della moratoria assumerebbe, infatti, anche  il fondamentale significato di disponibilità ad un confronto con i cittadini mobilitati in difesa del Gargano, che  si fanno perciò portatori di nuovi parametri per una diversa vivibilità e che intendono partire dalle proprie esigenze e non da quelle di chi deve fare affari attraverso anche eventuali processi speculativi. Quindi un doppio meraviglioso regalo di Natale proposto da LIPU e WWF al Parco: per la natura e per i cittadini che la difendono.

Foggia, 20.12.2006        LIPU -Sez. di Foggia        WWF – Sez. di Foggia