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nuova SS89 Garganica

 Comprensibili le aspettative della popolazione.                                                Ma l’opzione proposta per la Mattinata Vieste non è sostenibile.

Nelle presentazioni pubbliche [caption id="attachment_3061" align="alignright" width="243"]Biancone - ph M.Mendi Biancone - ph M.Mendi[/caption] dell’opera e relativi posizionamenti delle Amministrazioni, non appaiono convincenti le giustificazioni di carattere economico se, come è evidente, le comunità che hanno “beneficiato” da decenni della tratta stradale già realizzata, non sembrano primeggiare in termini sviluppo e consolidamento demografico rispetto alle comunità che aspettano questo intervento. Comprensibili le aspettative delle comunità locali, in relazione a una più efficace connettività dei trasporti e alla maggior raggiungibilità dei servizi, unico tema ragionevole a conforto dell’opera. Tuttavia questo tema va mediato con gli effetti ambientali nell’ambito di tutte le componenti (a cominciare da quelle paesaggistiche, faunistiche, botaniche ed ecosistemiche). E qui è opportuno evidenziare anche che l’integrità paesaggistica e territoriale di un comprensorio (soprattutto a vocazione turistico - ambientale come il Gargano) è base imprescindibile per promuovere valori attrattivi e in ultima analisi anche economici. L'integrità e la marginalità, in alcuni territori identitari (es. la Toscana) paradossalmente diventano un forte valore aggiunto. “La progettualità proposta per la tratta Mattinata a Vieste – espone Enzo Cripezzi della LIPU - investe un’area poco antropizzata e di pregio eccezionale, con emergenze paesaggistiche, faunistiche (es. nidificazioni di rapaci come il Biancone) e botaniche di assoluto valore, di livello e quindi responsabilità di carattere comunitario.  La presenza di una nuova arteria stradale, con l'irruzione di tutti i cantieri per realizzarla in tale contesto orografico complesso e integro, equivarrebbe a far entrare un carro armato in un negozio di cristalli! Del resto la pluralità di tutele, derivanti da SIC, ZPS, PPTR, nonché dalle zonazioni e relative norme di salvaguardia del Parco nazionale, che ricadono in questo comprensorio ne confortano non solo l’importanza  nel merito ma anche la irrealizzabilità dell’intervento, soprattutto sul piano normativo. La giusta mediazione, quindi, impone una riflessione di buon senso e che l’opzione per la tratta Mattinata - Vieste prospettata da ANAS sia accantonata poiché del tutto impraticabile, evitando anche illusorie prospettive, e, al limite, valutando un approccio orientato all’adeguamento/riadattamento della SP 53 litoranea. Le soluzioni progettuali da Vico a Vieste appaiono in linea di massima ipotesi su cui poter ragionare, sebbene tutt’altro che indolori. Ma in tale ottica di mediazione, visto che si ritiene di voler aprire un nuovo corso concertativo con tutti gli interessi in gioco rispetto al passato, ci si faccia carico di come sono state realizzate nei decenni passati la SSV693 Lesina/Vico o la stessa SS89 Foggia/Manfredonia/Mattinata. Queste arterie stradali, parte integrante del disegno di “completamento” con il progetto stradale odierno, presentano tratte di pesante incidenza paesaggistica ed ecologica con effetti di frammentazione permanenti e conseguenze deleterie per la biodiversità (mortalità diretta di Tassi, Lupi, rapaci, ecc), per la mobilità del bestiame e per la sicurezza. “In questa circostanza progettuale – concludono alla LIPU -, sarebbe giusto prevedere opere di deframmentazione, come ponti naturali ed ecodotti, da adottare anche su queste grandi strade realizzate, quale indiretto contributo di mitigazione per l’opera oggi proposta. Ci aspettiamo quindi una riflessione di ANAS e di tutti gli interessati su questi argomenti”. Foggia, 15.02.22                                      LIPU OdV – Sezione prov.le Foggia

Strade killer: la LIPU rinviene un Lupo investito sulla SS 89

Frammentazione dell'ambiente, minaccia sempre più grave per la fauna selvatica [caption id="attachment_2216" align="alignright" width="300"] ph. LIPU Fg- Lupo investito SS89 lug15[/caption] Un esemplare di Lupo (Canis lupus) è stato purtroppo  rinvenuto morto da attivisti della LIPU.  Il rinvenimento dell’esemplare, evidentemente investito, è avvenuto sulla SS89 Foggia - Manfredonia all’altezza di Monte Aquilone.     Il comprensorio è oggetto di monitoraggio da parte dell’associazione ambientalista per l’interesse che rappresenta, ricadendo anche in SIC-ZPS e in buona parte nel Parco nazionale del Gargano. “Il sito del rinvenimento – afferma Enzo Cripezzi della LIPU - rappresenta un grave fattore di rischio per la fauna selvatica, come testimoniato dai resti di altri rinvenimenti (rettili, ricci, tassi,giovani uccelli, ecc). In quel punto la Statale 89 interseca aree a maggiore naturalità che inducono gli animali a concentrare in quella zona gli attraversamenti della strada”. Non è un caso che qui la LIPU aveva ipotizzato la realizzazione di strutture ecologiche (corridoi e “ecodotti”) per ridurre l’effetto “barriera” dell’arteria stradale, nell’ambito delle opere di “compensazione” del danno cagionato sulla stessa ZPS con l’industrializzazione del Contratto d’Area di Manfredonia, condannato dalla Unione Europea.  Purtroppo prevalsero altre logiche poco edificanti. [caption id="attachment_2217" align="alignright" width="168"] ph. LIPU Fg- Lupo investito SS89 lug15[/caption] Il ritrovamento rimarca la notevole capacità di spostamento di questo predatore, che da diversi anni è presente sul Gargano utilizzando ampi territori per le sue necessità vitali. Uomo permettendo ! Infatti, simili episodi (sempre la LIPU aveva rinvenuto anni fa un raro esemplare di Lontra investito presso Candela) denotano come non sia sufficiente l’istituzione di aree protette se rimangono “isole” assediate dalla pressione antropica e spesso dall’abuso del territorio. Rete stradale, incontinenza edilizia e industriale, proliferazione di opere energetiche (in primis eolico e fotovoltaico), consumano sempre di più il territorio rurale e ne fratturano la omogeneità. Inesorabilmente si riduce e si degrada lo spazio per la vita selvatica.  “E’ per questo – aggiunge Cripezzi - che occorre puntare su una “rete ecologica”, per favorire la interconnessione degli ambienti residui e quindi la sopravvivenza della Natura. Ed è per questo che interveniamo anche nell’ambito di tanti procedimenti di valutazione ambientale per opere che aggraverebbero il degrado territoriale.”   Con non poche difficoltà, gli attivisti della LIPU hanno recuperato la carcassa del Lupo conferendola all’Istituto Zooprofilattico di Foggia per le analisi del caso, informandone il Servizio Veterinario della ASL, l’Osservatorio faunistico della Provincia e il gruppo di ricerca sul Lupo, impegnato nei Parchi nazionali del Gargano e dell’Alta Murgia, aree protette dove si sta assistendo a una lenta ricolonizzazione di questa specie.   Ora si spera almeno che quel corpo esanime possa ancora “parlare” offrendo dati conoscitivi e utili sulla popolazione di questo predatore e per la sua tutela. Foggia, 22.7.15                                                      LIPU - Sezione prov.le Foggia