E’ la campagna LIPU per salvare falchi e ruralità del Tavoliere, con masserie storiche e ambienti identitari perennemente minacciati
Solo 15 anni fa la Capitanata vantava un paesaggio rurale decentemente conservato, con ampi spazi in cui l’orizzonte![immagine-poster-grillaio](https://www.lipucapitanata.it/wp-content/uploads/2018/11/immagine-poster-Grillaio-300x212.jpg)
E’ la campagna LIPU per salvare falchi e ruralità del Tavoliere, con masserie storiche e ambienti identitari perennemente minacciati
Solo 15 anni fa la Capitanata vantava un paesaggio rurale decentemente conservato, con ampi spazi in cui l’orizzonteIniziativa nell’area “paglia” bonificata, da problema a valore ambientale !
Era il 2006 quando una coppia di Grillai tornò a nidificare dopo decenni nel centro storico di Foggia. Continuò a riprodursi sulla Cattedrale, nel 2008 se ne recuperò anche un giovane caduto maldestramente dal nido, fino all’ultima nidificazione nel 2010. Poi i lavori di restauro dell’edificio impedirono la nidificazione di questi falchi che, tuttavia proprio nel 2011, furono rilevati dalla LIPU alle porte del capoluogo dauno, con 2 coppie nidificanti su edifici dismessi nell’area agricola di pertinenza dellaTra minacce e nuove aree di nidificazione la LIPU lo segue e lo tutela nella Daunia.
Da quasi un decennio il falco Grillaio, specie di interesse comunitario, sta lentamente e spontaneamente colonizzando il Tavoliere pugliese ricalcando la situazione “gemella” della Piana di Gela, in Sicilia. Simili dinamiche sono state contestualmente registrate in piccole zone di Puglia, Basilicata, Molise, della Pianura Padana e del Lazio.
A differenza delle grandi colonie nidificanti nei centri storici delle Murge Pugliesi e Materane, in Capitanata il Grillaio si è insediato con piccole colonie, spesso di poche coppie, su masserie e strutture rurali, spesso abbandonate, raramente in centri abitati, molte volte con rapaci notturni, pipistrelli ed altri migratori di notevole interesse come la Ghiandaia marina.
Qui l’ambiente d’elezione è costituito da distese cerealicole, meglio se con presenza di pascoli, utilizzate per cacciare grossi insetti, integrando la dieta con piccoli vertebrati. Queste aree sono strategiche soprattutto dopo la mietitura, quando le stoppie permettono ambienti idonei per cacciare, proprio mentre nascono i piccoli e fino a fine agosto e settembre, quando inizierà il viaggio di migliaia di km per tornare in Africa. La bruciatura delle stoppie, è quindi un fattore negativo anche per questa specie.
Da Serracapriola ad Ascoli Satriano, dal Manfredoniano a Lucera, fino al Cerignolano: al 2013 oltre 300 coppie distribuite su oltre 60 siti di nidificazione. Verosimilmente questa naturale espansione proseguirà, se non ci saranno fattori limitanti.
Quasi 10 anni di monitoraggi su 350.000 ettari della piana di Capitanata, hanno permesso alla LIPU di rilevare una aspetto importante: circa il 90 % dei siti di nidificazione è costituito da strutture rurali di interesse culturale o da beni storico-archeologici: Masserie, Poste, Poderi, Casini, Abbazie.
Mirabili esempi di antica edilizia rurale ma che stanno cadendo tristemente in malora, vandalizzati, depredati di infissi, effigi, tegole dei tetti, accelerandone il decadimento. Di recente si è aggiunto il disastroso fenomeno dell’abbattimento dei tetti, se non dell’intera struttura, per evitarne la tassazione !
In altri casi queste bellezze architettoniche sono fagocitate senza ritegno da centrali eoliche e fotovoltaiche o minacciate da altre speculazioni territoriali che demoliscono il contesto identitario e rubano territorio ai falchi. Incredibilmente, nelle relazioni ambientali firmate da “esperti” a corredo di questi progetti il Grillaio e altri valori sono “fantasmi”, con buona pace delle valutazioni degli uffici preposti. Un esempio è l’area di insediamento dell’inceneritore tra Tressanti e Mezzanone che ospitava circa 10 coppie già al 2005. Ignorate !
La LIPU ha contrastato innumerevoli progetti energetici cercando di scongiurare la distruzione di tante zone. Con appropriate istruttorie ha promosso la tutela di importanti aree attraverso la istituzione o ampliamento di aree protette o altri vincoli. E’ intervenuta nell’ambito del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) per orientarlo verso una agricoltura di qualità e più equilibrata.
“Speriamo che questa azione pluriennale condotta dalla LIPU possa trasferire la problematica dal silenzio delle campagne ai tavoli istituzionali – afferma Cripezzi della LIPU Pugliese-. Si rischiano gravi danni per la Natura ma anche per i monumenti rurali e il paesaggio agro-pastorale. Bisogna evitare che questi manufatti, Masserie, Poste, ecc) cadano definitivamente a pezzi e che il territorio rurale diventi ricettacolo per l’insediamento di ogni sorta di bruttura urbanistica o industriale”.
In tal senso il Grillaio diventa “guardiano” della storia, simbolico custode di un paesaggio rurale e di testimonianze della passata civiltà contadina: proteggerlo significa tutelare anche questi siti.
Questo intenso lavoro è stato oggetto di pubblicazioni approdate in consessi scientifici o di taglio divulgativo. Una di queste, realizzata grazie al Centro Servizi Volontariato Daunia, è scaricabile in formato digitale su www.lipucapitanata.it .
LIPU - Sezione prov.le Foggia 30.9.2013
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Di seguito un ESTRATTO dell'articolo 2009 pubblicatoINTRODUZIONE
Il Grillaio Falco naumanni è una specie considerata minacciata e vulnerabile in base alla lista rossa IUCN (BirdLife 2009) è presente in Allegato I della Direttiva 79/409 (specie prioritaria) e risulta SPEC 1 (Globalmente minacciata) (Birdlife International 2004). In Europa, attualmente la popolazione è compresa tra 25.000 e 40.000 coppie (BirdLife International, 2004). Nei paesi del Mediterraneo, è dimostrato un calo spesso drammatico della popolazione nidificante (Bux 2008). La popolazione spagnola, ad esempio, è passata da circa 100.000 coppie negli anni ’60 alle più recenti 8.000 coppie (Pomarol 1993). In Italia la specie risulta di passo regolare, occasionalmente svernante (Corso & Grussu 1997) e nidificante in Puglia e Basilicata con la popolazione più importante, in gran parte sinantropica, concentrata nei centri storici degli abitati delle Murge Baresi, Materane e Tarantine (Sigismondi et al., 2003, Bux 2008). Nidifica anche in Sicilia (Mascara 2001, Mascara & Sarà 2006) e Sardegna con colonie extraurbane e, più recentemente con diverse coppie in Emilia Romagna (Ferrari & Gustin 2009). Scopo del presente lavoro è di aggiornare distribuzione e consistenza della popolazione di Grillaio in provincia di Foggia dove in precedenza la specie era stata accertata come nidificante in una colonia di 4-7 coppie insediata in una masseria abbandonata del comune di Manfredonia (Caldarella et al., 2005, Caldarella et al. in stampa) e evidenziare la prima nidificazione in Molise, regione, nella quale non si hanno prove recenti di riproduzione prima del presente lavoro (Battista et al. 1998). La popolazione appulo-lucana risulta la più importante a livello nazionale con un costante incremento dal centinaio di coppie negli anni 90 (Sigismondi 1990) alle 3640-3840 coppie nel 2001 (BirdLife International, 2004), fino alla più recente stima di 10.000-15.000 individui nel 2008 (Sigismondi 2008). Nel 2004-2007 si è registrato un incremento in alcune colonie (Matera e Ginosa) (Bux & Pavone, 2005, Bux 2008), mentre, al contrario, negli ultimi 2-3 anni la popolazione appulo-lucana ha evidenziato una flessione negativa (Giglio & Bux, com. pers.). Nel Molise sulla presenza del Grillaio si hanno notizie rare e frammentate. Storicamente la specie viene riportata come nidificante (Altobello, 1920) o nidificante incerta (Brichetti, 1985, Battista et al. 1998). Compare tuttavia nella collezione ornitologica dei Carfagnini a Montorio nei Frentani (CB) con un esemplare abbattuto il 23 settembre 1923. Un caso di svernamento viene segnalato ad Agnone (IS) con un gruppo di 5 individui osservati il 29 novembre 1988 (Palumbo, 1997). Più recentemente, è stato appurato un tentativo di nidificazione nel centro storico di S. Giuliano di Puglia (CB) a seguito dell’osservazione di una coppia sul tetto di un’antica casa in pietra (Meo, ined.), ma l’avvenuta nidificazione non è stata confermata. In seguito un altro tentativo di nidificazione, non andato a buon fine per cause sconosciute, è avvenuto a Casacalenda (CB) sul retro della parete dell’antica chiesa madre (Meo, ined.). L’ambiente d’elezione del Grillaio è costituito da distese aperte, preferibilmente a pseudosteppa e prati aridi che utilizza per esigenze trofiche, cacciando insetti e in misura minore piccoli vertebrati (Bux et al. 1997, Pantone et al. 1999). I siti di nidificazione sono costituiti da cavità e sottotetti sugli edifici storici dei centri abitati (colonie appulo-lucane) o su masserie e strutture isolate nelle campagne (piana di Gela) (Mascara e Sarà 2006) o più limitatamente su ambienti rupicoli (Brichetti & Fracasso 2003). La specie nidifica anche nelle cassette nido (Bux et al. 2008). La migrazione post-riproduttiva viene intrapresa da agosto a tutto settembre in gruppi gregari e può essere preceduta da un dispersione pre-migratoria in aree limitrofe per esigenze trofiche (Premuda et al., 2008).