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CACCIA: LE DELEGAZIONI LIPU SI MOBILITANO IN TUTTA ITALIA CONTRO “CACCIA SELVAGGIA”

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Appello per la natura alla società civile, al mondo della scienza e agli amministratori:

“Si cancelli subito l’articolo 38 della legge Comunitaria, che ha eliminato

i limiti temporali alla stagione venatoria”

 “Non permetteremo lo stravolgimento delle leggi sulla natura in Italia, che sono il frutto del ventennale impegno ambientalista e rappresentano la garanzia per un’Italia migliore”.

Lo dichiara il vicepresidente della LIPU-BirdLife Italia, Fulvio Mamone Capria, a nome delle 110 delegazioni LIPU di tutta Italia.

“L’approvazione in Senato dell’articolo 38 della legge Comunitaria è l’ennesimo segnale di quel tentativo, ormai palese, di assalto alle storiche leggi nazionali sulla tutela della natura. Prima il disegno di smantellamento della legge 157/92, la normativa nazionale che regola l’attività venatoria nel nostro Paese, da parte del senatore Orsi, con le sue anacronistiche richieste sull’ imbalsamazione, i richiami vivi, l’uso di uccelli come zimbelli, la caccia lungo le rotte di migrazione o la concessione del fucile a sedici anni.

Poi i tentativi di svilire gli strumenti di conservazione della Rete Natura 2000, la rete di protezione della biodiversità dell’Unione europea. E ora questa pessima norma della legge Comunitaria, che apre un baratro sui calendari venatori, dando alle regioni la possibilità di ampliare la caccia oltre i limiti attuali compresi tra il 1° settembre e il 31 gennaio e di praticare la caccia ai migratori aggravando le infrazioni comunitarie già aperte dall’Unione Europea contro l’Italia.”

“Questi attacchi – prosegue il vicepresidente LIPU – vogliono colpire quella cultura del rispetto della natura largamente condivisa dagli italiani, per i quali, anche grazie al nostro lavoro di educazione rivolto agli adulti e ai più giovani, la natura è un prezioso patrimonio da conoscere e difendere.”

“In decenni di azione attenta e appassionata sul territorio, gli attivisti della LIPU e gli ambientalisti in genere hanno creato oasi naturali, protetto e curato animali selvatici, difeso il territorio dall’incuria e dalla distruzione, promosso l’educazione ambientale. Insomma hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese migliore, più bello e civile.”

“Anche e soprattutto per questo non assisteremo passivi al concretizzarsi di questi tentativi:  abbiamo già avviato in tutta Italia la mobilitazione di delegati e attivisti, perché diffondano ovunque la petizione LIPU per il Presidente del Consiglio, presente anche su www.lipu.it, e coinvolgano chiunque in questa battaglia per la natura: dal mondo della cultura a quello della scienza, dalle istituzioni locali alle associazioni e all’intera società civile.”

La LIPU di Capitanata ricorda che localmente, importanti aree naturali, come le zone umide ad esempio, sono esposte alla vergognosa piaga del bracconaggio, vale a dire l’attività di caccia eseguita secondo metodi, mezzi e periodi non consentiti.

Ecco: una deregulation cosi sconsiderata permetterebbe la pratica di attività venatorie oggi non consentite legalizzando di fatto quello che oggi è bracconaggio, con danni irreparabili per patrimoni di inestimabile valore ancora oggi presenti in provincia di Foggia e in Puglia. 

Foggia, 4 Febbraio 2010

LIPU – Sezione prov.le Foggia www.lipucapitanata.it

POLITICA AGRICOLA EUROPEA: LE ORGANIZZAZIONI DEI PROPRIETARI E IMPRENDITORI AGRICOLI EUROPEI E BIRDLIFE INTERNATIONAL (LIPU IN ITALIA) SOTTOSCRIVONO UNA ROAD MAP PER IL FUTURO DELLA PAC

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Per l’Italia la LIPU chiede attenzione ai modelli agricoli ad alto valore naturalistico come le steppe in Puglia e Sardegna, i Magredi in Friuli Venezia Giulia e i pascoli alpini e appenninici

La crescita mondiale della domanda di cibo, la sfida del riscaldamento globale e le minacce alla biodiversità europea e alla qualità dell’ambiente. Sono i passaggi fondamentali affrontati dalla proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) presentata a Bruxelles da BirdLife International (LIPU in Italia), rete mondiale di associazioni per la difesa della natura, e dalla ELO (European Landowner Organization), l’organizzazione europea dei proprietari terrieri, dei managers di imprese agricole e degli imprenditori rurali. L’evento, organizzato al Parlamento europeo, si è svolto alla presenza di Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e ex ministro delle politiche agricole nel primo Governo Prodi, Thierry de l’Escaille, Segretario generale ELO, e Angelo Caserta, Direttore BirdLife Europa.

BirdLife International ed ELO ritengono che le sfide globali del nostro tempo, relative alla sicurezza alimentare e alla tutela dell’ambiente, possano essere positivamente affrontate soltanto mediante politiche europee dotate di risorse finanziarie adeguate. La riforma della politica agricola comune (PAC) è un’occasione imperdibile.

Le due organizzazioni immaginano una PAC basata su un nuovo approccio che metta al centro del sistema la stipula di contratti tramite i quali gli  imprenditori agricoli siano ricompensati per la loro capacità di fornire alla collettività beni pubblici, come cibi sani e un ambiente salubre, superando l’attuale logica della rendita storica.

I cittadini dell’Unione Europea chiedono che il territorio venga gestito in modo da mantenere una biodiversità ricca ed ecosistemi in salute, e che il settore agricolo sia in grado di mantenere una produzione alimentare sul lungo termine attraverso un uso sostenibile delle risorse naturali.

Una particolare attenzione deve essere posta ai modelli agricoli ad alto valore naturalistico (High Nature Value Farming) come i pascoli estensivi caratteristici delle aree marginali ad alto rischio di abbandono o di intensificazione, come le steppe nelle Murge in Puglia, nel centro della Sardegna o i Magredi in Friuli Venezia Giulia e i pascoli alpini ed appenninici, essenziali per specie di grande rilevanza conservazionistica come la Gallina prataiola, l’Occhione, Coturnice e Re di quaglie.

BirdLife ed ELO, inoltre, ritengono che la nuova politica agricola comune debba basarsi sull’attuale modello utilizzato per la politica di sviluppo rurale, facendo tesoro dell’esperienza maturata con gli schemi agro-ambientali.

Entrambe le organizzazioni – afferma Thierry de l’Escaille, Segretario Generale ELO auspicano una continuità della politica europea e del relativo bilancio per raggiungere la sicurezza alimentare e ambientale (FES – Food and Environmental Security). Concordiamo – aggiunge – che la PAC debba cambiare per far proprie le sfide emergenti di questo secolo: la crescita della domanda di cibo, il pericolo del riscaldamento globale e le minacce alla biodiversità europea e alla qualità dell’ambiente”.

“I sistemi attuali – dichiara Angelo Caserta, Direttore di BirdLife Europahanno necessità di essere riformarti per ricompensare adeguatamente i produttori agricoli per i benefici ambientali che essi portano e che sono così fondamentali per entrambi, per la natura e per il nostro benessere di lungo termine”.

La sottoscrizione di questa road map tra ambientalisti e gestori del territorio è di grande importanza  – dichiara Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU BirdLife Italiaperché viene da soggetti che pur seguendo percorsi differenti, concordano sulla necessità di mantenere i fondi alle politiche agricole. Questo purchè si riformi la PAC incentivando la qualità dell’agricoltura e il rispetto dell’ambiente come del resto chiedono i cittadini europei”.

Per scaricare il documento comune:  

http://www.birdlife.org/eu/pdfs/Proposal_for_the_future_cap_FINAL_21_01_2010.pdf

Parco dell’Incoronata: Si alla gestione, No alla riperimetrazione

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Le richieste di Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF

A distanza di più di tre anni dall’istituzione del Parco Regionale Bosco Incoronata, invece di dare finalmente avvio ad una corretta gestione dell’area protetta con la redazione dei suoi strumenti di pianificazione (Piano del Parco e Regolamento), osservano Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF di Foggia, si continua a perdere tempo con proposte di riperimetrazione. L’aspetto più inquietante è che queste proposte vengono da parte di soggetti privati i cui pur legittimi interessi hanno poco a che fare con la tutela della natura: con questa logica, infatti, non si riuscirebbe mai a porre un punto fermo all’istituzione di un’area protetta.

Le associazioni si riferiscono in particolare alla proposta di riperimetrazione del Parco Incoronata presentata dalla ditta Conglobix s.n.c., la cui attività d’estrazione d’inerti si trova a pochi passi dal torrente Cervaro e all’interno dell’area protetta, senza il coinvolgimento di nessuno degli attori che all’epoca della nascita del Parco contribuirono alla definizione del suo perimetro.

I sostenitori di questa proposta, probabilmente allo scopo di avvalorare la propria tesi di riperimetrazione, oggi criticano aspramente, a distanza di anni, le scelte condivise dal vasto tavolo di partenariato che  Comune di Foggia e Regione Puglia intesero ascoltare prima di varare l’attuale perimetrazione.

In particolare Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF rivendicano con orgoglio il loro ruolo determinante nell’estensione della ridotta iniziale ipotesi di perimetro, sostanzialmente limitata al bosco, al fine di includere anche il torrente Cervaro da cui il bosco trae la sua linfa vitale. È lampante, infatti, che l’assetto della vegetazione dipenda dagli apporti idrici provenienti dal torrente. Per questo motivo, e per conseguire uno snellimento del sistema di gestione della vincolistica presente nella zona, si propose di far sostanzialmente coincidere la perimetrazione del Parco con quella del SIC (Sito d’Importanza Comunitaria). Inoltre, per proposta delle associazioni, si decise di includere nel parco anche la Masseria Giardino, nella speranza che quest’importante monumento, oggi abbandonato al degrado e parzialmente crollato, potesse diventare elemento di attrazione storica e culturale dell’area protetta.

Per quanto riguarda l’attività imprenditoriale in questione, se fosse stata già avviata la gestione dell’area protetta con un Piano del Parco vigente, si sarebbe potuto cercare un equilibrio tra le esigenze produttive della Conglobix e la salvaguardia ambientale dell’area, evitando di riaprire polveroni inutili sul perimetro del parco.

Questa vicenda, osservano le associazioni ambientaliste, rimarca ancora di più l’esigenza, più volte espressa, di procedere rapidamente ad ottemperare a tutti gli obblighi contenuti nella legge istitutiva del Parco Incoronata e cioè l’approvazione del Piano del Parco, del Regolamento e del Piano Pluriennale Economico e Sociale.

Fino ad oggi, invece, il Comune di Foggia, dopo l’iniziale slancio avuto nella fase d’istituzione del Parco, non sta mostrando altrettanta attenzione nell’indispensabile, ed ormai urgente, fase d’avvio e di consolidamento dell’area protetta. Tanto meno sono state soddisfatte le istanze di Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF che da tempo chiedono, come previsto dalle norme nazionali, una loro rappresentanza in seno all’organismo di gestione allo scopo di meglio monitorare l’operato del Parco.

Foggia, 18.01.2010

Italia Nostra – Foggia

Legambiente – Foggia

LIPU – Foggia

VAS – Foggia

WWF – Foggia

poster Albanella minore

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In collaborazione con il Csv Daunia CSV_Daunia (Centro Servizi al Volontariato – www.csvdaunia.it ), la LIPU di Capitanata ha realizzato questo bellissimo poster sull’Albanella minore.

poster Circus Lipu-Csv

Il poster SALVIAMO L’ALBANELLA contribuisce a valorizzare il volontariato Lipu impegnato insieme agli agricoltori per tutelare  l’unico sito riproduttivo di tutto il Sud di questo splendido rapace. Sostienici anche tu, iscriviti alla Lipu e lo riceverai.

Per informazioni sulla nidificazione dell’Albanella minore in provincia di Foggia vai alla pagina con relativo comunicato e video diffuso dalla Lipu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Speciale falco Grillaio

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Le azioni che la LIPU sta conducendo per monitorare e proteggere il falco Grillaio, gli ambienti agricoli e le masserie del Tavoliere Dauno.  Anche tu poi aiutare questo rapace che sta spontaneamente colonizzando la Capitanata dal 2005 ma rimane una specie rara e minacciata.

A destra puoi scaricare il pdf (2,4 MB) della

pubblicazione realizzata (2012) dalla LIPU

grazie al sostegno del  CSV  DAUNIA

 

 

 

 

Se desideri la versione cartacea contatta la LIPU

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Di seguito un ESTRATTO dell’articolo 2009 pubblicatogrillai sulle riviste scientifiche relativo alla dinamica spontanea di AMPLIAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEL GRILLAIO FALCO NAUMANNI  IN PUGLIA SETTENTRIONALE E PRIMA NIDIFICAZIONE IN MOLISE

INTRODUZIONE

Il Grillaio Falco naumanni è una specie considerata minacciata e vulnerabile in base alla lista rossa IUCN (BirdLife 2009) è presente in Allegato I della Direttiva 79/409 (specie prioritaria) e risulta SPEC 1 (Globalmente minacciata) (Birdlife International 2004).

In Europa, attualmente la popolazione è compresa tra 25.000 e 40.000 coppie (BirdLife International, 2004). Nei paesi del Mediterraneo, è dimostrato un calo spesso drammatico della popolazione nidificante (Bux 2008). La popolazione spagnola, ad esempio, è passata da circa 100.000 coppie negli anni ’60 alle più recenti 8.000 coppie (Pomarol 1993).

In Italia la specie risulta di passo regolare, occasionalmente svernante (Corso & Grussu 1997) e nidificante in Puglia e Basilicata con la popolazione più importante, in gran parte sinantropica, concentrata nei centri storici degli abitati delle Murge Baresi, Materane e Tarantine (Sigismondi et al., 2003, Bux 2008). Nidifica anche in Sicilia (Mascara 2001, Mascara & Sarà 2006) e Sardegna con colonie extraurbane e, più recentemente con diverse coppie in Emilia Romagna (Ferrari & Gustin 2009).

Scopo del presente lavoro è di aggiornare distribuzione e consistenza della popolazione di Grillaio in provincia di Foggia dove in precedenza la specie era stata accertata come nidificante in una colonia di 4-7 coppie insediata in una masseria abbandonata del comune di Manfredonia (Caldarella et al., 2005, Caldarella et al. in stampa) e evidenziare la prima nidificazione in Molise, regione, nella quale non si hanno prove recenti di riproduzione prima del presente lavoro (Battista et al. 1998).

La popolazione appulo-lucana risulta la più importante a livello nazionale con un costante incremento dal centinaio di coppie negli anni 90 (Sigismondi 1990) alle 3640-3840 coppie nel 2001 (BirdLife International, 2004), fino alla più recente stima di 10.000-15.000 individui nel 2008 (Sigismondi 2008). Nel 2004-2007 si è registrato un incremento in alcune colonie (Matera e Ginosa) (Bux & Pavone, 2005, Bux 2008), mentre, al contrario, negli ultimi 2-3 anni la popolazione appulo-lucana ha evidenziato una flessione negativa (Giglio & Bux, com. pers.).

Nel Molise sulla presenza del Grillaio si hanno notizie rare e frammentate. Storicamente la specie viene riportata come nidificante (Altobello, 1920) o nidificante incerta (Brichetti, 1985, Battista et al. 1998). Compare tuttavia nella collezione ornitologica dei Carfagnini a Montorio nei Frentani (CB) con un esemplare abbattuto il 23 settembre 1923.

Un caso di svernamento viene segnalato ad Agnone (IS) con un gruppo di 5 individui osservati il 29 novembre 1988 (Palumbo, 1997). Più recentemente, è stato appurato un tentativo di nidificazione nel centro storico di S. Giuliano di Puglia (CB) a seguito dell’osservazione di una coppia sul tetto di un’antica casa in pietra (Meo, ined.), ma l’avvenuta nidificazione non è stata confermata. In seguito un altro tentativo di nidificazione, non andato a buon fine per cause sconosciute, è avvenuto a Casacalenda (CB) sul retro della parete dell’antica chiesa madre (Meo, ined.).

L’ambiente d’elezione del Grillaio è costituito da distese aperte, preferibilmente a pseudosteppa e prati aridi che utilizza per esigenze trofiche, cacciando insetti e in misura minore piccoli vertebrati (Bux et al. 1997, Pantone et al. 1999). I siti di nidificazione sono costituiti da cavità e sottotetti sugli edifici storici dei centri abitati (colonie appulo-lucane) o su masserie e strutture isolate nelle campagne (piana di Gela) (Mascara e Sarà 2006) o più limitatamente su ambienti rupicoli (Brichetti & Fracasso 2003). La specie nidifica anche nelle cassette nido (Bux et al. 2008).

La migrazione post-riproduttiva viene intrapresa da agosto a tutto settembre in gruppi gregari e può essere preceduta da un dispersione pre-migratoria in aree limitrofe per esigenze trofiche (Premuda et al., 2008). 

MATERIALI E METODI

La presente indagine è stata condotta in due macro aree poco antropizzate della provincia di Foggia, denominate A (più vicina alla costa) e B (più interna) (Fig. 1). Le aree sono state scelte sulla base di conoscenze pregresse e all’uso del suolo, scartando le aree maggiormente caratterizzate da coltivazioni orticole intensive, oliveti e vigneti. Centri abitati e borgate, non sono stati direttamente oggetto di verifiche sistematiche.

L’area di studio A, si estende per circa 1160 kmq e risulta una zona pianeggiante, basso-collinare, caratterizzata da coltivazioni estensive con tipico ciclo colturale grano/grano/pomodoro ed in parte intensive, costituita soprattutto da pascoli sub-steppici concentrati essenzialmente nel gradino pedegarganico basso-collinare. Il comprensorio è attraversato dai torrenti Candelaro, Cervaro e Carapelle, con altitudine compresa tra 5 e 100 m slm. Sono state effettuate 48 uscite nelle stagioni riproduttive dal 2005 al 2009 (mediamente 8-9 uscite stagionali).

L’area di studio B, in ambito pedeappenninico, estesa circa 1300 Kmq, è stata oggetto di indagine a partire dal 2008 ed é caratterizzata in gran parte da vaste estensioni cerealicole su morfologia basso collinare, con altitudine compresa tra 100-300 m slm. Sono state effettuate 18 uscite nelle stagioni riproduttive 2008 e 2009 e con una copertura parziale del comprensorio. Tale area è suscettibile sicuramente di risultati più di dettaglio in relazione ad una maggiore copertura della stessa.

In entrambe le aree sono state effettuate osservazioni da aprile ad agosto, percorrendo il reticolo stradale principale e secondario. Transetti e soste sono stati determinati in base alle situazioni ambientali e alla presenza di edifici potenzialmente idonei alla nidificazione della specie, con l’obiettivo di coprire il più possibile il territorio. Ogni uscita ha avuto una media di 30-40 km di percorso stradale utile.

La stima del numero minimo e massimo di coppie per colonia, è stata dedotta sulla base del numero di maschi adulti osservati nei siti e, in alcuni casi, dal conteggio di cavità frequentate da maschi e femmine contemporaneamente. Per motivi cautelari si è preferito non frequentare e non accedere direttamente ai siti riproduttivi occupati.

RISULTATI

i) AREA A, provincia di Foggia:

Nel 2005 è stata appurata la presenza di 5 colonie per un totale di 19-26 coppie. Nel 2006 sono state rilevate 9 colonie ma non è stato possibile stimare le coppie complessive. Nel 2007 sono state riscontrate 12 colonie per un totale di 39-55 coppie. Nel 2008 le colonie identificate sono state 15 per un totale di 61-77 coppie. Nel 2009 le colonie accertate risultano essere 18 per un totale di 83-103 coppie. I conteggi sono integrati da un sito di nidificazione in ambiente urbano: una coppia ha nidificato almeno dal 2007 su un edificio nel centro storico di Foggia (la coppia era già stata ripetutamente osservata nella stagione riproduttiva 2006 su un vicino edificio).

In quest’area la mietitura avviene solitamente già ai primi di giugno e in parte anche a fine maggio.

 

ii) AREA B, provincia di Foggia:

L’area B è utilizzata in periodo migratorio, soprattutto durante la migrazione post-riproduttiva. La maggioranza delle osservazioni di individui in caccia nelle zone investigate è stata rilevata in aree post mietitura lasciando presupporre la nidificazione che, tuttavia, anche per la copertura ancora parziale dell’indagine, è stata riscontrata (avulsa dai monitoraggi sistematici effettuati nelle altre aree), solo in ambito urbano: una coppia ha nidificato nell’abitato di Lucera nel 2008, con la presenza da metà luglio di un giovane involato da alcuni giorni. 

Inoltre, nei comuni di Castelluccio dei Sauri, Biccari, Lucera, Pietramontecorvino e Torremaggiore, è stata in più occasioni registrata la presenza di gruppi di individui adulti (4-9) in caccia nel periodo giugno-luglio e di giovani dell’anno tra luglio e agosto, fino a settembre. Oltre a Lucera, si sospetta la possibilità di ulteriori nidificazioni nei centri storici degli abitati menzionati o in quelli limitrofi o, ancora, in edifici rurali non ancora individuati. In quest’area la mietitura avviene in media tra il 10 e il 20 di giugno.

Di particolare rilievo è stata nel 2009 l’osservazione ripetuta di 11-15 individui adulti in caccia nell’area basso collinare di Biccari nei mesi di giugno e luglio. Dai primi di agosto e fino all’8 settembre sono stati osservati nella medesima area 27-31 individui tra cui si è potuta accertare la presenza di diversi giovani maschi. Dopo tale periodo, 12 individui, potenzialmente dello stesso nucleo sono stati osservati in una area limitrofa dello stesso agro comunale dall’11 al 16 settembre.

Pur essendo il mese di Agosto un periodo coerente con la migrazione post-riproduttiva e/o con i movimenti di  dispersione pre-migratoria (Premuda et al. 2008), tali osservazioni potrebbero confermare la nidificazione in  quest’area.

Sia nell’area A che B, sono stati osservati grillai, in particolare maschi adulti, cacciare piccoli rettili, lasciando intuire uno spettro alimentare potenzialmente più eterogeneo, rispetto alle popolazioni appulo lucane, che si alimentano su pascoli steppici soprattutto sulla componente invertebrata (quasi il 98% di artropodi, Bux et al.,1997).

Il grillaio ha mostrato una forte attrazione per stoppie e pascoli nel momento in cui sono percorsi dal fuoco, con la concentrazione di decine di individui anche in zone distanti dalle colonie 4-7 km.

Nel complesso i siti occupati nel 2009 nell’area A e, al momento, solo in un caso nell’area B, risultano così distribuiti:

–          11 (58%) in strutture rurali, abbandonate o in disuso (casolari, poderi, masserie, ecc.), spesso diroccati;

–          3 (16%) in pertinenze abbandonate, semi abbandonate o diroccate di masserie rurali abitate o frequentate abitualmente;

–          3 (16%) in capannoni agricoli/industriali;

–          2 (10%) in ambiente urbano (Foggia, area A, Lucera, area B).

Sei colonie (31%) ricadono in IBA (Important Bird Areas) e tre di queste anche in SIC/ ZPS.

La caratterizzazione ambientale dei siti di nidificazione nell’area A e nei due centri abitati (intorno di 2 km), è costituita essenzialmente da estensioni cerealicole e secondariamente da foraggio, con scarsa presenza di incolti  utilizzati per il pascolo ovino. Solo tre colonie hanno evidenziato la presenza di pseudosteppa.

iii) provincia di Campobasso

Nel 2009, inoltre, viene confermata la nidificazione del Grillaio in Molise, nel centro storico di Casacalenda (Cb).

Il 5 agosto 2009 un immaturo cade su un passante da un tetto del centro storico di Casacalenda. Il giovane di 10-15 giorni di età, viene consegnato al locale Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU. Si tratta quindi di una nidificazione certa, seppur il nido non sia stato individuato.

Il sito è costituito da una serie di antiche case in pietra, esposte ad Ovest, ricche di cavità che si affacciano su una valle in cui sono presenti orti, con appezzamenti a grano e orzo, boschetti e grandi alberi isolati. Vi si trovano anche un paio di vecchie costruzioni in pietra e pochi incolti.

Negli anni precedenti la specie era stata già osservata ripetutamente in periodo riproduttivo ma non era stato possibile accertarne la riproduzione. A giudicare dagli individui osservati in alcune zone rurali del comprensorio molisano, si ritiene che questo caso di nidificazione non sia stato isolato, per la potenziale presenza di piccole colonie su casolari abbandonati, in un territorio caratterizzato da una orografia basso collinare (200-600 m) e dominato da coltivazioni cerealicole, con lembi di pascolo e incolti principalmente lungo i declivi.

Riportiamo di seguito inoltre alcuni avvistamenti pregressi:

  • In territorio di Bonefro (CB) in località “Montazzone”, osservati 38 esemplari in attività trofica sopra un incolto in periodo post riproduttivo;
  • In territorio di Bonefro (CB) nei pressi della stazione ferroviaria, alla fine di agosto, e per due anni consecutivi, osservati per alcuni giorni da 1 a 3 giovani appollaiati sui fili del telefono al limitare di una strada statale;
  • In territorio di Casacalenda (CB) lungo la S.S.87, osservati il 22 settembre 43 grillai, alcuni dei quali appollaiati sui fili del telefono;
  • In territorio di Casacalenda (CB) in località “Strada della Montagna” un esemplare osservato il 6 luglio 2008. In seguito ripetute osservazioni di piccoli gruppi per tutto il mese di agosto. Il 21 agosto 2008 osservati, sempre nel medesimo sito, 13 esemplari giovani e adulti in periodo post-riproduttivo nei pressi di un anemometro.

La zona (compresa nell’IBA/ZPS “Valle del Fiume Biferno”), è caratterizzata da un valico collinare posto a 600 m che si affaccia sulla valle del Biferno. Sono presenti coltivazioni cerealicole frammiste a piccoli boschi di querce (Cerro e Roverella), macchie a ginestra e rari incolti in cui sono particolarmente abbondanti gli Ortotteri. In zona sono presenti diverse piccole costruzioni rurali abbandonate in pietra (fienili e ricoveri).

  • In territorio di Casacalenda (CB) in località “Crocella”, tre esemplari osservati due volte in periodo riproduttivo (luglio) e due ad agosto. Tre esemplari in attività trofica a fine giugno a circa 2 km di distanza.

Discussione

Dal 2005 la dinamica della popolazione foggiana e del suo areale riproduttivo ha registrato un’espansione costante, così come avvenuto nella Piana di Gela, in Sicilia (Mascara, 2001; Mascara & Sarà, 2006). Nuovi siti di nidificazione rilevati in altre aree pugliesi come Taranto nel 2007 (Lodeserto com. pers.), o la periferia di Bari nel 2007 (Sigismondi, com. pers.), o gli ultimi riscontri in Molise, evidenziano un recente ampliamento dell’areale distributivo della specie in Puglia settentrionale, più consistente rispetto a quanto già evidenziato da altri autori (Caldarella et al. 2005, 2007).

Le aree oggetto dell’indagine assumono un notevole interesse anche in relazione all’intensa presenza di individui  durante il periodo migratorio e soprattutto post-riproduttivo. In genere le distese cerealicole, pur non paragonabili al valore ecologico dei pascoli steppici (Bux in Gustin & Celada 2009), appaiono fondamentali sebbene la bassa disponibilità trofica delle aree cerealicole rispetto a quelle a pseudosteppa, potranno contribuire in futuro alla ulteriore creazione di micro-colonie, come quelle rilevate nel foggiano settentrionale e distribuite su ampi territori, a differenza delle popolazioni murgiane più concentrate (Bux, 2008).

Dal punto di vista trofico le aree a stoppie risultano di assoluto rilievo, soprattutto se relazionate ai tempi della mietitura e al calendario riproduttivo della specie e alla scarsa presenza, in molte aree pugliesi, di alternative ambientali idonee per la specie come incolti e pascoli. Del resto, è nota l’importanza delle aree cerealicole per le colonie urbane della Murgia pur in presenza di habitat a pseudosteppa (Sigismondi et al. 1996, 2003).

E’ interessante notare come le colonie oggetto della ricerca siano ubicate in genere in masserie disabitate e rivelando abitudini comportamentali più riservate nei confronti dell’uomo rispetto a quelle sinantropiche murgiane (Bux 2008).

Queste aree risultano al momento quasi ovunque prive di vincolistica; inoltre, le attuali scarse norme di riferimento per l’insediamento di impianti energetici appaiono insufficienti.

Tali trasformazioni sottrarranno, direttamente e indirettamente, notevoli estensioni di territorio utile a questa specie o ad altre presenti come Occhione Burhinus oedicnemus e Ghiandaia marina Coracias garrulus e potrebbero essere un ostacolo ad una ulteriore espansione dell’areale riproduttivo del Grillaio in Puglia settentrionale e Molise.

La virulenza di questo fenomeno pone in secondo piano le minacce di trasformazione agricola, derivanti dalla intensivizzazione delle colture.

E’ urgente perseguire la tutela di queste aree, anche attraverso l’adozione di serie pianificazioni territoriali e  sostenendo il mondo agricolo per favorire la permanenza delle stoppie dopo la mietitura. Nel medio lungo termine, sarebbe importante garantire una pianificazione delle coltivazioni compatibili con la biodiversità rurale, pianificando al meglio il Piano di Sviluppo Rurale regionale.