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Ancora Eolico selvaggio. Regione Puglia, ambigua, sostiene la liberalizzazione dell’eolico

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 Una pesante sentenza del TAR e i suoi effetti sul territorio

LIPU, VAS e WWF, denunciano la situazione di caos che sta interessando il settore dell’eolico in Puglia e che determinerà conseguenze negative sul territorio e sulla biodiversità di questa regione.

La politica regionale, infatti, attenta alle istanze delle lobby economiche piuttosto che alla effettiva salvaguardia del territorio e della biodiversità dalla diffusione smoderata dell’eolico industriale, ha recentemente aggravato la deregolamentazione in materia di valutazione di progetti eolici, con un deplorevole atto che modifica e depotenzia il Regolamento sulle ZPS (Zone di Protezione Speciale). Viene esclusa la fascia di rispetto prima individuata e l’obbligo della V.I. (Valutazione di Incidenza) nella stessa per tutti i progetti eolici presentati prima dell’entrata in vigore dello stesso regolamento, anche se il parere ambientale è ancora in itinere !

LIPU, VAS e WWF ricordano che il Regolamento Regionale sulle ZPS, necessario per arginare una procedura di infrazione comunitaria, era stato oggetto di concertazione, evidentemente solo coreografica, con rappresentanze della società civile.

Un altro vantaggio per la speculazione eolica che avrà cosi gioco più facile anche a ridosso di quelle aree della Rete Natura, basilari per la tutela della Biodiversità, già pesantemente intaccate e assediate da questi impianti industriali, grazie anche alla “leggerezza” delle valutazioni ambientali regionali. 1644 torri eoliche (2600 MW) discutibilmente realizzate o approvate positivamente al parere ambientale, di cui ben 1544 torri (oltre 2400 MW) hanno goduto dell’ESCLUSIONE dalla procedura di VIA, integrando cosi l’assenza di adeguata evidenza pubblica nei procedimenti !!!!  E senza la programmazione del Piano Energetico, privo di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione di Incidenza ai sensi di legge, “adottato” dalla Giunta ma non ancora “approvato”.

Piuttosto che preoccuparsi di mediare l’aggressione eolica, già spinta da incentivi sproporzionati, con regole chiare e qualificate a beneficio della collettività e del territorio, la Regione aveva già intrapreso una iniziativa, ad avviso delle associazioni, negativa e dannosa: la deregolamentazione di singoli impianti eolici fino a 1 MW (torri da 100 m di h e rotori da 70-80m diametro), escludendoli dalla autorizzazione regionale, dalla verifica ambientale e assoggettandoli alla semplice D.I.A. (Dichiarazione di Inizio Attività).

Ecco le conseguenze: una regione nel caos ! Comuni letteralmente assediati, oltre che da decine di progetti di centrali eoliche, ora anche da valanghe di D.I.A. per macchine da 1 MW. Una situazione che manda in tilt gli uffici comunali con conseguenti ricorsi amministrativi delle società e che rende vane quelle speranze di un corretto governo del territorio.

Chi gioca col fuoco prima o poi si scotta. Su ricorso presentato da società della Murgia, infatti, il TAR Puglia ha recentemente emesso una sentenza pesantissima, affermando che non è possibile individuare a priori queste aree (SIC e ZPS) come non idonee. Una sentenza dalle conseguenze estreme, che sostanzialmente rimuove il divieto di realizzare impianti eolici in SIC e ZPS (aree della Rete Natura 2000) dai Regolamenti Regionali in materia di ZPS e di eolico.

Innegabile, quindi, il FUORI CONTROLLO TOTALE della proliferazione eolica in Puglia determinato dalle insufficienze della politica a cominciare da quella regionale, che implicitamente ha  collocato in secondo piano i valori inalienabili del territorio a vantaggio degli interessi dell’industria eolica ed in nome di uno sviluppo delle “fonti rinnovabili”.

Ancora una volta, quindi, le associazioni ritengono doveroso ribadire la necessità che in Puglia si dia vita ad un serio e concreto governo dell’eolico industriale in nome del quale sono già state letteralmente sacrificate alcune tra le aree naturali più importanti della nostra regione. Agli slogan ed alle dichiarazioni di principio e di volontà degli amministratori regionali, sarebbe ora che seguissero azioni concrete tese a consolidare e non a smantellare quei pochi, positivi risultati faticosamente raggiunti nel tentativo di porre un argine normativo all’impeto di un settore industriale caratterizzato, per assurde convergenze normative, da incentivi economici
sproporzionati, enormemente superiori alla media europea.

Le Associazioni Ambientaliste riservandosi ogni azione di contrasto,
ritengono ormai intollerabile quello che sta accadendo in Puglia e non più rinviabile l’adozione di strumenti normativi che devono essere giuridicamente “blindati”.

Foggia, 13 ottobre 2008           LIPU Puglia         VAS Puglia         WWF Puglia

Eolico selvaggio: la Regione rischia di peggiorare una situazione già pesante

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Italia Nostra, LIPU, VAS e WWF, denunciano un preoccupante atto regionale in dirittura d’arrivo in materia di valutazione di progetti eolici. Alla situazione in essere, infatti, già critica per le dinamiche aggressive con cui si manifesta, rischia di aggiungersi un ulteriore elemento di deregolamentazione.

Per le aree ZPS (Zone di Protezione Speciale) al momento vige il Regolamento Regionale 22/2007, adottato proprio per recepire le misure di tutela su tali aree ed evitare ulteriori procedure di infrazione comunitarie e conseguenti pesanti condanne della Unione Europea. Esso prevede l’interdizione per impianti eolici in una fascia di 500 mt (già insufficiente sul piano scientifico) dalle ZPS e comunque la Valutazione di Incidenza nel raggio di 5 km dai confini delle ZPS e delle IBA, (Important Birds Area), ovvero di quelle aree candidate a divenire ZPS e per le quali la UE impone di rispettare le stesse misure di tutela.

La Valutazione di Incidenza, inquadrata da precise norme, rappresenta una valutazione specifica per verificare gli interventi che si propongono e per garantire il mantenimento dei valori naturali di tali aree di estrema importanza per la biodiversità.

Il Regolamento Regionale sulle ZPS era stato oggetto di preventiva concertazione tra la Regione e le rappresentanze della società civile interessate al corretto governo del territorio. E pur tuttavia, le aspettative concordate su questo specifico punto non venivano pienamente garantite in fase di approvazione.

Oggi la Giunta Regionale si appresta a modificare il Regolamento in questione depotenziandolo miseramente, escludendo l’obbligo della fascia di rispetto e della V.I. per tutti i progetti eolici presentati prima dell’entrata in vigore dello stesso regolamento, anche se il parere ambientale è ancora in itinere e non è stato emesso !

In altri termini tale prescrizione diventerebbe solo coreografica: i progetti eolici a ridosso delle ZPS rientrano nella valanga presentata speculativamente entro il marzo dello scorso anno, già per aggirare un altro vincolo che fu introdotto, quello della Pianificazione su scala comunale, ovvero il subordine ai PRIE per i progetti successivi a quella data.

Italia Nostra, LIPU, VAS e WWF prevedono che, con la modifica prevista dalla Giunta Regionale, si perderà la possibilità di utilizzare un prezioso strumento di valutazione, se non altro sicuramente meno discrezionale e sommario delle valutazioni ambientali sin qui operate dagli organi regionali: su 1450 torri eoliche (2100 MW) realizzate o approvate positivamente al parere ambientale ad oggi, ben 1350 torri (oltre 1900 MW) hanno goduto dell’esclusione dalla procedura di VIA !

Fino alla fine del 2007 nessun progetto aveva ancora mai avuto un parere negativo, solo negli ultimi tre mesi hanno fatto la loro comparsa due pareri sfavorevoli, in seguito all’assoggettamento a VIA.

Come è evidente, la Regione dovrebbe prendere atto della situazione di fuori controllo con cui la dinamica dell’eolico si è imposta e si sta imponendo sulle piccole comunità e sulle aree sensibili per effetto delle cospicue somme finanziarie in gioco. Tanto dovrebbe bastare, se non ad introdurre elementi normativi di maggiore garanzia (ad es. come la VIA obbligatoria), almeno ad evitare ulteriori declassamenti delle esigue norme disponibili.

Italia Nostra, LIPU, VAS e WWF, nell’esprimere preoccupazione e forte contrarietà a questa modifica, evidenziano come tale atto andrebbe a sancire anche l’inutilità delle “concertazioni” tra l’associazionismo e il governo regionale sull’adozione dei provvedimenti normativi. Provvedimenti che, subito dopo, vengono sviliti con la rimozione dei punti più qualificanti.

Italia Nostra Puglia             LIPU Puglia             VAS Puglia             WWF Puglia

Caccia allo Storno? La Puglia rischia una nuova procedura di infrazione

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Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato la legge che disciplina il prelievo in deroga. Il provvedimento legislativo approvato dall’assemblea pugliese risponde alla necessità di uscire dalla procedura d’infrazione in cui la Regione Puglia si era trovata.

Preoccupano alcune dichiarazioni secondo le quali già nei prossimi giorni sarà consentito esercitare la caccia nei confronti dello Storno, afferma Paola Lodeserto della LIPU. Questo non è possibile perchè, sia la legge appena approvata, sia la legge quadro nazionale, sia la Direttiva Uccelli prevedono che prima di adottare il provvedimento della deroga si debbano cercare altre soluzioni e, solo se queste non dovessero essere soddisfacenti, si può ricorrere al prelievo in deroga.

Inoltre, prosegue Elvira Tatulli di Italia Nostra, c’è da aggiungere che, anche se si dovesse ricorrere alla deroga, va seguita la procedura indicata dalla legge e le motivazioni date dal parere motivato sulla procedura di infrazione. Nel caso specifico si deve circoscrivere la zona interessata dalla deroga senza indiscriminatamente applicarla su tutto il territorio e non basta menzionare l’esigenza di prevenzione dei danni alle colture, bisogna dare una esauriente descrizione dei rischi e una spiegazione del nesso causale tra l’esigenza di prevenzione e l’abbattimento di individui di una determinata specie di uccelli.

Se la Regione Puglia, conclude Pasquale Salvemini del WWF, dovesse applicare in modo scorretto la deroga, gli sforzi fatti per uscire dalla procedura di infrazione risulterebbero del tutto vani, la probabilità di condanna sarebbe più elevata e le conseguenze ricadrebbero su tutti i cittadini.

Paradossalmente la Regione Puglia si troverebbe nella posizione di avere una buona legge che disciplina l’esercizio delle deroghe ma al contempo una applicazione pessima.

Bari 20.10.2007          Italia Nostra Puglia          LIPU Puglia          WWF Puglia

EOLICO: OLTRE OGNI LIMITE ! L I P U: Inaccettabile la strategia dei ricorsi al TAR

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 Irruzione persino in Aree Protette, SIC e ZPS

E’ di alcuni giorni fa l’appello dell’Assessore Regionale all’Ecologia agli ambientalisti contro la aggressione giuridica di alcune società eoliche, animate dall’aspettativa di metter comunque e dovunque le mani sul territorio, senza limiti e senza ritegno, con l’obiettivo affaristico di intercettare colossali sovvenzioni.

Ma, ricorda la LIPU, non senza la compiacenza di amministratori locali attraverso il ricatto “soldi in cambio territorio”. Compiacenza a cui non si sottrae la politica, fino alle responsabilità di funzionari preposti a valutare i progetti, troppo spesso disattendendo le già esigue norme di riferimento.

In tale contesto è approdato il Regolamento Regionale sull’eolico che, evidenzia la LIPU, non è nulla di veramente severo e, anzi, pur dopo anni di aggressioni territoriali inarginate, pone serie preoccupazioni in ordine ad aspetti urbanistici, alla trasparenza e alle garanzie di tutela ambientale, per altro ancora senza alcun obbligo di V.I.A..

Tra queste minime garanzie vi è l’esclusione dell’eolico da Aree protette, SIC (Siti di importanza Comunitaria), ZPS (Zone di Protezione Speciale)… pur senza una fascia di rispetto degna di questo nome  depotenziando cosi tali vincoli (cosi come per i siti archeologici o storici o paesaggistici).

Una frazione di territorio, ultima testimonianza della ruralità, del suo paesaggio e di quello che rimane della sua fauna selvatica, in molti casi specie rare e minacciate a livello globale.

…..DOPO aver degrado i valori di molte aree strategiche con impianti gravemente autorizzati negli anni, assoggettando migliaia di ettari, con la scomparsa di uccelli rapaci….

…..DOPO aver costretto all’aborto la gestazione dei Parchi regionali prossimi alla nascita in Capitanata per rimpiazzarli con una moltitudine di “parchi” eolici, termine abusato per mitigare null’altro che centrali eoliche industriali, in sfregio all’etica e agli interessi autentici della collettività…

……DOPO la mancanza di tutela di ambiti di importanza internazionale per l’avifauna come le IBA (Important Birds Areas), giuridicamente equiparate dalla Unione Europea alle ZPS, con il rischio sempre più concreto di una vertenza e relativa procedura di infrazione della Comunità Europea…..

…. Le società eoliche sferrano l’assalto dell’ultimo angolo di territorio per farlo “fruttare” con piantagioni di torri eoliche, ancora più mastodontiche, fino a 140 m di altezza.

Una sagra finanziaria, un fiume di milioni e milioni di euro, altro che “imprenditoria”.

Ed ecco una moltitudine di progetti irricevibili ma non solo ! Alcune imprese, assaltano direttamente il Regolamento eolico regionale con ricorsi al TAR perchè anche l’ultimo stadio di questo disegno scellerato possa compiersi. Rimuovere l’ultimo ostacolo per dilagare nelle residue Aree Protette e siti Natura 2000 (SIC, ZPS), e garantirsi cosi non solo licenza di assediare ma anche di irruzione all’interno degli avamposti di Natura e di Paesaggi.

Un tentativo inqualificabile per scardinare i pur esigui paletti di tutela ambientale a cui la LIPU dice N O , accogliendo l’appello della Regione e sostenendo inoppugnabili ragioni !

Alla Regione Puglia la LIPU chiede di ridimensionare la “disponibilità” nei confronti di un fenomeno che si è mostrato con tutta la virulenza, ieri fin troppo prevedibile, oggi ingestibile.

Si faccia del Piano Energetico Ambientale Regionale in dirittura di arrivo la vera svolta nella pianificazione dell’energia eolica, ponendo un limite serio al dilagare inarrestabile di piantagioni di torri eoliche industriali. Perché almeno le identità irripetibili delle aree più conservate del territorio (paesaggi, agricoltura di qualità, biodiversità, aree archeologiche, centri storici, …. ) rappresentano l’ENERGIA perenne per il motore della Puglia e della Nazione, e pertanto NON NEGOZIABILI ai diktat delle imprese energetiche.

Sulle prossime sentenze del TAR Puglia la LIPU auspica serenamente la massima coerenza e ragionevolezza: lo sfondamento giuridico dell’eolico in tale ambito cancellerebbe per sempre valori irrinunciabili della Puglia.

A TUTTA la Politica, la LIPU chiede di riappropriarsi del ruolo che le compete, quello del buon governo della cosa pubblica, nella consapevolezza di dover incrinare schemi che hanno imposto alla politica il ruolo di battistrada di scelte già compiute dal potere economico.

Ai massimi organi di Governo dello Stato– Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico – la LIPU chiede un intervento ormai improcrastinabile . L’alternativa irresponsabile, a fronte di incentivi finanziari sproporzionati e alla carenza di regole, sarà quella di assistere ad una ulteriore e irreversibile devastazione in Puglia come nel resto del Paese.

L I P U  – Coordinamento Regionale della Puglia – 28.12.2006

SODDISFAZIONE DI LEGAMBIENTE, LIPU E WWF PER IL NO DELLA REGIONE ALLA CENTRALE DI FOGGIA

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ALTRI INTERROGATIVI  RELATIVI ALL’ASSALTO DELLE CENTRALI

Legambiente, LIPU e WWF di Foggia prendono atto con soddisfazione del NO della Regione Puglia alla centrale a gas all’Incoronata ed  evidenziano la loro piena sintonia con l’assessore all’Ecologia Michele Losappio  che ritiene la centrale incoerente con il piano energetico regionale in dirittura di arrivo, sottolinea un forte avanzo nel saldo regionale fra produzione e consumo di energia e spiega che le nuove centrali a turbogas aggravano comunque i livelli di inquinamento e pertanto  sono realizzabili solo se sostituiscono preesistenti centrali termoelettriche tradizionali o a carbone. Piena corrispondenza dunque con le posizioni espresse dalle associazioni ambientaliste nei giorni scorsi.

Anche la motivazione regionale del  rifiuto alla centrale per l’assenza del Piano energetico regionale è condivisa dalle Associazioni che avevano, infatti, sottolineato il gran numero d’impianti previsti in provincia di Foggia con le negative conseguenze sull’ambiente  e sullo sviluppo sociale ed economico del nostro territorio.

A margine della questione, Legambiente, LIPU e WWF si chiedono a questo punto: perché da noi? Perché le grandi Società produttrici trovano convenienti i centri della nostra provincia, per lo più a vocazione agricola e turistica?

Con la recente liberalizzazione del mercato, l’energia diventa una “pura attività produttiva” da realizzare, pertanto, dove è più conveniente e da vendere in località anche molto distanti dal luogo di produzione.

Nel nord Italia l’urbanizzazione del territorio è molto spinta e, soprattutto, l’insediamento d’impianti insalubri e/o pericolosi trova notevoli resistenze da parte delle Comunità locali che, per un progressivo processo di maturazione culturale, favorito anche da esperienze drammatiche vissute sulla propria pelle, sono oggi più attente alla difesa della salute e dell’ambiente. 

Con le nostre Amministrazioni locali, le grosse aziende produttrici, osservano le Associazioni, spesso si trovano ad agire in una posizione di forza.

Si tratta di realtà locali che, il più delle volte, non hanno gli strumenti e le strutture tecniche adeguate per giudicare le valutazioni ambientali prospettate dalle stesse Ditte costruttrici.

Di frequente sono comunità economicamente deboli e pertanto più sensibili al “miraggio occupazionale”. A questo proposito, osservano le Associazioni, non va dimenticato che gli impianti di tali centrali sono notevolmente automatizzati con la conseguenza che richiedono poca manodopera e tecnici altamente specializzati. Ci si chiede: quanti di questi saranno realmente disponibili in loco?

Il rischio concreto è, pertanto, che le nostre Amministrazioni locali, magari nel nome di un superato concetto di sviluppo, sacrifichino la sicurezza pubblica per pochi posti di lavoro, spesso precari e mal pagati.

Anche la “preziosa” dote economica proposta in termini di compensazione ambientale – 1 mln di euro all’anno – và letta in relazione ai circa 220 milioni di euro lordi annui che verrebbero incassati dalla vendita di energia.

In ogni caso, per Legambiente, LIPU e WWF, le decisioni su tali grossi impianti non possono essere di competenza del singolo comune: l’aria, ad esempio, non ha confine.

Peraltro, lasciando il potere decisionale su queste centrali al singolo comune, si è completamente esposti al ricatto delle società produttrici: se un comune non è d’accordo, si va ad installare in quello a pochi chilometri di distanza.

Le decisioni devono, pertanto, riguardare tutti i comuni e rientrare nell’ambito di un Piano Energetico Provinciale e Regionale e, in caso d’impianti vicini, sottoposti ad una VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

Foggia, 19.12.06         

Legambiente Foggia          LIPU Foggia          WWF Foggia