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Ascoli Satriano decide sull’Eolico

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 Via libera a convenzioni discutibili e all’assalto indiscriminato ?

O pianificazione per conciliare le installazioni con i valori del territorio ? 

Il 2 marzo al Consiglio Comunale di Ascoli Satriano è prevista la discussione ed eventuale approvazione di 2 convenzioni con altrettante società eoliche, IVPC (31 torri da 2 MW) e Daunia Wind (73 torri da 2 MW), per disciplinare l’accordo, soprattutto in relazione al corrispettivo economico da conferire all’amministrazione comunale.

L’iniziativa, però, necessita contestualmente di annullare una precedente delibera contrastante, con cui il Comune, anche sulla scia di una sentenza del TAR, giustamente rivendica, nell’ambito dei percorsi autorizzativi regionali in essere, la volontà di subordinare la collocazione di centrali eoliche industriali ad una armonica pianificazione del territorio e dei siti di interessati.

Tale cambio di politica verrebbe giustificato a fronte della rinnovata normativa in materia.

A margine delle progettualità anzidette si sono aggiunte ulteriori proposte sullo stesso territorio comunale: ancora ben 8 progetti.

Per la LIPU una situazione decisamente preoccupante ma che in realtà è emblematica di tutto il territorio pugliese, dove l’imperativo indiscutibile è quello di promuovere progetti a tutto spiano in un’ottica di saturazione territoriale, con conseguenze che andrebbero a replicare veri e propri collassi in ordine alla pianificazione e alla tutela dei valori dei comprensori rurali, come già gravemente accaduto in vaste aree dei Monti Dauni.

Analogamente ad altre realtà, anche su Ascoli Satriano si profila il rischio di assoggettare indiscriminatamente i 33.000 Ha dell’agro comunale, un territorio vasto e ambito dalle società eoliche.

La LIPU ritiene che non vi siano gli estremi per discutere sommariamente ed approvare convenzioni con un regime di urgenza, tanto da trascurare una analisi più garantista che tuteli non solo le istanze delle società eoliche e dei loro iter procedurali nell’approvazione dei progetti, ma anche e soprattutto gli interessi della collettività.

Appare pertanto doveroso che l’Amministrazione Comunale di Ascoli Satriano mantenga quei principi, apprezzabili, stabiliti con la posizione espressa nella delibera di oltre un anno fa, e con cui si possa ottimizzare la allocazione delle torri eoliche, ancorché in avanzata fase di iter autorizzativo regionale, con una imprescindibile pianificazione urbanistica dei siti interessati.

L’alternativa, come ampiamente previsto dalla LIPU in altri contesti, sarebbe l’ennesimo, incontenibile assalto al territorio e il suo stravolgimento urbanistico e paesaggistico.

Ma anche sul piano economico, convenzioni approvate sommariamente rischiano di deludere le aspettative in capo alle stesse Amministrazioni Comunali, come analizzato dalla LIPU.

E’ sconcertante, infatti, come in molte convenzioni, ed è il caso di quelle in discussione ad Ascoli Satriano, il corrispettivo in percentuale riconosciuto dalle Società ai Comuni sulla produttività economica degli impianti viene calcolato sulla nuda vendita dell’energia al gestore della rete e non sull’intero fatturato !

Infatti il fatturato è composto non solo dal prezzo di vendita dell’energia ma anche dagli incentivi alla produzione, i famosi Certificati Verdi :  il produttore riceve per ogni MWh prodotto in un anno circa 180-190 euro, di cui poco meno di 109 euro derivanti dai Certificati Verdi e circa 70-80 euro per la vendita dell’energia prodotta.

Questo al 2005. E la quotazione sul mercato di questi incentivi è stata ovviamente sempre in ascesa.

La quota economica considerata in tali convenzioni, pertanto, è pari a meno della metà di quella effettivamente in gioco. E su impianti in grado di fruttare a regime milioni e milioni di euro all’anno la questione non è di poco conto. Le “sole” 31 torri eoliche della prima convenzione  fatturerebbero a regime oltre 20 milioni di euro all’anno.

Allora, si chiede la LIPU, è coerente approvare “al volo” siffatte convenzioni ? Cui prodest ?

Un motivo in più per subordinare tali impianti ad una più ampia concertazione, ad una analisi multidisciplinare e alla pianificazione territoriale.

Foggia, 01.03.2007                                  LIPU Sezione prov.le FOGGIA

Eolico: lettera aperta al Sindaco di Faeto

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Sulla scia delle affermazioni assunte dal sindaco di Faeto, a proposito della locale colonizzazione di centrali eoliche industriali

Gentile Sindaco

Desidero intervenire con cognizione di causa circa il dibattito in atto sulla questione eolica attinente l’agro di Faeto.

Dico subito che la mia è una posizione estremamente critica nei confronti Suoi e dell’Amministrazione da Lei guidata, del resto come nei confronti di molte altre amministrazioni comunali che hanno letteralmente consegnato il territorio nelle mani delle imprese eoliche per un “piatto di lenticchie”.

Ma vengo rapidamente ad argomentare il tutto rispetto alle Sue affermazioni, non senza stigmatizzare l’aspetto più coreografico:  la sua “preoccupazione” per il rischio che affermazioni di chicchessia possano “deturpare l’immagine” del suo Paese.

E’ inoppugnabile a chiunque si avvicini a questo territorio notare la deturpazione vera causata da piantagioni di torri eoliche industriali che, con le ulteriori autorizzazioni non potrà che peggiorare!

Mi pare una magra consolazione, la sua, rivendicare la datazione di una convenzione al 1999 o a responsabilità di precedenti amministrazioni…. Un buon amministrazione avrebbe tenuto logicamente conto anche delle  situazioni regresse, cogliendo cosi la percezione del superamento di un limite di sostenibilità oggi fin troppo evidente, vista la iniziale presenza di ben 24 torri eoliche Edison, pur realizzate senza riferimento ad alcuna procedura di valutazione ambientale.

Mi permetta di farle notare che il suo impegno a tutela del Monte Difesa avrebbe potuto esplicitarlo anche nei confronti dell’impianto della Fortore Energia, ricadente sulla medesima area ma nel confinante comune di Roseto e per il quale era previsto l’assenso del suo Comune per le evidenti implicazioni territoriali.

Alle torri eoliche citate si sono aggiunte ulteriori 11 torri eoliche industriali della Parco Eolico Srl…. società 100% Edison, anche queste senza alcuna valutazione ambientale !

Quindi ulteriori 7 torri eoliche industriali di grossa taglia in loc. Monte Pescara a cura della società Daunia Wind, il cui maggiore azionista è responsabile del settore energia di Confindustria della Capitanata, l’associazione di categoria che ha preso a spallate il primo regolamento eolico regionale perché fosse ulteriormente depotenziato: quando qualcuno come Lei parla di rispetto delle regole…. regole su misura direi io….

Questo progetto ha superato la fase di screening – ovviamente escluso anch’esso dalle procedure di VIA (!) – ed è in attesa della autorizzazione definitiva.

Sempre a proposito di regole Lei dovrebbe essere a conoscenza del fatto che su segnalazione del sottoscritto, il funzionario del Servizio Conservazione Natura del Ministero dell’Ambiente ha trasmesso una nota a Regione e al suo Comune in quanto, pur ricadendo all’interno del SIC “M. Cornacchia – Bosco di Faeto”, area a cui Lei tiene tanto, non è stata espletata la procedura di Valutazione di Incidenza.

Nella famosa località Niola-Frassinelle stanno per aggiungersi ancora 11 torri industriali di grossa taglia autorizzate, naturalmente escludendo anch’esse dalla VIA, a cura della WWEH, una delle società più aggressive sul territorio.

Si aggiunga una ulteriore proposta progettuale della Energia Ambiente per 17 torri eoliche e quindi di altre 15 torri della Edison entrambe su Monte Difesa.

E arriviamo al monte Difesa. Non entro nel merito dei dettagli ma…. per amor di verità, appare poco credibile il fatto che l’amministrazione comunale possa aver “estrapolato” monte Difesa dalle convenzioni Edison già nel 2000, come Lei afferma, se poi la stessa Edison ha portato avanti il progetto fino a ieri con tanto di istanza di autorizzazione unica regionale.

Tant’è che nello stesso progetto Edison si legge che nel 1999 l’Ufficio Tecnico del Comune prescrisse l’eliminazione di soli 7 aereogeneratori sui 26 ricadenti nell’area di Monte Difesa (lotto C) approvando cosi il progetto per 19 aereogeneratori !!!

A seguito di tale prescrizione, nel 2000 la Edison e il Comune ritennero di sospendere l’iniziativa su M. Difesa rinviandola a data da destinarsi per realizzare al momento gli altri lotti.

E quindi: “Oggi (il progetto riporta revisione 15.02.05), a seguito della disponibilità manifestata dall’amministrazione comunale, la scrivente (società Edison) ha deciso di avvalersi della nuova procedura di autorizzazione unica …. Al fine di presentare nuovamente il progetto per la realizzazione su Monte Difesa”. Composto da 15 torri.

Questi sono gli atti progettuali !

In definitiva…. ben 53  torri eoliche industriali, e Lei caro Sindaco ….. si preoccupa della possibile deturpazione di immagine che deriverebbe dalle “dicerie” di questo o quel concittadino ?!

E questo solo sul suo territorio comunale, senza contare lo scempio circostante dei comuni limitrofi.

Ma si sa, ogni comune deve avere il “diritto” di fare quello che vuole sul proprio territorio…. E i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti: un territorio offeso e umiliato dalla miseria politica che negli ultimi anni ha imperversato da tutte le parti con il bollino di qualità delle energie rinnovabili.

Caro Sindaco…. quanta tristezza assistere a tutta questa povertà morale.

Rispetto al paesaggio lunare in cui il comprensorio in parola è stato condannato, anche la disinvoltura con cui Lei rivendica il rispetto della distanza dell’impianto dal centro abitato appartiene ai dettagli, visto che si parla di differenze dell’ordine di centinaia di metri.

A voler essere precisi tuttavia,  l’impianto cosi come approvato non rispetta affatto la distanza dal perimetro abitato prescritta dalla norma, considerando il villaggio turistico in agro del suo Comune.

Che poi le cosiddette norme siano puntualmente disattese questo è ampiamente noto e meraviglia che Lei ne richiami il rispetto per tali impianti.

Una nota di colore è d’obbligo: il riferimento al dr. Pennacchioni rappresenta una giustificazione riduttiva quanto fuori luogo relativamente al rispetto di parametri progettuali di carattere ambientale quali la distanza dal centro abitato e dal bosco.

In tante occasioni, ovunque possibile, il sottoscritto si è pubblicamente incontrato e scontrato con il dr. Pennacchioni contestando le sue tesi riduttive sui vari impatti degli impianti eolici e il suo approccio alla questione che ritengo estremamente banalizzato.

Naturalmente non approfondisco la questione in questa sede, cosa che faccio puntualmente nei consessi pubblici (pochi purtroppo) che lo riguardano più direttamente.

Certo il dott. Pennacchioni ha il vantaggio di essere ingaggiato senza scomodi confronti da comuni e Società allorché si tratta di promuovere e giustificare l’eolico in tutti gli angoli dei Monti Dauni (e non solo). Ma si sa, Pecunia non olet dicevano gli antichi.

La vergognosa realtà è che i pareri ambientali regionali sono espressi sulla scorta di istruttorie a dir poco incredibili e con decisioni a dir poco scandalose.

In uno scenario del genere Lei ritiene che le aspettative di un privato cittadino che voglia permettere l’insediamento di torri eoliche sul proprio terreno per trarne beneficio (e che beneficio!) al pari di una stalla o una masseria (qui mi pare veramente inqualificabile come paragone) vadano rispettate. Se cosi fosse, tale aspettativa andrebbe rispettata in linea di principio per TUTTI i potenziali richiedenti: evito di commentare essendo già un concetto palesemente improponibile.

Mi limito a far notare che una buona Amministrazione ha il dovere, innanzi tutto, di preservare il bene più prezioso che è quello del proprio territorio, un bene tutt’altro che infinito, attraverso il rispetto di una corretta e armonica gestione urbanistica.

Invece è del tutto usuale lo scadimento dei discorsi nei consigli comunali delle piccole comunità, allorché si apre la trattativa sulle centrali eoliche, su cui pesano non solo gli introiti finanziari ma anche i condizionamenti del consenso politico fin troppo alterato dalle offerte delle imprese eoliche a proprietari di terreni, famiglie locali, ecc.

Ma proprio le royalties finanziarie, ormai giustificazioni comode e fin troppo abusate per svendere quel che rimane del territorio, aprono un’altra riflessione sulla diatriba di convenzioni, vantaggi economici, percentuali appetitose attinenti il suo comune….

Faccio notare che nel solo agro di Faeto, considerando i soli impianti WWEH, Daunia Wind e Parco Eolico Srl (Edison), dopo circa due anni iniziali di rientro economico, frutteranno complessivamente non meno di 15,5 milioni di euro

All’anno ! ! !

Il dato vale ogni implicita considerazione.

L’inquinamento morale di cui è affetto l’eolico trova un preciso emblema proprio nella posizione assunta da Lei ed altri Sindaci dei Monti Dauni a cavallo tra il 2004 e il 2005, in occasione delle preconferenze per l’istituzione dei Parchi regionali dei Monti Dauni settentrionali e di quello dei Monti Dauni meridionali, tenutesi negli uffici regionali.

Il becero “Parchicidio” si consumava pugnalando sul nascere quelle aree protette, con la mobilitazione strumentale dei Sindaci, mentre nelle vicine stanze regionali si salvaguardava l’iter per approvare gli scempi con i finti “Parchi”, quelli eolici.

Cosi la collettività dei Monti Dauni ha perso una occasione irripetibile per il rilancio delle sue migliori ricchezze per far posto all’arricchimento spropositato di una certa imprenditoria e di certi professionisti, con una colossale speculazione in perfetto stile da lottizzazioni edilizie anni 70.

Tanto ritenevo doveroso a chiarimento, pur del tutto parziale, sulle questioni sollevate nell’ambito del contesto territoriale di riferimento, con riserva di replicare.                                                              Foggia, 24 gennaio 2007

 Enzo Cripezzi     –   LIPU provinciale Foggia

EOLICO: OLTRE OGNI LIMITE ! L I P U: Inaccettabile la strategia dei ricorsi al TAR

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 Irruzione persino in Aree Protette, SIC e ZPS

E’ di alcuni giorni fa l’appello dell’Assessore Regionale all’Ecologia agli ambientalisti contro la aggressione giuridica di alcune società eoliche, animate dall’aspettativa di metter comunque e dovunque le mani sul territorio, senza limiti e senza ritegno, con l’obiettivo affaristico di intercettare colossali sovvenzioni.

Ma, ricorda la LIPU, non senza la compiacenza di amministratori locali attraverso il ricatto “soldi in cambio territorio”. Compiacenza a cui non si sottrae la politica, fino alle responsabilità di funzionari preposti a valutare i progetti, troppo spesso disattendendo le già esigue norme di riferimento.

In tale contesto è approdato il Regolamento Regionale sull’eolico che, evidenzia la LIPU, non è nulla di veramente severo e, anzi, pur dopo anni di aggressioni territoriali inarginate, pone serie preoccupazioni in ordine ad aspetti urbanistici, alla trasparenza e alle garanzie di tutela ambientale, per altro ancora senza alcun obbligo di V.I.A..

Tra queste minime garanzie vi è l’esclusione dell’eolico da Aree protette, SIC (Siti di importanza Comunitaria), ZPS (Zone di Protezione Speciale)… pur senza una fascia di rispetto degna di questo nome  depotenziando cosi tali vincoli (cosi come per i siti archeologici o storici o paesaggistici).

Una frazione di territorio, ultima testimonianza della ruralità, del suo paesaggio e di quello che rimane della sua fauna selvatica, in molti casi specie rare e minacciate a livello globale.

…..DOPO aver degrado i valori di molte aree strategiche con impianti gravemente autorizzati negli anni, assoggettando migliaia di ettari, con la scomparsa di uccelli rapaci….

…..DOPO aver costretto all’aborto la gestazione dei Parchi regionali prossimi alla nascita in Capitanata per rimpiazzarli con una moltitudine di “parchi” eolici, termine abusato per mitigare null’altro che centrali eoliche industriali, in sfregio all’etica e agli interessi autentici della collettività…

……DOPO la mancanza di tutela di ambiti di importanza internazionale per l’avifauna come le IBA (Important Birds Areas), giuridicamente equiparate dalla Unione Europea alle ZPS, con il rischio sempre più concreto di una vertenza e relativa procedura di infrazione della Comunità Europea…..

…. Le società eoliche sferrano l’assalto dell’ultimo angolo di territorio per farlo “fruttare” con piantagioni di torri eoliche, ancora più mastodontiche, fino a 140 m di altezza.

Una sagra finanziaria, un fiume di milioni e milioni di euro, altro che “imprenditoria”.

Ed ecco una moltitudine di progetti irricevibili ma non solo ! Alcune imprese, assaltano direttamente il Regolamento eolico regionale con ricorsi al TAR perchè anche l’ultimo stadio di questo disegno scellerato possa compiersi. Rimuovere l’ultimo ostacolo per dilagare nelle residue Aree Protette e siti Natura 2000 (SIC, ZPS), e garantirsi cosi non solo licenza di assediare ma anche di irruzione all’interno degli avamposti di Natura e di Paesaggi.

Un tentativo inqualificabile per scardinare i pur esigui paletti di tutela ambientale a cui la LIPU dice N O , accogliendo l’appello della Regione e sostenendo inoppugnabili ragioni !

Alla Regione Puglia la LIPU chiede di ridimensionare la “disponibilità” nei confronti di un fenomeno che si è mostrato con tutta la virulenza, ieri fin troppo prevedibile, oggi ingestibile.

Si faccia del Piano Energetico Ambientale Regionale in dirittura di arrivo la vera svolta nella pianificazione dell’energia eolica, ponendo un limite serio al dilagare inarrestabile di piantagioni di torri eoliche industriali. Perché almeno le identità irripetibili delle aree più conservate del territorio (paesaggi, agricoltura di qualità, biodiversità, aree archeologiche, centri storici, …. ) rappresentano l’ENERGIA perenne per il motore della Puglia e della Nazione, e pertanto NON NEGOZIABILI ai diktat delle imprese energetiche.

Sulle prossime sentenze del TAR Puglia la LIPU auspica serenamente la massima coerenza e ragionevolezza: lo sfondamento giuridico dell’eolico in tale ambito cancellerebbe per sempre valori irrinunciabili della Puglia.

A TUTTA la Politica, la LIPU chiede di riappropriarsi del ruolo che le compete, quello del buon governo della cosa pubblica, nella consapevolezza di dover incrinare schemi che hanno imposto alla politica il ruolo di battistrada di scelte già compiute dal potere economico.

Ai massimi organi di Governo dello Stato– Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico – la LIPU chiede un intervento ormai improcrastinabile . L’alternativa irresponsabile, a fronte di incentivi finanziari sproporzionati e alla carenza di regole, sarà quella di assistere ad una ulteriore e irreversibile devastazione in Puglia come nel resto del Paese.

L I P U  – Coordinamento Regionale della Puglia – 28.12.2006

ALLARME CENTRALI IN PROVINCIA DI FOGGIA

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La liberalizzazione del mercato dell’energia, evidenziano Legambiente, LIPU e WWF di Foggia, sta producendo i suoi effetti allarmanti nella provincia di Foggia con una serie d’iniziative critiche per l’ambiente e la salute dei cittadini.

Alla centrale da 360 megawatt di Candela, alla questione ancora aperta della centrale Mirant a S. Severo e del Termovalorizzatore a Borgo Mezzanone, al totale di 10 impianti di produzione in progetto, si aggiunge la Centrale a ciclo combinato della Foggia Energia S.r.l. alimentata a gas naturale, per la produzione d’energia elettrica, di potenza pari a circa 400 MW, che  prevede anche un elettrodotto a  380 kV  di circa 10 km di connessione con la rete nazionale e un gasdotto di  circa 10 km di connessione con la rete SNAM in località Carapelle. Il Parco Regionale dell’Incoronata appena istituito, denunciano le associazioni, corre quindi il rischio di morire prima di nascere. Questa Centrale sorgerà, infatti,  ai confini dell’istituito “Parco Regionale  dell’Incoronata” e nelle immediate vicinanze del sito di Importanza Comunitaria “ Valle del Cervaro – Bosco dell’Incoronata”.

Si continuerà con la costruzione di una centrale elettrica a biomasse liquide, composta di due moduli da 20 MW ciascuno,  che dovrebbe sorgere sulla strada Foggia-San Severo, vicino all’ex zuccherificio di Rignano Scalo. La centrale a biomasse liquide  dovrebbe essere alimentata da materie prime quali  canna da zucchero, sorgo zuccherino,  barbabietola da zucchero, patate, frumento, mais, oli vegetali, oli di frutta con guscio, ecc. Ma il nostro territorio non ha  grandi produzioni di queste materie prime e quindi da dove verranno per alimentare la centrale? Probabilmente ancora una volta si parla di biomasse liquide e poi verrà alimentata dalle ecoballe di rifiuti, che non sono neanche il CDR (combustibile derivato dai rifiuti), considerato che non è prodotto  nella nostra provincia in quanto la raccolta differenziata è ancora al 6-7%.

A tutto questo bisogna aggiungere l’assalto dei parchi eolici sul Subappennino e sulla piana di Capitanata, che stanno facendo diventare invisa ai cittadini un’energia pulita.

Nell’ambito dell’Agenda 21 del Comune di Foggia si parla del Piano energetico della città ma come sempre l’informazione si diffonde dopo che già alcune autorizzazioni sono state rilasciate o i procedimenti autorizzativi sono già in fase avanzata.

Come sempre, le diverse società costruttrici delle centrali assicurano che tali impianti non inquinano e non provocano alcun impatto ambientale. Ma in realtà, osservano le Associazioni, le cose non sono così lineari.

La prima considerazione è che gli impianti previsti determinano un’alta concentrazione in un’area relativamente ristretta. Si dovrebbe, pertanto, ricorrere ad una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) indispensabile quando l’impatto da valutare riguarda più strutture su un territorio e non il singolo insediamento, senza contare che tali interventi non si giustificano con una crisi energetica della regione Puglia.

In particolare, circa le centrali a gas, le Associazioni  osservano che se il metano è certamente meno inquinante ed ancora abbastanza abbondante rispetto agli altri combustibili fossili (petrolio o suoi derivati) non è però esente da inquinamento, esaurimento o da consumo d’acqua. Ne segue che se le centrali a gas progettate sostituiscono preesistenti centrali termoelettriche tradizionali l’inquinamento e l’impatto ambientale complessivo diminuiscono ma se invece costituiscono nuovi impianti, l’inquinamento complessivo e l’impatto sull’ambiente aumentano. Vi sono inoltre i rischi connessi ai  termovalorizzatori.  L’utilizzo delle biomasse d’origine vegetale consente di produrre energia senza aumentare la concentrazione d’anidride carbonica in atmosfera. Tuttavia la normativa che regolamenta l’utilizzo in Italia delle biomasse per la produzione d’energia inserisce fra queste anche tutti quei prodotti derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo come il CDR, ne deriva che si possono ovviamente determinare in fase di combustione emissione d’inquinanti diversificati. Non è un caso che per la combustione del  CDR, ad esempio, è previsto un limite alle emissioni delle famigerate diossine. Circa l’eolico, la posizione delle Associazioni, lungi da alcuna preclusione nei confronti di tale forma d’energia, mira, a differenza di quanto sta avvenendo nella provincia di Foggia, ad una diffusione sostenibile, nel rispetto delle peculiarità paesaggistiche e naturalistiche del territorio.

Per queste ed altre considerazioni, Legambiente, LIPU e WWF ritengono che non si possa assolutamente prescindere dal considerare legittime e giustificate le preoccupazioni per quelli che potrebbero essere i risvolti, in termini d’impatto ambientale e per la salute, di tutti questi impianti che devono essere, pertanto,  sottoposti ad un attento e trasparente vaglio da parte di tutti i soggetti interessati. A fronte di questa preoccupante situazione, la classe politica, affermano le associazioni ambientaliste, sembra, invece, agire in ordine sparso, senza un minimo di sinergia e di concertazione. Le  contraddizioni della classe dirigente politica sono enormi perché da un lato spinge per l’Agenzia per l’alimentazione dall’altro fa insediare nel territorio una serie elevata di rischiose installazioni.

A parte i preoccupanti aspetti ambientali, un numero così elevato d’impianti finisce con entrare in conflitto con le caratteristiche specifiche del territorio cioè con le sue attitudini fisiche e biologiche, con le strutture sociali e le aspirazioni socio culturali delle popolazioni che, ad esempio, puntano con sempre maggiore interesse all’ecoturismo e ad un’agricoltura pulita e che valorizzi i prodotti tipici. Bisogna, pertanto, saper  discutere con i cittadini  ed evitare che le informazioni restino solo all’interno degli uffici. Bisogna difendere il diritto alla salute, al lavoro, alla trasparenza e all’informazione.

Foggia, 12.12.2006        

Legambiente Foggia               LIPU Foggia               WWF Foggia

Eolico. seminari a porte chiuse, solo per i sindaci: le critiche della LIPU

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Gestire la risorsa eolica per il territorio”, un seminario di formazione gratuito A PORTE CHIUSE organizzato dall’Istituto Nomisma lunedì 6, presso il palazzo Amgas in Foggia, rigorosamente riservato ad Amministratori locali, allo scopo di comprendere i “reali” impatti sull’ambiente e sul paesaggio, i rischi e le prospettive dopo il Regolamento eolico regionale e in vista del PEAR, la bontà dei progetti rispetto alla giungla di offerte delle aziende… con tanto di relazioni di istituti bancari e di esponenti di società eoliche.

E quindi A PORTE CHIUSE si discuterà in realtà di come fare soldi con l’eolico, demandando la soluzione degli impatti alle …. stesse società (!) in un perfetto CONFLITTO DI INTERESSI ormai gravemente consolidato sull’argomento.

Questo accade in uno scenario, la Capitanata, che ha perso già migliaia di ettari devastati dall’ingordigia “eco-compatibile” dell’eolico industriale sovvertendo ogni ordine urbanistico.

Eolico industriale che, ancor più gravemente e silenziosamente, si appresta a divorare ulteriori migliaia di ettari e ogni angolo di ruralità con centinaia e centinaia di torri eoliche industriali grazie alla farsa di pareri ambientali positivi già emessi dagli uffici regionali senza contare tante altre valutazioni in dirittura d’arrivo.

Uno scenario fin troppo silenzioso che ha visto soccombere miseramente la politica, con l’imposizione e l’addomesticamento delle regole (PRIE docet) e l’aggiramento illegittimo delle norme. Uno scenario dove faccendieri senza scrupoli si aggirano nelle campagne per strappare contratti di concessione, generando timore negli agricoltori con lo spauracchio degli espropri e proponendo un piatto di lenticchie rispetto all’affarone (milioni e milioni di euro).

Dov’è la politica?  Dove le istituzioni?

E’ proprio vero: quando arriva la speculazione indotta dagli affari della ”torta” eolica la Politica vacilla ed esce rovinosamente dalla scena mentre la democrazia partecipata abdica in favore dei giochi economici. Rimane solo la “copertina” patrocinante del Assessorato Regionale all’Ecologia e di quella del Comune di Foggia.

Quest’ultimo, forse, dovrebbe (pre)occuparsi non solo di patrocinare eventi opinabili come questo ma anche di aprire il confronto sulle due centrali eoliche industriali (e non solo) progettate nel capoluogo Dauno e su cui permane da tempo un alone di black-out informativo. Almeno fino a quando saranno riservatamente approvate in consiglio comunale.

Ma si può stare tranquilli, ironizza la LIPU: l’iniziativa si realizza nell’ambito di “energETICAmente”, settimana dell’educazione all’energia sostenibile.

ALLA FACCIA DELL’ETICA !

Foggia, 05 nov 2006                          LIPU – Sezione  Prov.le Foggia