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Giornata Mondiale Migratori

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Il progetto Rapaci migratori della LIPU : AQUILE e GRIFONI nel CANALE di SICILIA

La LIPU pugliese: a rischio CAPOVACCAIO e GRILLAIO, ZONE UMIDE e COSTE

Sei esemplari del raro Grifone, un esemplare di Aquila imperiale e un’Aquila anatraia minore. Sono le rarità osservate dalla LIPU-BirdLife Italia alla vigilia della Giornata Mondiale degli uccelli migratori che si terrà domani in tutto il mondo e organizzata da UNEP/AEWA e UNEP/CMS nell’Anno mondiale dedicato dall’ONU alla Biodiversità. In Italia la LIPU celebra la giornata mondiale sullo stretto di Messina (dove sta svolgendo anche un campo antibracconaggio) e nelle isole di Marettimo, Pantelleria, Panarea e Ustica, dove è in atto dal 20 aprile scorso fino al prossimo 20 maggio, uno studio sulla migrazione denominato Progetto Rapaci migratori.

Sono stati già osservati migliaia di rapaci, a cui si aggiungono numerose cicogne. Secondo lo studio LIPU-Ministero Ambiente, su 75 specie di “non passeriformi” nidificanti in Italia, tra cui molte specie di rapaci, 33 si trovano in uno stato di conservazione cattivo (semaforo rosso), tra cui Capovaccaio, Aquila di Bonelli, Gallina prataiola, Coturnice e Averla cenerina, 35 si trovano in uno stato di conservazione inadeguato (semaforo giallo) mentre solo sette sono risultate con uno stato di conservazione favorevole (semaforo verde).

In Puglia la LIPU rilancia l’evento per richiamare l’attenzione sulle specie di migratori che qui sono minacciate soprattutto dal degrado dei territori e dal bracconaggio.

Il Piano di sostegno al raro avvoltoio Capovaccaio, con il rilascio di diversi giovani esemplari presso l’Oasi LIPU della Gravina di Laterza, rischia di essere gravemente vanificato: piantagioni di torri eoliche di grossa taglia previste nel comprensorio potrebbero dare il benvenuto ai giovani esemplari rilasciati che, ora in Africa, faranno ritorno da adulti nel comprensorio tarantino.

Le zone umide della Daunia sono sempre più accerchiate da fenomeni di bracconaggio e degrado. Enormi distese fotovoltaiche sono impunemente autorizzate in aree sensibili attraverso relazioni ambientali farsa. Le colonie del falco Grillaio che da anni ha ripreso spontaneamente a nidificare nella piana di Capitanata e seguite dalla LIPU vedono sempre più trasformarsi le aree cerealicole e incolte in cui alimentarsi.

Sulla costa pugliese – da Porto Cesareo alla laguna di Lesina, da Massafra a Cagnano Varano, a Peschici…- si intensificano le proposte progettuali di estese lottizzazioni da centinaia di ettari, a danno di aree strategiche per la Natura e per molte specie di migratori.

La LIPU pugliese da anni si oppone con determinazione e in tutte le sedi opportune a queste aggressioni speculative e deleterie per il territorio e per gli habitat delle specie minacciate.

La Giornata Mondiale degli uccelli migratori è dedicata quest’anno alla crisi delle specie – dichiara Claudio Celada, Direttore Dipartimento Conservazione Natura LIPU-BirdLifecirca l’11% di essi è globalmente minacciata o entrata di recente nella lista rossa (near threatened), mentre sono 31 le specie classificate come “in pericolo di estinzione in modo critico” (critically endangered). In Europa un esempio di questo tipo è rappresentato dalla Berta delle baleari, mentre in Italia lo sono il Capovaccaio, ridotto a pochissime coppie, e l’aquila di bonelli. Possiamo sperare di salvare queste specie solo creando o intensificando i piani d’azione e proteggendo l’habitat in cui vivono e si riproducono“.

8 maggio 2010                                                                        LIPU  Puglia

Rinnovabili: BASTA ipocrisie, BASTA milioni di euro alla speculazione !

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Il FarWest energetico continua a ipotecare migliaia di ettari di territorio senza alcuna sostenibilità ambientale. La LIPU rilancia le verità oscurate.

Non basta partire da giusti principi e poi promuovere acriticamente le fonti energetiche rinnovabili. L’abuso vergognoso e speculativo sta umiliando l’urbanistica e perfino la geografia del Paese con l’ausilio dei più vecchi metodi speculativi.

Un liberismo sfrenato, promosso con la falsa copertina della “ecocompatibilità”, sta compromettendo e mettendo a repentaglio risorse territoriali di inestimabile valore: Biodiversità, Assetto Urbanistico, Paesaggi, Identità culturali, Storia, Archeologia…. E non sono da trascurare deprecabili fenomeni di condizionamento delle fragili democrazie nelle piccole comunità, in svendita per fare cassa. Cosi come lo “strozzinaggio” ai danni dell’agricoltura, ostaggio della crisi e quindi costretta a concedere larghe opzioni d’uso dei terreni a queste industrializzazioni camuffate.

La LIPU pugliese da anni lancia l’allarme, avendo seguito con interesse il fenomeno e la assoluta aggressività con cui si è manifestato nel Mezzogiorno, attenzionando centinaia di progetti. Ma i media nazionali non sembrano avere lo stesso coraggio, né una qualsivoglia capacità (o volontà !) di giornalismo di inchiesta che dovrebbe fare oggettiva luce per il bene collettivo e per la stessa qualità d’informazione.

Studi ambientali generalmente superficiali, valutazioni scandalosamente disinvolte degli Enti preposti, regole farsa, minacce di ricorsi, cumuli di progetti a cui dare riscontri: situazioni indecenti, vergognose che meriterebbero ben altre attenzioni da parte di Amministratori deputati al (corretto) governo del territorio e dei politici di turno.

Invece, stanno per approdare in conferenza Stato – Regioni le, pur gravemente tardive, Linee Guida nazionali per le Autorizzazioni di impianti energetici da fonte rinnovabile.

Non si stabilisce alcun obbligo di tutela in capo alle Regioni, non si tiene in alcun conto della moltitudine di pareri ambientali positivi già espressi per migliaia di macchine eoliche, non si argina la pericolosa e incontrollata deriva di impianti da 1MW, solo per citare alcuni aspetti. Insomma, un provvedimento che ha il sapore di una legittimazione al disastro ambientale piuttosto che un orientamento a “salvare il salvabile”.

Sull’eolico, un dato tanto oggettivo quanto occultato basta a rendere il senso del VERO stato dell’arte inquadrato su vasta scala dalla LIPU con l’ausilio di numerose realtà locali: considerando non solo impianti realizzati e in esercizio (che non è poco), ma tutti quelli con pareri ambientali già espressi e quindi prossimi ad essere realizzati, la Nazione è silenziosamente ipotecata da oltre 11.000 MW di capacità eolica (*), in gran parte concentrati nel Mezzogiorno ma con un “contagio” che sta massicciamente interessando tutto Paese !  Dato ancora più scandaloso se si pensa che il “position paper” dello Stato Italiano ne prevede 10.000 (più 2000 off-shore) !!!!

Dati abilmente oscurati, quindi, per nulla gestiti dalle istituzioni (Governo e Regioni) e men che meno analizzati dai media. Hanno cosi facile gioco i ricatti e i lamenti della stessa lobby per rivendicare, ingiustamente, una scarsa penetrazione dell’eolico in Italia e un conseguente ampliamento del banchetto finanziario -speculativo.

Dati desolanti, conseguiti senza alcun dibattito preventivo o qualsivoglia forma di pianificazione o valutazione seria e multidisciplinare su ampia scala, nemmeno quando previsto per legge, e che basterebbero a ricercare con forza un momento di riflessione e di stop a questa vera e propria aggressione.

Enormi estensioni fotovoltaiche sugli ecosistemi agrari, invece, sono l’ennesimo insulto all’uso intelligente del territorio, fratturato e frammentato nella sua omogeneità con tutte le conseguenze immaginabili e con una esponenziale impennata alla deleteria dinamica di consumo di territorio. Anche un bambino capirebbe che tali insediamenti industriali possono costituire l’eccezione; la regola dovrebbe imporre lo sfruttamento di coperture e di aree già compromesse. Come pure in diversi casi (spontanei) si è avuto lodevole esempio. Basti ricordare l’impianto integrato su tetto più grande d’Italia, realizzato ad Altamura (Ba) su un capannone industriale !

Le fonti rinnovabili devono servire a salvare il pianeta. Non possono continuare ad essere il “cavallo di troia” per ulteriori deturpamenti territoriali, per di più plurisovvenzionati con incentivi pubblici, i più alti d’Europa e forse del mondo.

Non è più accettabile la retorica comunicativa di cui per anni ha beneficiato la speculazione eolica, e oggi anche quella del fotovoltaico : o sei con le rinnovabili (comunque e dovunque) o sei per il nucleare e le fonti fossili.

Esiste una terza via: la VERITA’ dei FATTI, oggettiva e soprattutto scevra da interessi.

Con queste verità, la LIPU pugliese rinnova con forza la vertenza e il suo impegno di denuncia delle aggressioni e degli usi sconsiderati del territorio rurale, oscenamente declassato a mero ricettacolo di invasive centrali eoliche e assurde distese fotovoltaiche.

Sulle rinnovabili vi è un approccio qualunquista con una devastazione del territorio in cambio di denaro, e allora BASTA milioni di euro di incentivi a queste speculazioni ! BASTA ulteriori aberrazioni ambientali !

Governo e Regioni, a cominciare da quella Pugliese, non rimangano a guardare di fronte alla macelleria urbanistica che si sta consumando in completa anarchia ! Ne prendano oggettivamente atto e alla prossima conferenza Stato – Regioni corrano ai ripari.

Puglia, 28.04.2010                                                  LIPU – delegazione Puglia

(*) Nota: La potenza in MW esprime la potenza massima istantanea (o di targa) che un impianto è in grado di sviluppare in condizioni ottimali di funzionamento, cosa ben diversa dalla energia prodotta che invece dipende dall’effettivo regime di funzionamento dell’impianto.

“CACCIA NO LIMITS” APPRODA ALLA CAMERA. La LIPU pugliese scrive ai deputati.

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caccia selvaggiaApprovata in Commissione Agricoltura la norma che permette di estendere la stagione venatoria. Martedi’ 20 aprile sara’ in aula alla CAMERA.

FERMIAMOLA !

PIAZZA MONTECITORIO A ROMA  –   PRESIDIO DALLE ORE 9 di martedi

Anche la LIPU pugliese si mobilita e scrive ai Deputati eletti in Puglia

La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato un articolo, il 43 della legge Comunitaria, che contiene una pessima norma.

E’ il comma 2 lettera b,  che permette alle regioni di estendere la stagione di caccia oltre l’attuale limite del 31 gennaio.

La stagione venatoria, che già oggi si protrae per cinque mesi arrecando non pochi danni alla Natura ma anche danni e disturbi alle persone, potrà dunque essere estesa al delicatissimo mese di febbraio.

Un grave danno agli animali.

La caccia nel mese di febbraio ha un impatto molto negativo sugli uccelli migratori che proprio in quei giorni partono per il nord Europa, dove si riprodurranno, o arrivano dall’Africa per nidificare in Italia.

Permettere la caccia, anche a poche specie, significa danneggiare gli individui più robusti e importanti per la riproduzione,  arrecando un danno molto rilevante alla conservazione delle specie e alla natura.

2010, ANNO DELLA BIODIVERSITA’

Questo, peraltro, avviene nel 2010, che è l’anno mondiale della Biodiversità.

L’Italia dovrebbe promuovere sempre migliori politiche di tutela della natura.

E invece, se il parlamento approvasse definitivamente questa legge, il primo provvedimento del 2010 sarebbe la riduzione delle tutele per la Natura e la Biodiversità!

Un danno e un serio disturbo alle persone.

Ma l’emendamento è grave anche perché va considerato che in Italia, caso quasi unico in Europa, i cacciatori hanno libero accesso nei terreni privati delle persone, senza che queste possano realmente opporsi (salvo realizzare costosissime recinzioni intorno alla proprietà).

Questo arreca grande disturbo e danno alla tranquillità delle persone, che per cinque mesi all’anno (da settembre fino alla fine di gennaio), devono tollerare questo fastidio e anche sopportare i non pochi rischi comportati dalle armi dei cacciatori.

Ecco: non basta ancora che questa sorta di “tortura” (tale è per molte persone) duri per cinque mesi all’anno. Se l’emendamento sarà definitivamente approvato, la stagione di caccia sarà ancora più lunga.

Cosa ne pensano gli italiani che vivono in campagna o quelli che passeggiano o vanno in bicicletta per i boschi e i sentieri escursionistici? saranno contenti?

IGNORATO IL PARERE SCIENTIFICO.

Nella norma è previsto che le regioni, prima di estendere la stagione di caccia, debbano chiedere il parere dell’ISPRA, che è l’autorità scientifica nazionale preposta alla materia.

Il punto è che l’ISPRA, sulla caccia a febbraio, ha già dato parere negativo, ricordando quanto sia dannosa per gli uccelli migratori.

Dunque, verosimilmente, accadrà che le regioni, su pressione delle lobby venatorie, chiederanno parere all’ISPRA, che sarà quasi certamente negativo e dunque sarà ignorato.

MA LA BATTAGLIA NON E’ PERSA.

L’emendamento è stato approvato in Commissione Agricoltura della Camera ma non è ancora legge.

Martedì 20 aprile si voterà in aula alla Camera.

Bisogna fermare questa brutta norma, farla cancellare dall’articolo 43 della legge Comunitaria.

La LIPU promuove un presidio di protesta a Montecitorio dalle ore 9 di martedì 20.

Al contempo la LIPU pugliese CHIEDE pubblicamente ai deputati eletti nella Circoscrizione Puglia fare proprie le preoccupazioni della LIPU e di oltre l’80 % delle persone che non condivide la deregolamentazione sulla caccia, impegnandoli a votare e a votare NO a questo emendamento sull’articolo 43 della legge comunitaria.

Ovviamente la LIPU pugliese commenterà a consuntivo del voto l’atteggiamento espresso per l’occasione dai parlamentari pugliesi, riservandosi di “divulgare” alle successive tornate elettorali la posizione da essi assunta.

18.04.2010             LIPU  Puglia

OASI LIPU GRAVINA DI LATERZA (TA): SABATO 14 INAUGURAZIONE DELLE NUOVE STRUTTURE

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Si terrà sabato 14 novembre, alle ore 10,30, l’inaugurazione delle nuove strutture dell’Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA). Si tratta di un’ecoludoteca, prima struttura del genere in Puglia, un orto botanico dedicato alla flora del Parco delle Gravine, una sala didattica e un percorso per disabili.

Nel corso della manifestazione sarà effettuata a cura dell’Osservatorio Faunistico Regionale una reintroduzione in natura di alcuni rapaci recuperati nel territorio regionale.

Queste strutture – sottolinea la LIPU – vanno a completare la componente relativa al pubblico e ai bambini permettendo lo svolgimento di attività legate alle tematiche di educazione e sensibilizzazione ambientale e promozione del territorio.

Per la LIPU è uno dei due pilastri della gestione di Oasi e aree protette in generale, potendo unire le attività di conservazione della natura (l’Oasi LIPU Gravina Laterza è uno dei luoghi più importanti per la tutela di molte specie di uccelli minacciate a livello internazionale e nazionale) a quelle di educazione e fruizione della natura.

L’appuntamento è il seguente:

Oasi LIPU Gravina di Laterza  – Sabato 14 novembre, ore 10,30

Centro visite Oasi LIPU – Contrada Selva San Vito, Laterza

Interverranno:

  • il Vescovo di Castellaneta  S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli
  • il Sindaco di Laterza, Giuseppe Cristella            
  • l’Assessore Provinciale all’Ambiente ed alle Aree protette, Michele Conserva
  • l’Assessore Comunale all’Ambiente, Licia Catucci
  • il responsabile nazionale Oasi e Riserve LIPU, Ugo Faralli
  • il responsabile dell’Osservatorio Faunistico Regionale, Pino Inglese

L’inaugurazione delle strutture è resa possibile grazie al progetto POR Puglia 2000-2006  Misura 1.6 Linea 3, “Salvaguardia e valorizzazione dei beni naturali ed ambientali” P.I.S. 13 “Habitat rupestre”- Recupero infrastrutture finalizzate alla fruizione compatibile e alla conoscenza delle aree naturali protette.

Taranto, 12 novembre 2009              Ufficio Stampa – LIPU Birdlife Italia

AGRICOLTURA PUGLIA, LIPU CHIEDE MODIFICA DEL PIANO SVILUPPO RURALE (PSR)

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 “MANCANO MISURE ADEGUATE PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITA'”

Le richieste inviate all’assessore regionale Enzo Russo. Il Piano pugliese si colloca nelle ultime posizioni a livello nazionale per tutela di specie e habitat agricoli.

Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Puglia è carente sotto il profilo
della conservazione degli habitat e della biodiversità e si colloca, sotto
questo profilo, agli ultimi posti a livello nazionale. Lo afferma la
LIPU-BirdLife Italia, che in una lettera inviata nei giorni scorsi a Enzo
Russo, assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, chiede un
incontro urgente per illustrare le proposte di modifica al PSR regionale e
segnala le poche risorse per la conservazione di habitat, flora e fauna
selvatiche, l’assenza di misure specifiche per importanti habitat come le
steppe, la presenza di misure con potenziali effetti negativi sulla biodiversità.

Con la revisione di medio termine (cosiddetta “Health Check“) della Politica
Agricola Comune (PAC) – spiega la LIPU – l’Unione Europea ha stanziato di
recente più fondi per lo Sviluppo Rurale al fine di affrontare le nuove
sfide ambientali, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, la
protezione delle acque e la conservazione della biodiversità. Temi sui quali
la regione Puglia è particolarmente esposta, in particolare al rischio di
desertificazione che incombe sul 90% del proprio territorio, aggravato da un uso insostenibile dell’acqua. Nella regione risultano inoltre frammentati e
degradati habitat naturali e seminaturali di grande importanza, con costante declino della biodiversità.

“L’opinione pubblica – dichiara Patrizia Rossi, Responsabile Agricoltura
LIPU – si aspetta provvedimenti a favore di un’agricoltura sostenibile, che
offra prodotti sani e ricavati da pratiche agricole che tutelano l’habitat e
aiutano la sopravvivenza delle specie degli ambienti rurali. Questo Piano
invece – conclude – va nella direzione opposta. Chiediamo dunque un cambio netto di rotta”.

Nella lettera inviata dalla LIPU all’assessore Russo, in particolare, si
evidenzia come il PSR pugliese ignori, per esempio, la grande rilevanza
naturalistica delle steppe, formazioni erbose seminaturali che vengono
utilizzate come pascolo permanente. Ambienti però dissodati, spietrati e
messi a coltura: dagli 80mila ettari degli anni Cinquanta, si è passati ai
29mila ettari del 2000. “I pascoli permanenti o steppe – fa notare Rossi –
portano non solo benefici alla biodiversità, ma svolgono funzioni ecologiche di grande rilievo come la fissazione dell’anidride carbonica, la protezione
del suolo contro l’erosione e la desertificazione, la regolazione delle
acque e degli equilibri idrogeologici”.

Secondo la LIPU, inoltre, il PSR non prevede aiuti per la zootecnia
biologica o per le colture da foraggio in agricoltura biologica, una
pratica – sottolinea la LIPU – indispensabile per una gestione corretta e il
ripristino delle steppe, e inoltre per favorire la diffusione della rotazione delle colture, la cui semplificazione è invece all’origine dell’impoverimento dei suoli e della riduzione della biodiversità negli ecosistemi agricoli.

Un’altra critica della LIPU al PSR si rivolge alla misura per la
diversificazione del paesaggio agricolo (la n.216 “Sostegno agli
investimenti non produttivi”), che prevede la messa a dimora di siepi,
boschetti e altri elementi tipici del paesaggio, misura che non risulta
accompagnata da una specifica azione agroambientale per la copertura dei
costi di manutenzione o la compensazione del mancato reddito per gli
agricoltori. Se non si porrà rimedio a questa carenza, la LIPU teme il
fallimento della misura.